La nuova tecnica dei radio-isotopi nella lotta contro i tumori maligni di Angelo Viziano

La nuova tecnica dei radio-isotopi nella lotta contro i tumori maligni Il Congresso della Società internazionale di chirurgia La nuova tecnica dei radio-isotopi nella lotta contro i tumori maligni Il prof. A. M. Dogliotti illustra, ai 2500 medici riuniti a Roma,, il metodo della scuola torinese - Invece di irradiare dall'esterno il tessuto canceroso, l'elemento radioattivo viene immesso direttamente nell'arteria che porta il sangue all'organo colpito In questo modo si; aggredisce il male nel punto stesso dove si sviluppa - Trattati finora 72 casi di cancri inoperabili o recidivi (Dal nostro inviato speciale) Roma, 17 settembre. Col far dell'autunno comincia la grande stagione dei congressi medici. Ed oggi la contemporaneità di svolgimento di alcuni di essi in città diverse mette a dura prova l'osservatore. Questo raduno odierno della Società internazionale di chirurgia (2500 medici di 42 nazioni sono riuniti a Roma) ha sul tappeto molte cose di denso interesse. Sono problemi evidentemente inerenti l'arte del bisturi; ma così dicendo non si allude solo alla sapienza tecnica del manovrarlo, bensì a questioni complesse di biologia, che la chirurgia nell'incalzante suo progresso deve pure affrontare. Problemi che ad un cèrto momento pongono medico e chirurgo di fronte a gravi ostacoli, che, essendo di natura biologica, paiono insormontabili. Esempio più significativo, quello su cui ci siamo largamente intrattenuti nei giorni scorsi, cioè l'opposizione testarda dell'organismo ai trapianti. Il bisturi può in tal caso lavorare con mirabile maestria, l'anestesia moderna può coadiuvarlo nell'opera protraitele ora a lungo, Pantibioticoterapia può dar l'aiuto di cui è tanto abile per scongiurare infezioni in agguato, tutte le provvidenze dell' assistenza pre-operatoria e post-operatoria possono cautelare l'andamento dell'equilibrio vitale dell'organismo; ma, come abbiamo visto, la legge della incompatibilità biologica tra tessuti e tessuti di soggetti diversi si oppone ad un cer to punto a concedere il suo definitivo nulla.osta. E' allora che l'opera del chirurgo deve essere suffragata dalla collaborazione delle scienze' fondamentali su cui la medicina si appoggia. Per restare, ael^esempio accennato; che-riguartì? ' il' problema più formidabile, qualche incoraggiante risultato già si è profilato- di questa forma collaborativa, fino ad aver realizzato rabbercia menti almeno temporanei di situazioni davvero precarie Nel pomeriggio d'oggi a classi riunite si è svolto un simposio ! sull'impiego in chirurgia dei radioisotopi, cioè di certi elementi chimici resi artificialmente radioattivi. Specialisti di primo piano vi hanno apportato le diverse vie di applicazione, a cominciare dalla utr lizza zione nella precisazione diagnostica delle alterazio ni strutturali, specialmente nell'apparato scheletrico, da eventi traumatici, alla uti lizzazione per .rivelare come e quando si compiano i fenomeni nutritivi in talune situazioni chirurgiche, come ad esempio nei soggetti che abbiano subito la resezione dello stomaco; sino al loro servizio in funzione non più soltanto diagnostica, ma te rapeutica nel settore dei tumori. - Nei primi casi (relatori Bauer, Johansen, Weiber, Jarnum, Bernier, Fine) i ra dioisotopi assolvono la loro funzione in veste di sostanze traccianti, di debole vita. Vale a dire che, attraverso la captazione della loro radioattività con speciali ap parecchi, rivelano il viaggio per il corpo, di quei particolari elementi cui siano' stati appiccicati per così dire come etichetta rivela trice. Nell'ultimo caso, in vece (relatori Sweet, For rest, Eob, Dogliotti e Mo nasterio), si tratta di loro cariche aggressive per di struggere le neo-formazioni maligne localizzate in qualche settore dell'organismo Questo capitolò dei tu; mori ha attirato più di ogni altro l'attenzione del vasto uditorio. Mentre lo Sweet' si è soffermato sul trattamento focale di lesioni intracra niche, il Forrest si è soffermato sulla distruzione mediante ittrio radioattivo dell'ipofisi. Il prof.. A. M. Dogliotti ha precisato invece i progressi di una sua speciale tecnica, mediante la quale il trattamento regionale dei tumori maligni, a mezzo di radioisotopi o radiocolloidi, è attuato per via endo-arteriosa. Siamo quindi fuori del metodo che si vale della cosiddetta irradiazione interstiziale del tumore, per mazzo di infissioni in esso di sorgenti radioattive solide o mediante infiltrazione di colloidi radianti nella compagine e nella immediata periferia dei tumori. Anche in questa metodica del resto la scuola torinese ha ima ampia casistica ed un largo studio è stato pubblicato in questi giorni a firma del Dogliotti e dei suoi validi collaboratori, dal prof. L. Caldarola — direttore del Centro « F. Foccardi Valletta » dell'Istituto di oncologia di Torino — a Badellino, Cavalli, Calderina Olivieri, Cortesina, Rosa e Sosi. Il sistema endo-arterioso distrettuale consiste nel far pervenire direttamente nell'organo ove ha sede il tumore, e lì soltanto localizzandola, una. sospensione omogenea di grànuli emittènti radiazioni a provata azione cancericida. Si inietta pertanto la sostanza nell'arteria" che porta, il sangue alla zona interessata, ove si ramifica con una fitta arborizzazione di vasi capillari. I granuli, calibrati in modo da penetrare in tale rete senza sorpassarla, finiscono col costituire un microblocco radiante diffuso nella intima compagine del tumore e dei tessuti immediatamente circostanti. Dalle esperienze del 1956 con impiego ' di ittrio 90 il Dogliotti, col Caldarola collaboratori, ha potuto grandemente sviluppare il suo lavoro, specialmente negli ultimi due anni, con l'aiuto del Centro nucleare Sorin di Saluggia, con la messa a punto di un preparato radioattivo costituito da mi crosfere di resina cationica marcate col nuovo complesso colloidale al fosforo P32, allestito dalla stessa Sorin. Al congresso, il relatore hicttstcsasdiIsscdsdn■dbiplsdejqKncmcndm■iiiiiiiiiiiiniiiiiMiitiiM iiiiiiiiiiiiiiiiiiiMi ha illustrato i dati tecnici ed i vantaggi del nuovo radiocolloide, emittente raggi Beta puri con elevata concentrazione della dose e con stabile legame del radioisotopo alla resina. Ogni microsfera marcata al P 32 costituisce una sorgente radioattiva puntiforme. Finora sono stati trattati settantadue casi di tumori maligni inoperabili o loro recidive. Il prof. Dogliotti ha concluso che tale metodo rappresenta certo un nuovo efficace mezzo di cura, che richiede tuttavia ulteriori studi sperimentali e clinici. Sono d'altronde in corso perfezionamenti del cui Orientamen¬ ■ 1111 ■ 11111111111111111111111 ! 11 II 1 II f 11111 f 11111111111111 to è stato pure detto. Il trattamento eiido-arterioso non esclude ma favorisce gli altri mezzi di terapia tradizionale e può giovarsi pure, delle infiltrazioni locali di radio-isotopi. Angelo Viziano

Luoghi citati: Roma, Saluggia, Torino