La spedizione italiana non rinuncia a scalare il Lirung malgrado la tragica morte di due suoi componenti

La spedizione italiana non rinuncia a scalare il Lirung malgrado la tragica morte di due suoi componenti NotixiG da XatHmauau sulla sciagura dell'Bliualaya La spedizione italiana non rinuncia a scalare il Lirung malgrado la tragica morte di due suoi componenti Confermati dal nostro redattore al seguito degli alpinisti i particolari dell'incidente - Giorgio Rossi e il dott. Cesare Volante sono precipitati investiti da una valanga di ghiaccio - Le vittime sepolte ai piedi della montagna - Gli scalatori vorrebbero proseguire verso la vetta ormai vicina - Da Torino l'invito a rinunciare (Nostro servizio particolare) Kathmandu (Nepal), 21 ott. Malgrado la tragica perdita di due dei suoi più valenti componenti, avvenuta la settimana scorsa, la spedizione del Club Alpino Italiano che si proponeva la conquista del Langtang Lirung, una cima della catena himalayana alta 72^6 metri, forse proseguirà fino al raggiungimento della vetta. La notizia era stata data all'Aasociated Press dal giornalista de La Stampa dr. Remo Griglie, che fa parte della spedizione. Egli era giunto a Kathmandu con un elicottero appositamente noleggiato, proveniente dal campo base della spedizione che si trova ai piedi della montagna, più a nord. Non si esclude però che nelle ultime ore gli alpinisti torinesi abbiano deciso di abbandonare l'impresa e di rientrare in Italia. Il giornalista ha confermato i particolari della tragica fine dei suoi compagni torinesi, travolti da una valanga di ghiaccio: il giovane Giorgio Rossi e il dr. Cesare Volante, medico della spedizione. Il primo, di appena 26 anni, aveva al suo attivo numerose e- difficili imprese nel gruppo del Monte Bianco e altrove; era membro da vari anni della squadra di soccorso alpino del Cai di Torino. Il dr. Volante, di 28 anni, anch'egli torinese, appassionato di alpinismo e speleologia, partecipava alla spedizione col compito di fornire assistenza medica. Secondo quanto ha riferito il giornalista Griglie, la spedizione aveva fissato il campo n. S alla quota di 5500 metri ed alcuni suoi componenti si erano spinti pia in alto allorché accadde il duplice incidente mor- tale, ad una altitudine notevolmente inferiore. Il dr. Volante il Bossi stavano scendendo dal campo n. 2, creato a quota 5000, verso il campo n. 1, situato appena 300 metri più sotto, sulla costa della montagna coperta da un ghiacciaio. « Stavamo seguendo col binocolo i loro movimenti — ha riferito il dr. Griglie ad alcuni colleglli in servizio a Kathmandu — dal campo uno, proprio sotto di essi. Li abbiamo visti precipitare all'improvviso da una guglia di ghiaccio. Tutte le persone disponibili — ha continuato il giornalista torinese — accorsero verso gli infortunati. Per il Rossi non si potette fare nulla, era già morto e si ritiene che fosse deceduto sul colpo, cadendo per una quindicina di metri. Il dr. Volante giaceva sul ghiaccio privo di sensi. Durante la giornata successiva (venerdì) fu possibile far arrivare il dr. Volante al campo base dove egli — continua il racconto del giornalista — decedette sabato senza aver ripreso conoscenza. Nella giornata di domenica si procedette al seppellimento del medico sul posto. Al seppellimento di Giorgio Rossi nel luogo stesso in cui egli ha perso la vita si sarebbe proceduto oggi, lunedì » ha dichiarato a Kathmandu il dr. Griglie. La zona in cui è avvenuto il tragico incidente è coperta di neve soffice e farinosa. Nelle vicinanze persero la vita nel 1961 un giapponese e due sherpa che stavano pure tentando la conquista della vetta inviolata del Langtang Lirung. La spedizione torinese, oltre ad avere con sé il tricolore italiano, e il vessillo rossoazzurro del Nepal, porta verso la vetta la bandiera giapponese per piantarla colà proprio a ricordo della sfortunata impresa nipponica dell'anno scorso. Gli alpinisti italiani spera vano di arrivare in vetta nella giornata di domenica, per il centesimo anniversario della fondazione del Club Alpino Italiano. Il tentativo si svolge attraverso il versante sud dietro suggerimento della famosa guida svizzera Raymond Lambert. La riuscita dell'impresa è ostacolata e ritardata dalle avverse condizioni del durissimo terreno ghiacciato. La spedizione, di cui è responsabile per la parte organizzativa la guida alpina Lino Andreotti, di 48 anni, era partita da Kathmandu il 27 settembre con 5 sherpa di guida e oltre quattro tonnellate di materiale, fra attrezzature e viveri. Dei sei campi programmati l'ultimo deve essere fissato a 6500 metri di quota, cioè appena 7^5 metri sotto la vetta. Dell'ultimo balzo sono incaricati sei alpinisti con a ca po il torinese Andrea Meilano di 28 anni. Il dr. Griglie [ha confermato che, nonostan te il luttuoso incidente di giovedì, la conquista della vetta sarà ugualmente perseguita. Tutti gli altri componenti la spedizione italiana sono in buone condizioni di salute. Il Langtang Lirung è una vetta inviolata che si innalza vicino alla frontiera nord del Nepal e del Tibet, a circa 60 chilometri in linea d'aria da Kathmandu. Per raggiungere la base del massiccio gli alpinisti italiani hanno prima raggiunto la vallata di Trisulu Bazar e sono quindi risaliti a circa 1,000 metri di altezza fino al villaggio di Langtang. a. p. tratteggio campo-base

Luoghi citati: Italia, Nepal, Tibet, Torino