CLEOPATRA a MILANO

CLEOPATRA a MILANO CLEOPATRA a MILANO In una «prima»'di beneficenza e con un preludio dì pellicce torinesi Milano, 12 ottobre. Questa è la cronaca semplice ma una cronaca schietta di una serata di gala milanese in onore di Cleopatra VII, che: fu l'ultima regina tolemaica d'Egitto, reincarnatasi, dopo tante altre volte, in Elizabeth Taylor (Liz) per miracolo cinematografico. Elizabeth Taylor (Liz) è arrivata ieri sera al cinema Missori, dopo una lunga attesa e. preceduta da giganteschi clamori pubblicitari. Milano non poteva essere che impaziente di accoglierla. Non occorre precisare che non era lei di persona ma nel film che porta il suo nome, quindi ancora più grande* E' la sua storia secondo Svetonio, Plutarco, un po' di Shakespeare (appena appena), molto Man- Teiewicz (regista), ritocco finale di Darryl F. Zanuck. Del suo valore artistico è stato già detto e la nostra, ripetiamo, vuol essere soltanto la cronaca semplice di una serata. Per ciò è indispensabile, tuttavia, Riassumere qualche particolare che ha dato fama al film. Lasciamo da parte il clamore scandalistico sollevato dall'amore tra questa nuova Cleopatra e il nuovo Marcantonio, Richard Burton. Era fatale che così avvenisse, se si ripeteva uno stesso giuoco delle parti, in un ambiente ancora più perfezionato che non quello d'origine. Limitiamoci soltanto a difendere Liz da lapidazioni eccessive. Shakespeare le fa dire: « Quando il capriccio abita così vicino al cuore è assai pesante a portare» (Cesare e Cleopatra, atto I, 3). E poi, la colpa va addossata a lei o non piut- tosto a Burtonf Questo gigante di un metro e 93 non l'ha forse travolta? Di certo in uno scatto di collera e di malagrazia, egli dirà che « una contadina yankee Ita più sex-appeal di Liz ». Ma non divaghiamo. Riassumiamo invece freddamente dati statistici. A Cinecittà -J57 persone (79 americane, 11 inglesi e le altre italiane) lavorano sette mesi per modellare Cleopatra. In cantieri italiani, belgi, francesi ed inglesi operai innumerevoli lavorano intorno alle navi di Cleopatra e di Roma che costituiranno uno degli aspetti più monumentali del film. E non contiamo gli artigiani /per tutto quanto di prezioso e di accessorio Vintenso e fastoso movimento chiedeva. TI Foro Romano è stato ricostruito, più grande di quello autentico, con oltre 30 edifici, templi, archi, porticati. Altri 15 edifici sorgono da qualche altra parte, compresi il palazzo di Cleopatra e il suo mausoleo, sopra una piattaforma di quindicimila traversine ferroviarie. La nave di Ottaviano è lunga 100 metri e < favolosa » è quella di Cleopatra, quantunque più corta (80 metri) ma interamente coperta di linoleum dorato, con piscina, giardino, teatro a bordo. Nessuna costruzione cinematografica prima di Cleopatra si era spinta fino a 36 metri di altezza, il legno aàoperato formerebbe una catasta di m. bxk alta 270 metri; i laminati farebbero una striscia larga un metro e lunga 63 chilometri; e poi 6100 quintali di cemento, 12.000 chilogrammi di vernice, dieci chilometri di tele, 600 chilometri di tubi, energia elettrica per una città di 300 mila abitanti. La Sfinge sopra la quale Cleopatra entra a Roma, larga 9 metri e lunga 19, chiede per il suo traino 300 schiavi nubiani. Cleopatra indossa 60 costumi diversi, di un tale valore da essere trasportati per mare con. le stesse precauzioni usate.per la Gioconda di Leonardo da Vin¬ ci. E' vero che essi finiranno, come scampoli, indosso a una Cleopatra da operetta, sapete pure, quella di Tota, quella in cui l'aspide muore avvelenato per avere morso imprudentemente l'ultima regina d'Egitto, ma ciò è nel fatale giro delle cose umane. Completano l'elenco del colossale 26 mila costumi per attori generici e comparse, 15 mila tra archi, scudi e corazze, 10 mila frecce e bruloni per le battaglie, SO parrucche diverse per la regina eccetera eccetera. Totale una spesa per 25 miliardi di lire. Milano che ama il grandioso non poteva restare insensibile al fàscino di tante cifre. Inoltre il cuore di Milano, il cuore dr': milanesi, è generoso per tradizione, e la < prima » di questa Cleopatra, come già a New York e Londra era a beneficio della. Croce Rossa. Quindi i 1500 posti del cinema Missori si sono esauriti in men che non si dica a 5000 lire l'uno. Già molto prima dell'inizio dello spettacolo (ore 21) ali di curiosi si affollavano nelle vicinanze, contenuti da carabinieri e guardie civiche. Fotografi a nubi. E' che si attendeva Sophia Loren, quasi omaggio di astro ad astro. Erano preannun-. ciati anche De Sica, Mastroianni, Sordi, Claire Bom. Arriveranno solo De Sica e Nino Manfredi. Sophia Loren è indisposta da un paio di giorni. De Sica è quasi accecato dalle scariche di flashes. Gli domandiamo se la gloria non dà anche fastidi. Egli risponde: « Qualche volta», ma con il solito sorriso amabile, ad alta fotogenia. Il cine Missori, illuminato anche dall'esterno con due grandi riflettori, è ricco di motivi egiziani: Iside, il dio Nilo, la 'sfinge, le Piramidi, 10 scarabeo sacro, la frusta a tre code, simbolo dell'auto- j rita divina sulla terra e una infinità di geroglifici. Nell'atrio statue mobili, vagano donzelle pettinate alla Cleopatra-Liz con canestri di doni da offrire alle signore: una rosa vera, un profumo che risalirebbe ai Tolomei (ramo femminile), un sapone di oggi, quello stesso usato dalla Taylor quando il suo nudo balena.in piscina ed è reso pudico da una schiuma immensa. Lo adopera anche Marco Antonio ma con minore schiumali pubblico irrompe a^li ultimi dieci minuti in una fiumana che non permette di distinguere bene le persone più. note a Milano (ne son venute molte da fuori, specialmente da Tortona). Vediamo tuttavia il presidente della Croce Rossa milanese ing. Alfonso Sella, la signora Hilda Lepetit, presidentessa delle patronesse della Croce Rossa, Mario Bosisio (boxe) e signora, la contessa e il Conte Zorli di Bagnacavallo, 11 sig. Moratti, presidente dell'Inter. Udiamo qua e là qualche nome, Gigliola Curiél, donna Fernanda Segù, Carla Merenghi Laperla, Miranda De Luce von Ein, Anna Ginetta Caniz, Stefania Careddu (ex candidata a Miss Italia 1963), Mariolina Gorlan, Anna Ferrabini Bega, donna Enrica Invernizzi, donna Enrica Confalonieri, Vally Toscanini, Biki (alta sartoria), signora Fede Cheti, ma il tempo stringe, un campanello strepita, si ode in lontananza una musica guerriera che ricorda J'Aida. L'Egitto ci chiama. Bisogna affrettarsi. Ma è l'Egitto che non ha fretta. C'è un preludio, prima. Una sfilata di moda, inverno primavera 1963 -1961,. Pellicce. Cleopatra non ne usava. Se ne vede appena un risvolto che pare di finto leopardo sull'abito da lei indossato alla battaglia navale di Azio e che era azzurro per intonarsi con le onde del mare. Dicono anzi che lei si facesse vedere in quella battaglia soltanto per sfoggiare quel suo abito meraviglioso. Ma è per onorare Cleopatra nella sua eleganza che si è pensato a questa sfilata di moda. Tra gli invitati, uno non ha avuto il benché minimo timore di non essere all'altezza dello spettacolo-gigante da noi riassunto nei suoi estremi: il grande ufficiale Francesco Rivetta, di Torino. Abbiamo promesso di fare una cronaca semplice ma schietta della serata. Ebbene « Cleopatra » non ha avuto che qualche fragile applauso alla fine , del. primo tempo. Queste pellicce invece ne hanno raccolti a ripetizione, con particolare insistenza per quel gioiello finale del gran manto di cincillà che, di Sicuro, avrebbe distratto Cleopatra dai suoi sogni pericolosi d'inghiottire Roma e dominare su tutto il mondo conosciuto. Troviamo in questa rassegna deliziosa ' uno stile inconfondibile, che traduce il fasto nella sobrietà, ohe valorizza la donna sottolineandone il fascino e moltiplicando la sua giovinezza. Con Rivetta la donna è sempre moderna, in ogni ora del giorno. Mentre è solidamente protetta contro il freddo, resta lieve, esile, lunga, fluida, sportiva. Nessun imbarazzo per salire in auto o guidarla. Le idee nuove brillano con dettagli incantevoli e fantasie inattese, rallegrando l'occhio con sfumature di colori che han carezze di seta e di luci poetiche, che danno all'eleganza un che di regale. Non. per nulla la sfilata s'intitola: «Pellicce per regine ». Vediamo cos\ il classico castoro, il seal-skyn (ottenuto anche cn il nuovissimo bluetone), lontra arianna nella tonalità naturale o tourmaline, pantera e leopardo in tagli preziosi. Per montagna e sport, capi in mongolia e opossum d'Australia. Naturalmente il dominatore resta il visone, c7ie preferisce quest'anno la qualità naturale di tono scurissimo Black Diamond con riflessi che brillano e scintillano, senza perciò mettere via il selvaggio classico, o i toni più pallidi leggeri. La fantasia si sbizzarrisce poi nei capolavori da Gran sera in breitschwanz, ermellino, martora zibellina e cincillà che per dirla con il presentatore Rita < è il sogno che diventa tangibile, una realtà viva». I tamburi egiziani strepitano. Guardiamo il film. Il pubblico è assai curioso. Lo schiavo Apollodoro portò Cleopatra a Cesare avvolta in un tappeto e tutta nuda. Sarà rispettata la verità storica? Ma che c'entra la storia con il cinematografo? Non vediamo forse questo Cesare (Rex Barrison) con una certa tal quale abbondanza di capelli, mentre quello autentico era calvo, anche prima dei suoi 52 anni quando gli piovve ai piedi Cleopatra? Gridavano a Roma contro di lui: € Romani, nascondete le vostre donne. L'uomo calvo è tornato ». Cleopatra avrà dunque uno dei suoi sessanta vestiti, con uno dei suoi 57 décolleté, e nemmeno tra i più 'vertiginosi. E il naso di Cleopatra? Com'è questo naso che, secondo Pascal, se fosse stato più corto la storia del mondo sarebbe stata diversa? Be', Cleopatra non ci avrebbe perduto nulla. E altro? E altro? Qualche risatina dove qualcuno dice che « se Cleopatra non, fosse una donna, si potrebbe considerare un intellettuale e io detesto gli intellettuali ». Si ride anche al primo apparire di Burton. E si ride quando Ottavia dice «a parlar di politica a tavola, non so perchè, il vino comincia a sapere di aceto ». Ma si ride pure, for- te, ed è un guaio artistico, quando Antonio-Burton si uccide un po' goffamente. Per il resto, silenzio, ma attento, come se lo spirito fosse soffocato da un'immensità del colossale dietro il Quale non si aveva il coraggio di registrare il vuoto. Ma ciò non ci riguarda: i critici hanno già dissezionato Cleopatra con tutti i diritti della anatomia più gelida. La nostra cronaca è sostanzialmente finita. Aggiungeremo soltanto che all'uscita due grandi urne della Croce Rossa accoglievano offerte per i superstiti del Vajont. Ben presto sono state piene. Il cuore di Milano, che in questa tristissima circostanza è poi quello dell'Italia tutta, è stato all'altezza della sua tradizione. A. A. Elizabeth Taylor Richard Burton Giacca, da gran sera in visone bianco - Modello della Casa Rivelia di Torino (Italy) Due mantelli da gran sera della collezione Rivella 1968: a sinistra breitschwanz nero con interno di ermellino, a destra cappa di ■cincillà.