Il "direttissimo,, per Torino deraglia in una stazione di Milano: nove feriti

Il "direttissimo,, per Torino deraglia in una stazione di Milano: nove feriti Il "direttissimo,, per Torino deraglia in una stazione di Milano: nove feriti Allo scalo di Certosa - Il locomotore e quattro carrozze escono dal binario di viaggiatori - E' il terzo sinistro a Milano negli ultimi quindici giorni Attimi di terrore fra centinaia - Forti ritardi di tutti i treni (Dal nostro corrispondente) Milano, 7 settembre. Il « direttissimo » VeneeiaMilano-Torino, con centinaia di passeggeri, è deragliato oggi pomeriggio all'ingresso nella stazione di Milano Certosa. Il locomotore e quattro carrozze sono uscito dai binari per cause non ancora accertate. Fra i viaggiatori vi sono soltanto cinque feriti e quattro contusi, alcuni del quali torinesi. Il traffico ferroviario è rimasto bloccato per ore. Tutti i treni che passano per Milano hanno viaggiato con ritardi oscillanti tra i 50 e gli 80 minuti. In quindici giorni è il terzo incidente del genere che avviene a Milano. Il 23 agosto deragliò al bivio di Musocco il locomotore del « direttissimo» Torino-Milano, vi fu panico fra i viaggiatori ma nessun ferito. Il 5 settembre, nella Stazione Centrale, uscì dai binàri la locomotiva che trainava l'« accelerato » da Mortara. Oggi alle 14,35 partiva dal binario 11 della Stazione Centrale il « direttissimo» 190 che sarebbe dovuto giungere a Torino alle 16,55. Il convoglio — composto da otto carrozze passeggeri, qua¬ si tutte di seconda classe, del bagagliaio e del carro postale — era affollatissimo. L'incidente è avvenuto alle 14,55, a Milano-Certosa, mentre il convoglio — a velocità regolarmente ridotta — attraversava gli scambi di entrata alla stazione, dinanzi alla cabina «A» del posto di blocco n. 5. Nell'istante in cui il treno sfrecciava nello scalo il personale della stazione ha udito un fortissimo schianto e ha visto, fra una miriade di scintille che partivano dalla linea aerea, il locomotore e il carro postale uscire dai binari. Il locomotore, molto più pesante, si è fermato quasi subito, inclinato paurosamente a un metro dal secondo binario; la carrozza, spinta dai vagoni che seguivano, si è posta di traverso alle rotaie, ha ribaltato e si è sfasciata. Altre tre vetture si sono sviate. Accortosi che il locomotore usciva dai binari, il macchinista, con sangue freddo, non ha perduto il controllo della manovra: tempestivamente ha azionato la «rapida», lo speciale freno di emergenza, arrestando il convoglio quasi subito ed evitando che il sini¬ i stro assumesse più vaste proporzioni. Il panico che ha colto i viaggiatori del treno è stato vivissimo. Passato il primo momento di muto terrore, si sono levate da tutte le carrozze e da ogni scompartimento urla disperate. Sono accorsi subito il capostazione di Certosa, numerosi ferrovieri e molti viaggiatori in attesa d'un treno locale. Essi constatavano che l'incidente si era risolto senza danni troppo gravi per i passeggeri. Molti avevano il volto Inondato di sangue, altri per lo «choc» non riuscivano a tenersi in piedi, una madre piangendo stringeva al petto la figlia di due anni che era stata colpita alla testa: tuttavia nessuno sembrava gravemente ferito. Mentre feriti e contusi — nove in tutto — venivano soccorsi, gli agenti della Polizia Ferroviaria piantonavano il carro postale sfasciato nel deragliamento, attorno al quale erano sparse centinaia e centinaia di lettere, di «rac comandate», di stampe e di pacchi. Le autolettighe trasportavano all'ospedale le vit Urne. La più grave era una don¬ na: Jolanda Poliboni-AIbani, quarantenne, dimorante a Verona e ricoverata con prognosi riservata. Varie lievi ferite avevano riportato Chiara Girondella ved. Gallo di 62 anni, abitante a Novara in via Biglieri 1 e madre d'una maestra, Lucia Zannoni di 28 anni da Cormano (Milano), Faustino Cattai, trentunenne, residente a Jesolo (Venezia) e l'apprendista Daniela Pauletto, di 14 anni, abitante a Trofarello (Torino)- in via Vittorio Emanuele 44. Agli ospedali Maggiore e Fatebenefratelli venivano poi medicati quattro viaggiatori che lamentavano dolorose contusioni:* il piccolo Roberto Quinale di 2 anni abitante a Torino in borgata Leumann (frazione di Collegno) che aveva battuto la testa in uno spigolo mentre la madre lo te neva in braccio, il trentanovenne Vincenzo Crespi, , dimo rante a Torino, Teresa Petterino di 58 anni da Gattinara (Vercelli) e Giuseppe Pacotto, cinquantottenne, da San Maurizio Canavese (Torino). Il Crespi era stato raccolto privo di sensi in mezzo ai binari: era svenuto appena sceso dal treno dopo l'incidente. Egli ha poi raccontato che nel 1950 era stato ferito in un altro incidente ferroviario avvenuto a Codogno. Le ipotesi sulle cause del sinistro sono due: quella dello sviamento del convoglio o la avaria al materiale. E' cioè possibile che i binari, magari molto vecchi e indeboliti dalla continuai u?"va, si siano slineati. Non è neppure escluso che uno scambio abbia funzionato male, facendo uscire dai binari le ruote del locomotore. g. m.

Persone citate: Daniela Pauletto, Faustino Cattai, Giuseppe Pacotto, Jolanda Poliboni-aibani, Leumann, Lucia Zannoni, Mortara, Teresa Petterino, Vincenzo Crespi