Confessa la tedesca che fece uccidere il figlio nato senza gambe e senza braccia

Confessa la tedesca che fece uccidere il figlio nato senza gambe e senza braccia Un9altra tragedia dei taiidomide in Germania Confessa la tedesca che fece uccidere il figlio nato senza gambe e senza braccia Il bimbo aveva 2 anni e meno - La madre (33 anni) pregò una dottoressa di sopprimerlo - Poi, mentre l'amica praticava l'iniezione mortale, si pentì e telefonò alla polizia; ma ormai era tardi - Le due donne furono trovate ubriache - La madre è in carcere, la dottoressa.denunciata a piede libero (Dal nostro corrispondente) Bonn, 30 settembre. Helga Sidorow, di 33 anni, e la dottoressa Mechthild Peterson, di Jfi, accusate di avere ucciso a Francoforte un bambino di due anni e mezzo venuto al mondo senza braccia e senza gambe per effetto del taiidomide, hanno confessato oggi al giudice il loro crimine. Contro la Sidorow (madre del bimbo) è stato spiccato mandato di cattura, ritenendosi ohe potesse fuggire. La dottoressa invece è stata rimessa a piede libero in attesa della conclusione delle indagini: « La sua liberazione, ha dichiarato il giudice ai giornalisti, non a l l i a a a n pregiudica il corso delle indagini che probabilmente si concluderanno con una denuncia per concorso in omicidio ». Durante gli interrogatori protrattisi fino a sera, la Sidorow ha confessato di avere pregato la dottoressa sua amica di uccidere il bambino, Alexander. « Se trovassi un mezzo per uccidere la mia creatura senza farla soffrire — disse la madre alla dottoressa — sarei pronta a sacrificare la mia stessa vita>. La Petersen iniettò al bambino una forte dose di sonnifero. La Sidorow scomparve dalla sua abitazione di Francoforte nel pomeriggio di sabato, insieme al bambino. Verso sera il marito della Sidorow, Wladimir, telefonava alla polizia denunciando ■ la scomparsa. Wladimir Sidorow era già inquieto. <Mia moglie — racconterà poi alla polizia — si era data all'alcool, dopo la nascita della nostra infelice creatura. Si allontanava di casa per lunghi pomeriggi e più di una volta andai a cercarla nelle osterie del quartiere. Era, di solito, ubriaca ». Mentre si avviavano le indagini sulla misteriosa scom-, parsa, la Sidorow, nel mezzo della notte, telefonava alla centrale ■ di polizia. « Stanno uccidendo il mio bambino — furono le sue parole —, venite subito...». La telefonata era partita dallo studio di una dottoressa, Mechthild Petersen. Di lì a poco allo studio si presentavano tre funzionari di polizia. Le due donne erano ubriache. La dottoressa era distesa su di un divano e fumava una sigaretta. La madre si aggirava - per lo studio con il piccolo Alexander sulle braccia: il bambino era ormai in coma. «.Non è vero quel che vi dissi al telefono — disse la Sidorow ai funzionari —. Mi sono sbagliata... Brano iniezioni tonificanti... ». Mentre il piccolo, Alexander veniva portato in ospedale, dov'è poi morto alle 9 di ieri mattina, le due donne raggiungevano la centrale di polizia. Soltanto nella giornata di ieri, dissoltisi i fumi dell'alcool, esse potevano rispondere alle domande dei funzionari. ■ La.Sidotpw ha rievocato la dolorósa vicenda del bambino venuto al mondo senza braccia e senza gambe per via del taiidomide spiegando quindi di essersi recata nel pomeriggio di sabato dalla dottoressa sua amica per farlo visitare. Ad un certo punto il bambino aveva cominciato a gridare: « Sarebbe meglio che non vivesse più questo infelice» avrebbe detto a un certo punto la donna alla dottoressa. Quindi avrebbe soggiunto: <Del resto anche in Belgio c'è iitiitMiiiii uiiiMieiniiiiiiiiMiM iiiiiiiini stato un caso di eutanasia e i genitori del bimbo ucciso sono stati poi assolti». Le due donne cominciarono a bere e a discutere. Poi la dottoressa prendeva una fiala riempiendo col liquido una siringa. Il bambino perdette i sensi. Non è stato possibile finora ricostruire la tragedia in tutte le sue fasi. Sta il fatto che a una certa ora la Sidorow, in una crisi di disperazione e di rimorso, correva al telefono per chiamare la po¬ lizia. La Petersen le assestava un colpo sulla mano che stringeva il microfono. <Non fare sciocchezze — avrebbe detto la dottoressa alla sua amica. — Gli ho dato soltanto una iniezione tonificante...». La dottoressa si allontanava per iniettare al bambino un'altra dose della misteriosa sostanza. E fu in quel momento che la Sidorow riuscì ad avvicinarsi al telefono e a mettere in allarme la polizia. m. c. IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIII

Persone citate: Helga Sidorow, Petersen, Peterson, Wladimir Sidorow

Luoghi citati: Belgio, Bonn, Francoforte, Germania