I miei figli

I miei figliI miei figli (Da iin brano di Victor Hugo) Un uomo si sposa giovane; sua moglie e lui hanno, in due, trentasette anni. Ricco da bambino, è diventato povero nella giovinezza; ha abitato palazzi, ora vive quasi in una soffitta. Suo padre è stato tra i vincitori dell'Europa, adesso è un brigante della Loira. Crollo, rovina, povertà. Quest'uomo, a vent'anni, trova che tutto ciò è naturale, e lavora. Lavorare fa si che ci si ami; amare fa si che ci si sposi. L'amore e il lavoro, sono i due migliori punti di partenza per una famiglia. Gliene nasce una: ecco, infatti, che ha figli. Prende sul serio tutto quest'inizio. La madre nutre il figli?, il padre nutre la madre. Più felicità richiede più lavoro. Passava le giornate all'opera, vi passerà le notti. Che cosa fa? Non ha importanza. Un lavoro qualunque. La sua vita è dura, ma dolce. La sera, prima di mettersi al lavoro fino all'alba, si sdraia in terra e i suol piccoli gli montano addosso, ridendo, can- tando, farfugliando, giocando. Sono quattro, due maschi e due femmine. Gli anni passano, i figli arescono, l'uomo si fa maturo. Col lavoro s'è procurato un certo benessere. Abita nell'ombra verde dei Champs-Elysées. Riceve visite di lavoratori poveri quanto lui; d'un vecchio chansonnier che si chiama. Béranger, d'un vecchio filosofo che si chiama Lamennais, d'un vecchio proscritto che si chiama Chateaubriand. Vive nel suo rifugio, sognando, immaginandosi che gli Champs-Elysées siano la solitudine, predestinato, tuttavia, alla vera solitudine che conoscerà più tardi. Se rimane in ascolto, non ode che canti. Tra gli alberi e lui, ci sono gli uccelli; tra lui e gli uomini ci sono i bambini. La mamma insegna loro a leggere; lui a scrivere. Qualche volta scrive insieme con loro, sullo stesso tavolo; e mentre loro, attenti, tracciano aste e lettere, lui riempie una pagina rapidamente. Un giorno, il minore dei maschi, che ha quattro anni, s'interrompe, posa la penna, guarda suo padre scrivere e gli dice: «Strano, quando si hanno le mani piocole si scrive grande grande, e quando si hanno le mani grandi si scrive piccolo piccolo ».

Persone citate: Victor Hugo

Luoghi citati: Europa