Motivi tecnici e psicologici dei ribassi nelle nostre Borse di Renato Cantoni

Motivi tecnici e psicologici dei ribassi nelle nostre Borse Ieri a Milano si sono toccati a metà riunione i minimi degli ultimi 3 anni Motivi tecnici e psicologici dei ribassi nelle nostre Borse L'elevato costo delle operazioni a riporto e dei bolli sui fissati e la scarsa liquidità hanno rarefatto gli scambi - Le nuove emissioni obbligazionarie hanno messo in crisi il reddito fisso • Vi sono parecchie possibilità di ricupero, ma occorre ristabilire la fiducia degli imprenditori e del risparmio (Nostro servizio particolare)' Milano, 5 settembre. Oggi alla Borsa vajori di Milano, verso la metà della consueta riunione, si è toccato un primato non invidiabile: il minimo degli ultimi 3 f.nni e mezzo. Occorre ritornare infatti al febbraio del 1960 per trovare dei corsi inferiori. Fortunatamente alla fine della seduta buoni interventi sui valori di più grande mercato hanno raddrizzato la situazione e la rottura dei prezzi già in atto è stata arginata. Cosa succede e perché solo la Borsa del nostro Paese si trova in questa difficile situazione? Sono già mesi che viene segnalata una preoccupante povertà di affari e la mancanza quasi assoluta di nuove iniziative. La prevalenza dei motivi politici e psicologici mette in quarantena le nostre Borse e ci si accontenta di vivere alla giornata, con qualche intervento toniflcatore nei momenti più delicati. Ma con dei semplici palliativi non si può durare a lungo e la rarefazione della liquidità, con il rallentamento che ne è conseguito in fatto di ulteriore espansione della nostra economia, non hanno mancato di produrre riflessi negativi sui mercati mobiliari. Il pesante gravame dei bolli sui fissati e l'elevato costo dei riporti — soprattutto se raffrontato col reddito dei principali titoli — hanno, alla lunga, messo in difficoltà quella parte degli operatori differenziali che si riteneva, ancora non molto tempo fa, in posizione di tutto riposo, dato il forte margine di garanzia posseduto. Ciò ha rarefatto quegli ulteriori interventi a difesa che si verificano puntualmente quando le rotture diventano più pronunciate. Ecco perché è tanto facile pregiudicare la. situazione tecnica del mercato quando le vendite assumono una certa consistenza oppure ci si trova di fronte a forzate liquidazioni. In Borsa al momento attuale, il bello e il brutto tempo è preannunciato dal comportamento di tre o quattro valori guida, Snia Viscosa e Assicurazioni Generali in testa, ed è sufficiente una debolezza di questi per coinvolgere l'intera quota. Il ribasso provoca reazioni a catena anche nel delicato e complesso settore delle operazioni a premio (in vista delle scadenze di fine settembre, previste per il 18, risposta premi, e il 19, riporti). Naturalmente l'attuale situa zione serve da incentivo per tentare modeste operazioni cifferenziali al ribasso, come ca pita sempre in simili frangenti. Questo, se si vuole dare una rapida spiegazione puramente tecnica agli ultimi avvenimenti, ma il risparmiatore, preoc cupato da tanti rovesci e mi pressionato dal fatto che le nostre Borse sono praticamente 1« uniche a segnare burrasca quando le altre più importanti del mondo lanciano bollettini di nuovi primati raggiunti, vorrebbe saperne qualcosa, dì più. Cioè: qual è la vera situazione di fondo dei nostri mercati finanziari; le reali prospettive della nostra economia e 1 motivi che stanno alla base di una crisi cosi prolungata. Alcuni scambi di idee avuti di recente con alte personalità responsabili della nostra economia hanno confermato l'origine squisitamente politica e psicologica della ingarbugliata situazione creditizia e monetaria. La produzione, sia pure con margini più ristretti in certi settori, è tuttora in pieno sviluppo; il livello medio del tenor di vita è in continuo aitteldcbgsl1 aumento; il finanziamento alle imprese (sia pure con un criterio di priorità per le iniziative più essenziali) non manca e si può anche affermare che la liquidità di diversi istituti di credito non è così scarsa come la voce corrente vorrebbe accreditare. Sono annunciate in questi giorni nuove importanti emissioni obbligazionarie (50 miliardi Imi — 50 miliardi di Isveimer e via discorrendo) e sovrastano, su tutto questo delicato settore della nostra economia, le prime scadenze delle rate e degli interessi dovuti a fronte del riscatto degli impianti elettrici da parte dell'Enel. Ma non è la prima volta che il Tesòro e diversi enti parastatali ricorrono al mercato del credito per le loro neces sita. Come mai annunci e previsioni del genere mettono ora in crisi l'intero comparto del reddito fisso? Tutte le economie necessitano, per non incorrere in pericolosi rallentamenti o intop pi, di una adeguata preparazione psicologica alle novità, il che da noi non è purtroppo avvenuto. Vi sono tuttora parecchie possibilità di ricupero, ma occorre innanzitutto ristabilire la fiducia da parte degli imprenditori e dei privati e questo può avvenire solo coi fatti e con l'esempio dato dall'alto. Renato Cantoni

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