Alla Camera de e socialisti parlano della Federconsorzi

Alla Camera de e socialisti parlano della Federconsorzi Il dibattito sul bilancio dell'agricoltura Alla Camera de e socialisti parlano della Federconsorzi Forte differenza di posizioni tra un esponente della sinistra del psi e un rappresentante della corrente autonomista - Il democristiano Truzzi afferma che i comunisti non hanno potuto provare le loro accuse (Nostro servizio particolare) Roma, 5 ottobre. Nel dibattito sull'agricoltura, alla Camera, socialisti e democristiani hanno esposto oggi 11 loro punto di vista sulla Federconsorzi. Per 1 socialisti hanno parlato Cattani e Avolio, tutti e due firmatari della mozione con cui si chiede al governo di presentare entro il 20 ottobre 1 rendiconti della gestione degli ammassi e di riformare la struttura della Federconsorzi. Ma Cattani, che è 11 primo firmatario della mozione e appartiene alla corrente autonomista, ha detto cose meno radicali di Avolio, che invece milita nella corrente di sinistra, come seguace di Basso. Questa differenza è stata avvertita anche dai comunisti: Sereni infatti si è appigliato proprio al discorso di Avolio per negare — in polemica col relatore democristiano De Leonardis — che esista un divario di fondo tra cornasti e socialisti sulla programmazione. Cattani ha escluso che si debba sopprimere la Federconsorzi, è opportuno invece liberarla del suo vizio di origine, la confusione tra finizioni pubbliche e attività privatistiche. Le prime (ammassi, importazioni, interventi antlcon giunturali) devono essere re stituite allo Stato; le seconde dovranno svolgersi servendo gli interessi degli agricoltori e non sopraffacendoli. Quindi, per la Federconsorzi non ci vuole una gestione commissariale — ha concluso Cattani — ma una riforma della struttura che offra garanzie di democrazia interna e assicuri il controllo amministrativo e politico permanente. Nemmeno Avolio ha chiesto la liquidazione della Federconsorzi, che ha accusato di speculazioni monopolistiche ma ha aggiunto che in attesa della riforma di struttura, bisogna consegnarla al più presto a un'amministrazione democratica, magari a un commissario governativo. La politica della Federconsorzi è stata difesa da Truzzi, che à vice presidente uei Col tivatorl diretti, un'altra organizzazione bonomiana. Spesso interrotto dai comunisti, Truzzi ha detto che al Senato il jjcl^è' stato costretto a rimangiar-si-le accuse, tanto da ani ■_■ mettere.che quello di Pajetta era stato solo un ottimo colpo da propagandista. Un'attrezzatura vasta e. capillare come quella della Federconsorzi, che ha tante benemerenze verso i contadini, potrà essere riformata, ma non può essere distrutta — ha aggiunto Truzzi — poiché anche la conferenza nazionale dell'agricoltura ha negato che questo organismo sia un monopolio e ha ricono sciuto che ha svolto un'utile funzione per la stabilizzazione dei mercati. «Le campane a martello sonate da Miceli e Pajetta, in una ben orche strata campagna propagandi stica, non hanno fornito la prova principale, perché — ha concluso Truzzi ■>- non hanno potuto dimostrare ih che mo da la Federconsorzi avrebbe danneggiato l'agricoltura ». Di altri problemi sì sono occupati i numerosi oratori intervenuti nelle due lunghe sedute di oggi. Giorno (liberale) ha esposto le cause della crisi delle imprese della Valle Padana e ha chiesto alleggerimenti fiscali e contributivi aluti per la trasformazione delle aziende e l'abolizione del blocco del prezzo del latte. Un altro liberale, Leopardi Dlttaiuti, ha affermato che la crisi dell'agricoltura dipende essenzialmente dalla sfiducia generata dall'annuncio di provvedimenti politici, come le ri forme di struttura, gli enti di sviluppo, l'abolizione della mezzadria. r. s rtrtf

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