Di scena due squadre che non si conoscono

Di scena due squadre che non si conoscono Di scena due squadre che non si conoscono (Dal nostro inviato speciale) Mosca, 12 ottobre. Farlaro dei precedenti di questi incontri fra le squadre nazionali dell'Unione Sovietica e dell'Italia, per quanto si riferisce allo sport della palla rotonda, risulta impossibile: Per il semplice fatto che di precedenti al riguardo non ne esistono affatto. Le squadre nazionali dei due Paesi non si sono incontrate mai. Il che non vuol dire che il calcio italiano e- il calcio sovietico per vie che non siano quelle ufficiali delle due rappresentative, non si conoscono. Rapporti si sono avuti per 11 tramite delle squadre di società, più e più volte. E quelli che sono oggi due avversari diretti si sono sempre studiati a distanza, con una curiosità intensa e viva derivante appunto dalla mancanza di immediati termini di confronto. Il calcio italiano possiede radici che affondano nel passato alle quali non è il caso dì risalire nello specifico momento attuale. La piuma gara della squadra nazionale italiana risale alla bellezza di SI anni or sono, al 1912 cioè, quando l'Italia e la Francia si incontrarono all'Arena di Milano e gli Azzurri si imposero per ben 6 reti a 2. Da allora fino al momento attuale prove di tutti i tipi si sono succedute per ì rappresentanti dei colori nostri. Ci siamo incontrati un po' con tutti i Paesi d'Europa e di fuori d'Europa. Con l'Argentina, con l'Uruguay, con il Brasile, con gli Stati Uniti del Nord America, con l'Egitto, con l'Israele, persino con il Giappone abbiamo incrociato 1 ferri. Con la Unione Sovietica, mai, Più per combinazione che per altro. Perché la Russia essenzialmente per ragioni di guerra tardò parecchio a fare ingresso nel campo internazionale calcistico e, quando lo fece, il caso la tenne lontana dal giocare direttamente.Cjpr^fno^^.^^. , -SjA dire il vero, prima dello scoppio della guerra mondiale una rappresentativa nazionale russa già esisteva. Essa prese pari.; al torneo calcistico dei Giochi olimpici del 1912 a Stoccolma, e fu battuta per 2 reti a 1 dalla Finlandia negli ottavi di finale, quella stes sa Finlandia che aveva battuto gli italiani nel girone precedente della competizione per 3 a 2, cosa che lo scrivente ricorda bene, perché quello fu il suo primissimo passo come di' rigente di squadre nazionali. Poi nel torneo di consolazione della competizione stessa, la Russia venne eliminata dalla Germania — già militarmente organizzata coi tempi — per lo spettacoloso risultato di 16 reti a 0. Il sottoscritto ricorda che - gli fu dato di assistere a parte di quella prova, perché più tardi nello stesso pomeriggio gli azzurri ebbero la soddisfazione di battere la Svèzia per 1 a 0. Poi là parentesi fu chiusa, ognuno dei Paesi europei essendo occupato dalle soverchianti necessità belliche. Anni, anni dopo che le due grandi carneficine avevano avuto termine, chi verga queste linee venne - in quella che era diventata l'Unione Sovietica, assieme alla prima delegazio¬ ne di sportivi dèlia nazione nostra, e girò il Paese in lungo ed in largo, fin sotto al Caucaso. Nell'occasione egli fu ricevuto in udienza privata dalla persona che in quel momento stava alla testa df tutto il movimento sportivo sovietico, il signor Romanov, ora passato ad altro incarico politico. Una squadra nazionale sovietica non esisteva ancora a quei tempi, e noi ricordiamo di aver' posto all'interessato il quesito se una rappresentativa, come già c'era in ogni Paese del mondo, sarebbe mai sorta anche in Russia. Il signor Romanov scosse il capo, disse che quello era un problema che meritava seria e lunga meditazione, e concluse asserendo che l'eventualità non era da escludersi. L'anno se- guente le autorità sportive sovietiche, che avevano circondato di un mistero quasi ermetico la loro preparazione, cominciarono a sondare il terreno, mandando in giro qualcuna dèlie unità del loro campionato calcistico per l'Europa, ricordiamo di essere andati' appòsitamente in Inghilterra per assistere ad una di queste prove che risultavano vivamente interessanti. Pareva che i russi avessero scoperto un modo inedito di giocare a quell'epoca. Poi la promessa non venne mantenuta come noi constatammo di persona nel torneo delle Olimpiadi della Finlandia, quando la Jugoslavia riuscì ad eliminare i sovietici dopo due prove consecutive con tempi supplementari. Più tardi, in Australia, a Melbourne, la Unione Sovietica vìnse il torneo olimpico prendendosi la rivincita sui jugoslavi. Ma quella fu la competizione più povera di contenuto tecnico di tutta la storia delle Olimpiadi. Ora, grazie all'estrazione a sorte del torneo della Coppa fra squadre nazionali dei diversi Paesi, ci troviamo finalmente di fronte. Il match deve avvenire come in ognuna delle altre competizioni che sono di moda al momento attuale, ih duplice prova: in casa e fuori. Gli italiani cominciano rendendo visita ai loro avversari, attendendoli poi a Roma per il mese prossimo per la partita di ritorno. La più grande incertezza regna sulle possibilità dell'esito della gara e sull'andamento del gioco. Per l'assenza, di cui già si è detto, di ogni elemento di raffronto, ognuno dei contendenti studia e teme l'altro, come si studia e si teme una incognita. La squadra della Unione Sovietica non si trova certo nel suo migliore momento, questo è un fatto positivo. Nemmeno noi però ci troviamo In condizioni fisiche e te eruche eccezionali. ,11 .gioc».4ta£| liano" è pero-i>v questo parti-j colare periodo più pieno di Inventiva e di intraprendenza. Essenzialmente, esso è più svelto. Ragione per cui noi, pur ritenendo che un risultato di parità possa verificarsi, pensiamo anche all'eventualità di una vittoria nostra di stretta misura, una vittoria che possa porci in vantaggio per il risultato definitivo del confronto. Vittorio Pozzo Bulgarelli, ala destra della squadra azzurra a Mosca

Persone citate: Romanov, Vittorio Pozzo