I tre mafiosi furono uccisi dai rivali mentre cercavano dì sfuggire alla polizia

I tre mafiosi furono uccisi dai rivali mentre cercavano dì sfuggire alla polizia La tragica sparatòria notturna sui monti di Corleone I tre mafiosi furono uccisi dai rivali mentre cercavano dì sfuggire alla polizia La loro presenza nella zona era stata scoperta e gli agenti avevano iniziato una vasta battuta - Ora le forze dell'ordine stanno cercando gli assassini con una massiccia operazione appoggiata dagli elicotteri - Fermato il fratello di una delle vittime (Dal nostro corrispondente) Palermo, 11 settembre. Sotto una pioggia incessante, decine di pattuglie radiocollegate con elicotteri danno la caccia, da ieri sera, nelle campagne di Corleone, ai killers della banda capitanata dal mafioso Luciano Liggio; in un violento conflitto a fuoco durato oltre un quarto d'ora, i banditi hanno assassinato tre altri pericolosi malviventi: Francesco Paolo Streva di 50 anni, Biagio Pomilla di Si anni e Antonino Piraino, soprannominato « Mondello » di 41 anni. Teatro del sanguinoso "contro è stato una zona impervia, quasi inacoéssibile, nel folto della boscaglia, a 80 chilometri da Corleone. I tre cadaveri so no stati trovati dal fratello di una delle vittime. Salvatole Pomilla: il Pomilla era stato colpito alla nuca, il Piraino alle spalle, mentre il cadavere dello Streva presentava un or ribile squarcio alla faccia, il che fa presumere che gli aggressori abbiano infierito sul cadavere per sfigurarlo. ' Lo Streva, il Pomilla e il Piraino, erano fra i pochi superstiti della decimata associazione criminosa della quale era capo Michele Navarra, boss della mafia di Corleone, ucciso cinque anni fa in un'imboscata mortale tesagli da Luciano Liggio. Proprio teri la presenza di Streva, Pomilla e Piraino era. stata segnalata nella zona le squadre della operazione antimafia avevano intrapreso un rasterllamento con l'impiego di circa ioo carabinieri t agenti. Polizia e carabinieri sapevano dove si potevano trovare i ricercati e avevano pre disposto le opportune misure: alcuni.uomini travestiti da con tonieri sorvegliavano la strada che da Corleone 'conduce a Frizzi ed inoltre erano state disposte squadre di carabinieri a cavallo. La manovra non de- ve essere sfuggita ai mafiosi, che si sono allontanati in tempo dalla zona. Però, nel tentativo di sfuggire alla polizia, i tre si sono imbattuti nei loro irriducibili avversari che li hanno uccisi. Alcuni fermi sono stati eseguiti nel corso della giornata dai carabinieri. Una delle persone fermate è Salvatore Pomilla, fratello di una delle vittime. Egli ha avuto modo di scoprire i tre cadaveri poiché ogni giorno portava da mangiare al congiunto latitante, che si nascondeva in una caverna di quella zona, in un terreno di proprietà dell'arcivescovado di Monreale. Ieri, come di consueto, stava per raggiungere il fratello quando, a poche centinaia di metri dal solito luogo ove i due si davano appuntamento, ha scoperto la strage. Salvatore Pomilla è subito corso verso Corleone; strada facendo ha incontrato alcuni carabinieri, alla cui richiesta di dove andasse aveva risposto che tornava a casa, ma non ha neppure fatto cenno alla màcabra scoperta dei cadaveri crivellati dalla lupara; egli è andato prima a ca sa, ha annunciato alla sorella la tragica morte del fratello e solo in seguito si è recato al commissariato di polizia. Stamane, come s'è detto, sulla base del racconto fornito dai carabinieri che lo hanno incontrato nei pressi del luogo del delitto, il Pomilla è stato fermato e su di lui pesa l'accusa di favoreggiamento. Il comportamento del gio vane, infatti, ha fatto perdere qualche ora preziosa alle forze di polizia e gli assassini hanno avuto tutto il tempo di allontanarsi. Tra i fermati c'è Antonino Mancuso Marcello, fratello di quel Giuseppe, grosso esponente della banda Liggio, che nel corso di una operazione antimafia è stato catturato in una botola della sua abitazione lo scorso Si agosto; per tutta la notte Antonino Mancuso Marcello è stato tenuto in camera di sicurezza nella caserma dei carabinieri. Oggi è stato in terrogato ma nulla di positivo è emerso dalle sue dichiara zioni. L'operazione di polizia non ha risparmiato neppure il centro di Corleone: sono state perquisite numerose abitazio ni, comprese quelle delle vittime. Le pattuglie danno la caccia al terzetto Rufjino-Bagarella-Provenzano della banda di Luciano Liggio, ritenuto appunto responsabile del triplice assassinio. L'operazione di < setacciamento > dura ininterrottamente da circa quindici ore. Il rastrellamento nella zona che si estende da Marineo fino a Frizzi è proseguito in forze, con {'ausilio di cani poliziotto e di elicotteri dei carabinieri fino al tardo pomeriggio. Un particolare impressionante di questa complessa vi- cenda è quello di un triplice omicidio avvenuto, come ieri notte, il 10 settembre del 1968: caddero uccisi nel corso di una cruenta sparatoria i fratelli Giovanni e Antonino Majuri ed il loro amico Marco Marino. Si tratterà forse di una semplice coincidenza, ma è da considerare che i mafiosi tengono molto in conto, nelle loro vendette, le ricorrenze e le date. Chissà, dunque, che la mortale imboscata di ieri notte in contrada Plrrello non abbia qualche riferimento con i tre assassini compiuti cinque anni fa. f. Biagio Pomilla, a sinistra, e Francesco Streva uccisi nello scontro tra bande rivali (Tel. «Associate Press»)

Luoghi citati: Corleone, Marineo, Monreale, Palermo