Psicanalisi dell'amore di Remo Cantoni

Psicanalisi dell'amore Psicanalisi dell'amore Che cosa può sembrare più ovvio e conosciuto del l'amore? Il cinematografo, i romanzi, le canzoni, i rotocalchi, la cronaca non ci intrattengono di continuo con le vicende liete o tristi, dolci o amare, della più universale delle passioni? Contro ogni apparenza, le cose stanno diversamente. Proprio in tema d'amore, in questo argomento di così largo smercio e di così vistoso consumo, il nostro sapere è povero e confuso, imbottito di pregiudizi. Un piccolo libro di Erich Fromm, L'arte d'amare (Mondadori, 1963), è un vero catalogo ragionato degli errori morali e intellettuali che si comméttono con maggiore frequenza nell'interpretare la difficile e seducente arte Ogni tentativo d'amare è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria persona lità. L'amore, cioè, non consiste, in una piacevole sensazione o in un fortunato incontro. E' piuttosto un'arte che richiede, come tutte le arti, lavoro e pazienza, impegno e saggezza. L'illusione più diffusa, in materia d'amore, è proprio quella di ritenere amore l'impulso istintivo finalmente appagato con i buoni auspici di una provvida natura. Le cose dovrebbero poi correre per il loro verso, lasciando fare all'istinto e alla spontaneità. E si trascura che l'amore è piuttosto una attitudine coltivata, un orientamento evoluto della perso nalità, un atteggiamento globale verso la vita. Ciò che più importa non è l'oggetto, più o meno eccezionale, dell'amore, ma la facoltà d'amare. Molti giudicano intenso e sublime un amore che ha come conseguenza il culto fanatico e ossessivo dell'oggetto, anche se il prezzo che la personalità paga è l'atrofia della capacità di inserirsi nella realtà e di amarla nei suoi valori. Ma la vita-£n<iin< fenomeno unitario. Chi è prò duttivo, o crede di esser prò duttivo, "nella sola sfera del proprio eros morboso, risultando poi improduttivo in tutte le altre sfere r^*Vesi stenza, scinde arbitraria mente l'unità della vita e fonda il proprio amore sul fallimento e sulla frustrazione. L'amore schietto, veramente umano, travalica la sfera degli istinti, non è oscura brama di possesso o doloroso sacrificio di se stesso. E', ci dice Fromm, premura, responsabilità, rispetto, conoscenza. Amare richiede una generosa apertura verso la realtà, verso la vita nella ricchezza dei suoi significati. L'uomo ormai emerso storicamente dal regno animale e istin tivo. Il livello del suo amo re non può essere quello zoologico Le premesse del pensiero di Erich Fromm si trovano nella psicanalisi di Freud, ma nei confronti dell'orto dossia freudiana Fromm rappresenta una deviazione notevole, una vera e pro> pria eresia. Egli non rispar mia a Freud tutta una serie di pesanti critiche: nell'amore il fondatore della psicanalisi vede solo la espressione o la sublimazione dell'istinto sessuale, una tendenza o uno stimolo paragonabile alla fame o alla sete; Freud fu troppo larga mente influenzato dalle teorie materialistiche del di ciannovesimo secolo ; nelle teorie freudiane vi è una tendenza a sopravalutare la funzione biologica e istinti va del sesso, ignorando c sottovalutando gli aspetti etici e intellettuali, sociali e culturali dell'amore. Non sono critiche nuove Anche i due grandi eretici del freudismo, Cari Gustav Jung e Alfred Adler, muo vono critiche analoghe.. An ch'essi hanno detto che Freud è il prodotto di una epoca vittoriana, inibita e falsamente virtuosa. Nel nostro attuale mondo, antivit toriano, la rude polemica freudiana contro l'ipocrisia moralistica non sarebbe più necessaria. Non si deve tuttavia dimenticare che proprio a Freud, al suo coraggio, spetta il merito di aver contribuito a sdrammatizzare il sesso. E' vero che le teorie freudiane divennero molto popolari negli anni che seguirono la prima guerra mondiale, in seguito ai cambiamenti avvenuti nello spi¬ rcsdazdzslslcivlFndtcs rito del capitalismo. All'eti¬ ca virtuosa del risparmio si sostituì quella antiascetica del consumo. E in quegli anni disinvolti la soddisfazione immediata di qualsiasi desiderio divenne la tendenza dominante tanto nella sfera del sesso come in quella di tutte le altre neces sita materiali. Si passò allora il segno, ma talune crude verità che un male inteso perbenismo occultava furono messe a nudo dal l'analisi geniale e libera di Freud, anche se egli spesso non vide ì limiti dogmatici delle proprie teorie e la si tuazione storica in cui si collocava il suo stesso pensiero. Remo Cantoni