Inchiesta sulla di epa della morte

Inchiesta sulla di epa della morte Inchiesta sulla di epa della morte Mentre la magistratura apre l'istruttoria penale, il governo nomina un'autorevole commissione d'indagine - Entro il 15 dicembre essa dovrà stabilire se ci sono responsabilità dei costruttori o degli organi statali di controllo •- I nomi dei cinque inquirenti Roma, 11 ottobre. Il ministro dei Lavori Pubblici on. Sullo ha costituito la commissione di inchiesta sulla sciagura del Vajont. La commissione è composta da tre esperti di alto valore scientifico e da due alti funzionari dello Stato: prof. Giuseppe Evangelisti, ordinario di costruzioni idrauliche dell'Università di Bologna; prof. Livio Trevisan, ordinario di geologia dell'Università di Pisa; prof. Raimondo Selli, ordinario di geologia dell'Università di Bologna; ing.' Giuseppe Merla, provveditore alle opere pubbliche per la Lombardia, valoroso ingegnere idraulico del Corpo del Genio Civile; prof. dr. avv. Carlo Bozzi, presidente del Consiglio di Stato e presidente della commissione-. Nel decreto di costituzione della commissione che dovrà presentare la sua relazione entro il 15 dicembre 1963 viene precisato il compito della commissione, che dovrà accertare sul piano tecnico ed amministrativo, indipendentemente dalla istruttoria penale di competenza dell'autorità giudiziaria, le cause, prossime e remote, determinanti la catastrofe. La commissione ha il compito di presentare al ministro dei Lavori Pubblici, entrò il termine del 15 dicembre 1963 una dettagliata relazione sulle cause della catastrofe, prèvia acquisizione di tutti! possibili elementi di indagine, accertando in particolare: a) se, anche alla luce degli eventi successivi, sia stato dato, a suo tempo, il giusto rilievo, nella proget tazione e nella costruzione della diga, all'esame idrogeologico di tutta la zona a monte del bacino; e se, anche successivamente al completamento dell'opera, sia stato dato il giusto rilievo ai franamenti verificatisi a monte della diga; b) quale sia il motivo per cui il collaudo, disposto in corso d'opera dal 25 marzo 1058, si protragga tuttora e su quali pùnti controversi la commissione collaudatricé (o mèmbri di essa) abbia espresso parere discordante; c) quale sia stato il regime di - sperimentazione prescritto dalla commissione collaudatile, e se siane sempre state disposte ed adottate tutte le misure precauzionali imposte,. oltre che dalla tecnica, dalle necessarie regole di particolare .prudenza,, specie con riferimento al manifestarsi dei fenomeni franosi; d) quale sia stato il re¬ gime del bacino nei dieci giorni antecedenti il disastro, se esso corrispondesse alle prescrizioni della commissione collaudatrice e se offrisse sufficiente garanzia di sicurezza; e) se le manifestazioni franose degli ultimi giorni antecedenti al disastro, ed eventuali altri fatti fisici concomitanti, che indussero a prescrivere lo sgombero della 'popolazione di Erto, fossero tali da imporre analoga prescrizione anche per le popolazioni a valle della diga; se i tecnici dell'Enel Sade abbiano operato con la dovuta diligenza ed iniziativa nel rilevare. e denunciare tali fatti alle competenti autorità, ed a tempo opportuno ; e se tali autorità od uffici competenti, avvertiti, siano tempestivamente intervenuti. (Agenzia Anta)

Persone citate: Carlo Bozzi, Giuseppe Evangelisti, Livio Trevisan, Raimondo Selli

Luoghi citati: Lombardia, Roma, Vajont