Due soldati fuggiti dall'ospedale di Udine assalgono di notte un passante a Milano
Due soldati fuggiti dall'ospedale di Udine assalgono di notte un passante a Milano Due soldati fuggiti dall'ospedale di Udine assalgono di notte un passante a Milano Sono un aviere di diciotto anni ed un alpino di ventidue - Avevano deciso di raggiungere la Liguria in autostop ■ Rimasti senza soldi, hanno tentato di rapinare un uomo • Catturati da una guardia notturna (Dal nostro corrispondente) Sfilano, 18 settembre. Un aviere ed un alpino fuggiti dall'ospedale militare di Udine, e di passaggio a Milano diretti in Liguria con l'autostop, hanno tentato di rapinare la scorsa notte un uomo che rincasava. Il colpo è stato sventato dal pronto intervento di un metronotte, Vittorio Dedè di 32 anni, il quale dopo aver messo in fuga i rapinatori, che già avevano buttato a terra il passante colpendolo a pugni e a calci, li ha inseguiti e catturati. Si tratta di Ettore Casati di 18 anni, abitante a Nimis (Udine), e di Emilio Pittau di 22, residente a Rapallo. Il primo si era arruolato qualche mese fa come volontario nell'Aeronautica ed era stato destinato a Caserta; l'altro invece fa parte dell'll" reggimento alpini di stanza a Chiusaforte (Udine). Poco prima delle 2,30, la guardia notturna Dedè stava compiendo il solito giro di perlustrazione in via Monteverdi Giunto all'angolo con via Spontini ha sentito, ad un tratto, delle grida di aiuto. Due individui stavano pie chiando a sangue un uomo che era diretto a casa. I due alla vista della guardia si davano alla, fuga, ma dopo un lungo inseguimento venivano bloccati e presi in consegna della Volante. Condotti in questura dopo più di due ore di ostinato mutismo i giovani confessavano di aver aggredito il passante per rapinarlo del portafogli. Il Casati e il Pittau hanno dichiarato di essersi conosciuti all'ospedale militare di Udine e di aver insieme progettato la fuga. Ettore Casati attualmente era a casa in licenza di convalescenza: poiché il termine stava per scadere, aveva pensato di presentarsi all'ospedale militare di Udine per chiedere una proroga della licenza, affermando di non essersi ancora rimesso. Ricoverato in osservazione, egli in verità stava benissimo e sapeva bene che i medici non gli avrebbero concesso nessuna proroga. Si era cosi messo d'accordo per fuggire con Emilio Pittau, anch'egli al termine di una malattia non grave e prossimo oramai a tornare al suo reparto. L'alpino e l'aviere erano riusciti ad uscire dall'ospedale e, dopo essersi procurati degli abiti civili, avevano incominciato il viaggio. Erano arrivati con l'autostop fino a Milano e volevano raggiungere la Liguria, ma erano rimasti senza soldi. Verso le 2 hanno incontrato il trentottenne Vincenzo Safella che stava rientrando nella sua abitazione, ed avevano tentato di rubargli il portafogli. Si erano avvicinati di soppiatto al malcapitato e, prima che potesse entrare nel palazzo, lo avevano aggredito afferrandolo per le braccia e per le spalle. La vittima aveva però reagito con energia, cominciando a gridare e a divincolarsi. Le invocazioni di aiuto erano state udite dal vìgile notturno che era subito accorso. Confessata la rapina i due militari sono stati fermati e messi a disposizione della squadra mobile, che ora tenterà di accertare se a loro carico esistono altre responsabilità, g. m.
Persone citate: Dedè, Emilio Pittau, Ettore Casati, Pittau, Vincenzo Safella, Vittorio Dedè
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