Il medico condotto è un «lusso» che i piccoli paesi non possono pagare

Il medico condotto è un «lusso» che i piccoli paesi non possono pagare Sindaci riuniti per discutere un vecchia problema Il medico condotto è un «lusso» che i piccoli paesi non possono pagare Le spese di condotta medica sono insostenibili per i Comuni poveri - Ma la legge le impone, anche se i cittadini sono quasi tatti assistiti dalle icntue (Dal nostro inviato speciale) Ce va, 7 ottobre. C'è malcontento fra 1 sindaci dei comuni della Langa, fra quelli più poveri, nei quali una lotta insanabile è Impegnata in permanenza tra la voce «entrate» e quella «uscite». Il malcontento sta dilagando, va estendendosi ai duecentocinquanta comuni della provincia di Cuneo. I capi delle amministrazioni comunali povere non vogliono — perché non possono — più sostenere Toner-» degli stipendi del medico e -.ia levatrice di condotta. Nei giorni scorsi una riunione è stata tenuta a Moneslgllo, alla quale hanno partecipato 1 rappresentanti d'una diecina di comuni della bassa Langa, appartenenti alle valli della Bormida e del Belbo. Assistiti dai rispettivi segretari comunali, sono in a a a i e d a o a a i , a e o e a a o tervenuti i sindaci di Cortemilia, Gorzegno, Torre Bormida, Lèvice, Prunetto, Mombarcaro, Camerana, Gottasecca, Saliceto e Monesiglio. «Non ce la facciamo più con i nostri bilanci», è stato il cardine della discussione. [Non ce la fanno più a pagare gli stipendi dei medici e delle levatrici di condotta. Sono stipendi esigui, modestissimi, che non assicurano nemmeno minimamente la vita a coloro che li percepiscono; ma per le possibilità comunali sono cospicui, e in certi casi insostenibili. Si giudici dalle cifre da quaranta a sessantamila lire al mese, comprese le In dennltà di categoria, percepiscono 1 medici condotti per la disponibilità dell' assistenza medica, anche se essa non viene praticamente esercitata per mancanza di richieste. Questo è quanto percepiscono, ma non sempre è pari a quanto le amministrazioni comunali versano. Infatti i piccoli comuni si consorziano in due o tre, dividendo equamente fra loro la spesa. E tuttavia la singola quota risulta pesante Il punto di vista dei sindaci è questo. Le previdenze sociali e l'assistenza medica sono oggi cosi diffuse, che non c'è quasi più nessuno che ne sia escluso, o direttamente perché lavoratore, o indirettamente perché, famigliare. Medico e levatrice di condotta devono prestare assistenza gratuita a chi è iscritto nell'elenco dei poveri. Per quei due-tre poveri, del resto sani e vegeti, che ci sono nel nostri Comuni, affermano 1 sindaci, noi dob blamo pagare uno stipendio sia pure modesto, ma gravoso per le nostre finanze. (In certi comuni in dieci anni non c'è stato un parto per la levatrice condotta). In definitiva, essi sostengono, l'assistito che fruisce d'una mutua, paga due contributi: quelli della sua assistenza medica diretta e quel li, sotto forma d'imposte, che deve versare alle casse comu nati perché esse, fra le altre voci, reperiscano i fondi per pagare gli stipendi del medico e della levatrice. Un altro e più grave motivo d'affanno assilla gli ammini stratori comunali. Nell'ottobre scorso la prefettura ha stabilito un aumento di 200 mila lire annue nette sugli stipendi dei medici condotti, con decorrenza dal 1° gennaio di quest'anno. Nessun comune ha applicato l'aumento, e intanto gli arretrati si accumulano, e sgomentano sempre di più. 31 tratta di amministrazioni di poche centinaia di abitanti, di bilanci di t re-quattro-cinque milion l'anno, nei quali le uscite superano inevitabilmente le entrate. I sindaci sono cosi arrivati a una ardita conclusione. Considerato che il medico condotto e la levatrice non svolgono praticamente alcun lavoro, 1 loro stipendi devono passare a carico dello Stato. Del quale sono praticamente alle dipendenze, visto che è la legge a fare obbligo ai comuni di tenere, in assoluta disponibilità, medico e levatrice, per sopperire immediatamente' ad ogni evenienza 'della popolazione, soprattutto a quelle di carattere eccezionale, come potrebbe essere, per esempio, un'epidemia. E' lo Stato che deve pagarli, essi affermano, magari mettendoli a carico delle mutue, per le quali essi già prestano quasi per intero la lon attività. Ma sentiamo cosa ne pensano gl'interessati. Medici e levatrici ostentano una calma assoluta. In definitiva essi dicono: chiamateci, noi siamo pronti ad accorrere a qualsiasi richiesta. Il nostro domicilio nel comune è garanzia della nostra disponibilità, come vuole la legge. - L'indennità per carità, non la si chiami stipendio — che ci viene data, è appunto il compenso per la nostra disponibilità, più che per la nostra opera. Certo che siamo anche medici delle mutue: ma come potremmo vive re con le poche migliala di lire che ci passa il Comune? D'altra parte, che sia 11 Co mune o lo Stato a darcele, a noi ovviamente non Interessa. Non hanno torto i sindaci, non hanno torto 1 medici. Ma questi sembrano più vicini alla parte della ragione. La di sponibllltà è obbligatoria, e va compensata quanto un lavoro effettivamente prestato. Non è possibile sguarnire di medici e levatrici 1 piccoli'Comuni isolati in collina o In montagna. Qualcuno Indubbiamente dovrà provvedere, in qualche modo. Giuseppe Faracì

Persone citate: Camerana, Giuseppe Faracì, Monesiglio, Prunetto

Luoghi citati: Cortemilia, Cuneo, Gorzegno, Gottasecca, Mombarcaro, Saliceto, Torre Bormida