«La Piovana» del Ruzzante al Festival teatrale di Venezia di Ugo Buzzolan

«La Piovana» del Ruzzante al Festival teatrale di Venezia «La Piovana» del Ruzzante al Festival teatrale di Venezia La commedia, scritta nel 1533, è stata rappresentata dalla compagnia di Ca' Foscari nell'originale dialetto patavino, difficile anche per gli attori - Personaggi violenti, rissosi, abituati a pesanti galanterie (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 19 settembre. Per dare un'idea adeguata dell'ambiente e del tono della commedia «La Piovana> del Ruzzante rappresentata stasera con successo alla Fenice dalla compagnia veneziana di Ca' Foscari come secondo spettacolo del Festival internazionale della prosa, bisogna, anzitutto parlare della funzionale e suggestiva scena ideata da Mischa Scandella. Immaginate una fosca e misteriosa Chioggia del Cinquecento, affondata tra orti e paludi, con davanti xm mare in bufera; il luogo è squallido, sinistro, d'aspetto primitivo*; capanne montate su palafitte, uscioli sgangherati, ponti rudimentali che si lanciano su canali melmosi, ciuffi d'erba gialla; la facciata cadente di una piccola chiesa; paglia, strame, foglie secche; e su tutto un cielo tempestoso, minaccioso, con larghe nùvole rossastre ed arruffate. Questo il paesaggio dove s'aggirano esseri che sono poco più che bruti: cenciosi, famelici, disperati, eccessivi e irragionevoli nell'odio e nell'amore, goffamente avidi di cibo, di sesso e di denaro, che trasformano ogni incontro in lite, ogni discussione in uno scambio atroce di ingiurie e di irripetibili sconcezze, che s'avvinghiano, che si picchiano furiosamente, che si buttano a mangiare grufolando con' gli stessi movimenti dei porci al truogolo, che non conoscono altra galanteria che quella di sollevare le sottane alle femmine e di inseguirle urlando senza mezzi termini la loro incontenibile, straripante cupidigia. Del resto, è il mondo ben [noto del Ruzzante: il mondo dei diseredati, dei villici, dei miserabili uomini del contado, oppressi perpetuamente dalla paura e dallo stomaco vuoto, la cui aspirazione suprema, la felicità più dolce e più grande è di soddisfare i bisogni elementari; uh mondo che 11 commediografo patavino ha mirabilmente è realisticamente espresso in forme originali che si scostano nettamente dai moduli della drammaturgia del Cinquecento, in famose commedie in dialetto còme «E Parlamento del reduce », « Bilora », < Moschetta », «Fiorino». Qui, ne «La Piovana» che appartiene alla sua ultima produzione (fu scritta presumibilmente nel 1533) l'originalità vigorosa del Ruzzante si attenua. Egli si accosta alla letteratura classica e da Plauto prende tale e quale la vicenda del « Rudens », trasportandola ai suoi tempi e colorendola di personaggi sanguigni, di accenti popolareschi, sboccati, beffardi. Ma certe situazioni caratteristiche dèi tipico intrigo' plautino restano: per cui all'inizio stridono con lo stile consueto del Ruzzante le lamentele, del vecchio che piange la scomparsa della figlia durante la guerra; cosi come stride nel finale il riconoscimento che 11 padre fa della ragazza attraverso un cofanetto . contenente gioielli di famigiia. Anche l maneggi dei servi e le smanie del giovane che cerca per mare e per terra l'innamorata faticano ad inserirsi nella libera, rozza e spregiudicata poesia del Ruzzante e tendono fatalmente a Irrigidire la commedia. in uno schema convenzionale. Tuttavia dove la violenza genuina dell'autore prevale, « La Piovana > emana ancora una forza che impressiona. Ma portarla sulla scena oggi è un'impresa da scoraggiare chiunque. Intrepidamente l'ha affrontata la compagnia di Ca' Foscari, diretta e. animata da Giovanni Poli, traendola da un. oblio di quasi quaU»"secoli. Il testo, giunto sul j coscentco con abbondanti tagli, è nel solito antico e aspro patavino campagnolo del Ruzzante: difficile per gli attori pronunciarlo, difficilissimo per il pubblico capirlo: basti pensare che l'edizione de «La Piovana» uscita in questi giorni a Venezia a cura dello stesso teatro di Ca' Foscari reca in appendice una .traduzione italiana del vocaboli della commedia, | accurato $$ particolareggiato lavoro senza il quale la lettura del copione sarebbe impossibile. La rappresentazione è stata caratterizzata da un ritmo gagliardo, da un'estrema vivacità mimica e verbale. I giovani attori si sono prodigati con fervore inesausto dalla prima all'ultima scena. Forse alcuni urli erano di troppo e di troppo era anche qualche capitómbolo e qualche atletica piroetta. Ma d'altra parte gli eccessi, non molti per la verità, miravano evidentemente a rendere con maggiore immediatezza la protervia chiassosa del testo. Il primo tempo ci è parso più compatto, più spedito e sciolto: 11 secondo tempo, in cui i rimaneggiamenti dell'originale sono stati maggiori, ha accusato qua e là momenti di stanchezza. Comunque il successo c'è stato e il pubblico, incuriosito e spesso divertito, ha applaudito ripetutamente e calorosamente Interpreti e regista. Ugo Buzzolan

Persone citate: Foscari, Giovanni Poli, Mischa Scandella

Luoghi citati: Chioggia, Venezia