«Le accuse sono infondate» dice la difesa dei finanzieri

«Le accuse sono infondate» dice la difesa dei finanzieri Continuano fé arringhe al processo di Lodi «Le accuse sono infondate» dice la difesa dei finanzieri Gli imputati debbono rispondere di concussione - Ieri, alla ripresa del dibattito, hanno parlato tre avvocali ,4 Tutti hanno concluso con la richiesta d'una piena assoluzione (Dal nostro inviato speciale) Lodi, 30 settembre. Nella battaglia che atanno sostenendo 1 difensori del finanzieri di Lodi accusati di concussione, uno degli aspetti più interessanti è offerto da certe argomentazioni allusive. Dai banchi della difesa, di quando in quando, si alza una esclamazione: cChi ha sbagliato paghi, ma non si colpiscano gli innocenti >. Chi sono dunque quelli che, avendo sbagliato, devono pagare? Tutti gli imputati si dichiarano innocenti. Questo fatto suggerisce alcuni interrogativi: forse fra coloro che si trovano davanti ai giudici, alcuni sarebbero in grado, di difendersi accusando? Perché non lo fanno? Forse per un malinteso spirito di colleganza? O sotto la spinta di quei segreti armeggi che probabilmente furono tentati con il proposito di, < contenere 10 scandalo»? L'esclamazione <Chl è colpevole paghi», è echeggiata di nuovo in aula, oggi, per Iniziativa del primo oratore della giornata, l'avv. Finto, che ha parlato in difesa del maresciallo Francesco Sala. Il sottufficiale è stato rinviato a giudizio per avere partecipato alla strana < operazione » nel calzaturificio Paca, a Faullo: come è noto, i finanzieri, al comando del capitano Primo Pagani, irruppero in forze nella sede della ditta. L'Ispezione, condotta con travolgente irruenza, portò all'accertamento di irregolarità e alla scoperta di quella famosa scatola di cartone nella quale erano nascosti documenti che si desiderava non cadessero nelle mani delia finanza, Proprio mentre si trovava in ansia per le gravi conseguenze cui era esposto, il signor Cusani, amministratore della ditta, ricevette da Milano la telefonata del « personaggio misterioso» che, offrendo di «appianare ogni difficoltà», gli diede un appuntamento in piazza Cinque Giornate, dinanzi al caffè r.Iotta. Secondo lo stesso Cusani, le trattative si conclusero con il pagamento di due milioni. (A questo punto giova rammentare 11 motivo per cui, sebbene non sia stato identificato. «personaggio misterióso », l'episodio abbia 'dato origine all'accusa di concussione contro gli autori.della verifica. Malgrado la scoperta della scatola compromettente, il verbale conclusivo risultò sostanzialmente favorevole alla ditta Raca: furono segnalate all'Intendenza di Finanza Irregolarità che comportavano multe comprese fra i due e gli otto milioni; l'ufficio competente fissò la cifra in due milioni e mezzo). L'avv. Pinto, nel difendere il Sala, ha prospettato alcune tesi che già erano state svolte da altri patroni: ha dichiarato che 11 Cusani non sarebbe credìbile e ha soggiunto che non è provato un qualsiasi ad dentellato tra i verificatori di Paullo e il « personaggio mi sterioso» Poi ha Indicato una circostanza nuova: durante le verifiche sorse una polemica tra gli stessi finanzieri sulla regolarità di alcune copie-commissione; erano o non erano soggette a bollo? Il Sala era per la tesi più fiscale (il che, ha affermato 11 difensore, dimostra come egli non avesse nessuna inten zione di favorire la ditta): a risolvere la controversia so praggiunse il capitano Pagani, il quale dichiarò che quei documenti non erano soggetti a bollo. Secondo il difensore, il maresciallo Sala, ignaro di ogni eventuale retroscena, fece il proprio dovere. Nel chiedere l'assolutoria per non avere commesso il fatto, l'avv. Pinto si è rivolto al Tribunale dicendo: « Coloro che hanno sbagliato paghino, ma non si col piscano gli innocenti ». E' poi venuto alla ribalta l'episodio a carico del briga dieri Ruggero Tato e Salvatore Vuolo, accusati di aver estorto 700 mila lire al com merciante Alvaro Calai mediante minacce di accertamen ti tali da implicare multe di molti milioni. Nel difendere il Vuolo, l'avv. La Villa ha posto il dilemma: « A chi bisogna credere? Al brigadiere Vuolo, o al commerciante Calai? » Il difensore ha soggiunto che la parte lesa si sarebbe proposta di colpire 11 Vuolo e il Tato perché costoro avevano formulato all'Intendenza di Finanza 11 parere sfavorevole all'accoglimento di un suo licorso contro accertamenti fiscali. L'avv. La Villa si è ap pellato al principio giuridico secondo il quale non si può condannare sulla base delle affermazioni di un solo teste concludendo con la richiesta di assolutoria con formula piena. Ha preso - infine la parola l'avv. Sblsà, in difesa del ma resclallo Sergio Alparone che deve rispondere di tre impu tazionl: le 700 mila lire versata dai coniugi Steffeninl al capitano Zocca e destinate ai finanzieri; la tentata concussione di due milioni e mezzo ancora al danni degli Stette nini; l'ispezione denunciata dalla parte lesa Fortunato Corrù (somma estorta 700 mila lire). L'avv. Sbisà, che è un giurista, dopo avere sostenuto la inesistenza degli episodi, ha prospettato alcune tesi giuridiche subordinate. Qualora — egli ha detto — il Tribunale, dovesse ritenére, verì.l racconti delle parti lese, quali., sono 1 reati di cui devono rispondere gli accusati? L'avvocato ha sostenuto che si tratterebbe, non di casi di concussione, ma di corruzione, in quanto le vittime pagarono non perché costrette da minacce, ma perché furono ben liete di tacitare i finanzieri con somme ragionevoli, ' anziché esporsl a gravi responsabilità. E* chiaro il motivo per cui 11 reato di corruzione è preferito dalla difesa; 11 pubblico ufficiale, per questo reato, è punito con la reclusione. da due a cinque anni; per la concussione invece, le pene vanno dai quattro ai dodici anni; e la condanna si aggrava quando, come nell'attuale' processo, le Imputazioni sono numerose. Le arringhe proseguiranno domani pomeriggio. f. f.

Luoghi citati: Lodi, Milano, Paullo