Erhard è il nuovo Cancelliere di Bonn Giovedì presenta alla Camera il suo governo di Ferdinando Vegas

Erhard è il nuovo Cancelliere di Bonn Giovedì presenta alla Camera il suo governo Adexiaiier fHZ sljo.mi1) lattaia 11 r*oios*o tenuto dal 1349 Erhard è il nuovo Cancelliere di Bonn Giovedì presenta alla Camera il suo governo L'elenco dei ministri non è ancora noto - Secondo indiscrezioni, comprenderebbe 15 democristiani e 6 liberali Questi ultimi avrebbero ottenuto un posto in più del previsto - Ministro dell'Economia sarà Schmiicker (43 anni) ; Schroeder confermato agli Esteri - Erhard leggerà venerdì in Parlamento il programma del governo ■Bilancio di un'era Solo Bismarck durò più a lungo Esattamc: te quattordici anni e un mese dopo essere stato eletto Cancelliere dal Bundestag (il 15 settembre 1949, con un solo voto di maggioranza, il proprio), Adenauer lascia oggi il potere. Si chiude così un'era nella storia della Germania moderna: più lunga del « Reich millenàrio » di Hitler, durato solo dodici anni (1933-45); uguale all'intero corso della Repubblica di Weimar (1919-33). Bisogna risalire fino a Bismarck per trovare un cancellierato ancora più lungo; ed il richiamo al « Cancelliere di ferro » non è una mera notazione statistica, serve anche ad introdurre il più valido termine di paragone. Adenauer, infatti, è nato (1876) e si è formato, fi no a piena maturità, nel pe riodo bismarckiano-guglielmino; della classe dirigente tedesca di quell'età egli porta tuttora lo stampo inconfondibile, ultimo sopravvissuto di un mondo naufragato da quasi mezzo secolo. Grandissime, certo, sono le differenze tra Bismarck, junker prussiano, luterano, e Adenauer, borghese renano, cattolico; ma un tratto comune fondamentale supera ogni differenza : la concezione autoritaria e paternalistica del potere. Se si vuole redigere un primo bilancio dell'era Adenauer, bisogna dunque cominciare da questa caratteristica dell'uomo, la quale ovviamente ha fatto sentire XI suo peso soprattutto in Apolitica mtè]^:'^^?imio può negare .i' 'mèriti veramente cospicui di Adenauer nella restaurazione della democrazia in Germania; raccolta una eredità disastrosa — la folle tirannia del nazismo, la debolezza di Weimar —, il Cancelliere uscente lascia oggi ai suoi successori un regime demoieratico bene impiantato. Non però fiorentemente sviluppato ma, al contrario, come atrofizzato, appunto perché è una « democrazia cancellieresca », termini fra di loro incompatibili. E' mancato finora, nella i Repubblica Federale, il ricambio dei partiti al potè i re, fenomeno di cui sarebbe tuttavia ingiusto addossare la colpa ad Adenauer, perché esso è il risultato della libera scelta elettorale dei tedeschi. Dove invece il Cancelliere porta la mas sima parte di responsabili tà è nel tono da lui impresso alla vita governativa e parlamentare di Bonn, per la sua impermeabilità ad ogni parere diverso dal proprio, il rifiuto sostanziale di quel libero dibattito che è la vita stessa dei partiti e dei Parlamenti, il modo di trattare i ministri e altri personaggi come se fosse ro dei meri esecutori di bas so rango, per di più inca paci. Con tutti questi limiti, l'opera di Adenauer sul piano interno deve, in conclusione, ritenersi positiva; a fare pendere la bilancia da questa parte concorre forte mente il fermo e costante atteggiamento del Cancellie re contro il nazionalismo, il pangermanismo, il revanchismo e gli altri mali tradizio nali della Germania moderna. In questo punto preciso la politica interna si salda con quella estera, la quale ha avuto infatti una sua direttrice maestra nell'abban dono della pretesa alla ege monia della nazione tedesca, in nome di nobili principi di collaborazione europea e, in genere, internazionale. Puntando tutto su questa nuova impostazione, Ade nauer in pochi anni è riuscì to a trasformare un territorio vinto e occupato in uno Stato nuovamente sovrano, pari in diritto agli altri, fra i maggiori per effettivo peso politico, militare ed economico. Tralasciamo pure la parte che spetta al « miracolo » economico, il cui merito va ai-lavoratori tedeschi e a Erhard; Adenauer, si sa, non si è mai interessato dell'economia. Ed è ve- d a a - ro, altresì, che le circostanze storiche hanno grandemente favorito il Cancellie; re; ma è, tutto..4 suo cred^-^es^Brai^Baputo inaerire nella situazione, operando sin dall'inizio una scelta che pare ovvia, eppure richiese a suo tempo coraggio e lungimiranza. Tale scelta, come è noto, si chiama occidentalismo, atlantismo, europeismo; i risultati maggiori sono l'ingrèsso della Germania nella Nato, e la costruzione della « Piccola Europa ». L'europeismo di Adenauer è profondamente sincero, poiché deriva dal più intimo della sua personalità e costituisce, appunto, il mezzo migliore, l'unico addirittura, per superare il vecchio nazionalismo. Ci si potrebbe allora domandare come mai Adenauer, uno dei padri (con De Gasperi e Schuman) della Comunità europea, si sia potuto accostare alla concezione opposta di De Gaulle, fino alla stipulazione del patto franco-tedesco e alla creazione di una nuova specie di « nazionalismo a due ». A parte il sincero desk derio di riconciliare per sempre Francia e Germani.'., a parte pure l'affinità dell'autoritarismo tra De Gaulle e Adenauer, la svolta del Cancelliere appare chiaramente strumentale, per contromanovrare nei riguardi degli Stati Uniti. L'intimità dei rapporti tedesco-ameri' cani dell'epoca di Foster Dulles è finita con l'avvento di Kennedy e la rua decisione di tentare un accordo con l'Unione Sovietica; da ciò il timore di Adenauer che l'accordo si faccia « sul la testa » di Bonn e comporti il crollo dell'altra linea fondamentale della sua politica estera: eh. esiste una sola Germania, la Repubblica Federale, e quindi la riunificazione deve farsi, praticamente, con l'annessione a Bonn della Germania comunista. E' una concezione da « guerra fredda », ancora sostenibile quando l'Ameri ca aveva il monopolio ato mico, non più oggi, in fase di equilibrio e di distensio ne. Perciò l'oltranzismo di Adenauer finisce col danneggiare e l'Occidente in genere e la stessa mèta da lui ambita, la riunificazione tedesca, che appare assai remota. Al successo rilevan te della prima fase della politica estera è quindi seguito un innegabile declino; tocca ora a uomini nuovi mantenere il positivo ed elimina*^ il negativo. Ferdinando Vegas Adenauer trascorre le ultime ore nella sede della Cancelleria federale a Bonn. Domani entrerà in carica Erhard, il suo successore