Quattro austriaci travolti da una slavina sul Cervino: tre morti ed una donna ferita

Quattro austriaci travolti da una slavina sul Cervino: tre morti ed una donna ferita La giornata era serena ma la montagna insidiosa per la neve fresca Quattro austriaci travolti da una slavina sul Cervino: tre morti ed una donna ferita La comitiva, composta da due uomini e due donne, aveva tentato la scalata malgrado ne fosse stata sconsigliata - Sotto la Testa del Leoneè avvenuto l'incidente - L'unica superstite deve la vita ad una dottoressa novarese giunta prima sul luogo della sciagura (Dal nostro inviato speciale) . Cervinia, 9 settembre. Tre [alpinisti austriaci sono morti e una loro compagna di ascensione è .rimasta .ferita, sembra non gravemente, da una slavina che li ha travolti oggi, poco dopo le quindici, mentre si trovavano sul ne- vaiò che conduce alla Testa del Leone, lungo la via normale per le scalate al Cervino. La tragedia è stata fulminea, ma non è giunta imprevista. Stamattina i quattro — due uomini e due, donne — erano passati dal negozio di Leo Gasperl, loro connazionale, per salutarlo. Gli avevano detto che intendevano salire al Cervino, egli li aveva sconsigliati dal tentare l'impresa. Ha ne vicato negli scorsi giorni, me tri e metri di neve coprono le rocce che strapiombano dalla Testa del Leone e dagli altri ripidi, pendii che conducono alla cima della montagna: Ma uno di loro, un vecchio amico di Gasperl, gli aveva risposto: « Non morirò tranquillo se non avrò fatto almeno una volta il Cervino ». Si chiamava Hugo Geisler, era nato a Kitzbùhel e abitava a Schwarz. Da ragazzo faceva il carrettiere. Leo Gasperl si ricorda che tante volte, mentre tirava il carrettino di apprendista muratore sulle strade in salita del paese, Hugo si offrì di aiùtprlà,] legando il carrettino àt'suó era-' vallo. Stamattina lo .ha visto per l'ultima volta. Erano con Hugo Geisler una donna, Gertrud Lackner, molte probabilmente sua moglie (il suo cadavere non è ancora stato ritrovato, è l'unico che la slavina sembra avere inghiottito), un giovane di ventitré anni, Adolf Alter, e la fidanzata di questo, la ventenne lisa Raschemberger. E' stata quest'ultima a fare il triste elenco dei nomi dei suoi compagni di ascensione ed a raccontare la tragedia, sia pure con frasi sconnesse, con parole rotte continuamente dai brividi della febbre e dai singhiozzi, i Molto probabilmente, Usa Raschemberger deve la vita al coraggio e all'abnegazione di una donna, la signora Mirella Prato Previde, di Novara, che le è rimasta accanto ore ed ore, dopo essere accorsa per prima sul luogo- della sciagura, richiamata dal rombo della slavina e, qualche attimo dopo, dalle grida dei quattro sventurati, che pochi minuti prima aveva visto procedere sul nevaio. La signora Prato Previde, che è medico, si trovava in gita al rifugio Duca degli Abruzzi al Rionde con i figli Guido, ed Emanuela, rispettivamente di otto c dieci anni, e in compagnia di un'altra donna. La dottoressa ha percorso velocemente, in poco più di venti minuti, il tratto di nevaio che separa il rifugio dal luogo in cui si era abbattuta la slavina; per prima ha trovato la giovane II- sa. Gemeva, si lamentava de bolmente, si premeva la ma no sul peno, non poteva muo versi. Con qualche parola in tede sco ed in francese si è fatta intendere dalla' dottoressa, ha spiegato che soffriva terribilmente alla gamba destra e ha indicato il pendio della montagna dove, ha detto, erano precipitati i suoi tre compagni. La signora, Prato Previde Uà agitato un. maglione roSso in direzione del rifugio, ben visibile dal nevaio: era il segnale convenuto che bisognava avvisare le guide del Cervino, perché c'era bisogno di loro. I suoi due figli, che erano ri- masti al Duca degli Abruzzi, sono scesi di corsa a dare l'allarme. Dopo un'ora i due ragazzi avevano già avvertito il capo del Soccorso alpino, Gino Barmasse, che ha immediatamente organizzato una squadra composta, oltre che da lui, dalie guide Piero Maquignaz e Antonio Correi, e dai portatori Matteo Pession ed Albino Pellissier, dai volontari Fulvio Andreola, Italo Vitalini, Romeo Pellissier e dall'infermiere Pino Bagattin. Con la funivia i nove hanno raggiunto Pian Maison e in mezz'ora sono arrivati sul luogo della -sciagura. Qui hanno rapidamente montato la barella, medicando sommariamente la ferita e si sono messi alla ricerca degli altri alpinisti, seguendo le indicazioni della signora Prato Previde, che ne aveva già rinvenuti due.- Si trattava dei due uomini. Dove- vano essere morti sul colpo battendo il capo su qualcuna delle roccette strapiombanti sul sottostante nevaio del «Pluviometro », poco più sopra della croce Correi. Del terzo cadavere, come abbiamo detto, nessuna traccia. Gli uomini della squadra di soccorso hanno quindi rapidamente organizzato il trasporto della giovane ferita a Cervinia, dove sono giunti a mez- zanotte, al lume delle torce elettriche. Subito la povera lisa Raschemberger è stata sottoposta all'esame del dott. Oreste Maquignaz; ha riportato la frattura del calcagno destro. La giovane lamenta anche alcune abrasioni al petto e al volto e molto probabilmente una lesione interno. Domani mattina essa sarà trasportata in autoambulanza all'ospedale Maria Vittoria di Torino. Contemporaneamente, le guide di Cervinia torneranno sulla Testa del Leone per recuperare le salme dei suoi compagni. L'unica sopravvissuta li ha pregati fra le lacrime di tornare il più presto possibile sulla montagna, essa crede che il fidanzato sia ancora in vita: nessuno ha ancora trovato il coraggio di dirle la tragica verità. Ha raccontato che volevano a tutti i costi scalare il Cervino, anche se l'amico Gasperl aveva detto loro di non farlo. La giornata era bellissima, poco dopo le nove di stamattina li hanno visti raccogliere alcune cassette di legno per la frutta, vuote, gettate in un canto dopo l'ultima casa di Cervinia e legarsele sugli zaini: volevano certamente servirsene per accendere il fuoco al rifugio Amedeo di Savoia, dove intendevano pernottare prima di iniziare, domani mattina all'alba, la scalata delCervino. Erano giunti al Breuil stamattina alle otto in mac china. Giuseppe Del Colle lisa Raschemberger, l'austriaca travolta e ferita dalla slavina, viene assistita dopo che le aquadre di soccorso l'hanno trasportata a Cervinia in barella La dottoressa Mirella Prato Previde che ha assistito l'alpinista austriaca ferita. E' con lei il figlio

Luoghi citati: Breuil, Novara, Pian Maison, Prato, Torino, Usa