La vita di tre giovani ladri d'auto

La vita di tre giovani ladri d'auto Sorprendenti rivelazioni di un'inchiesta su un fatto di sangue La vita di tre giovani ladri d'auto L'altra notte un cittadino sparò dalla finestra per mettere in fuga dei giovinastri : uno fu ferito alla faccia, ma non è grave - L'arresto dei complici, autori anche di un altro furto - Appartengono a famiglie che hanno lavorato duramente per raggiungere un discreto benessere • Nelle tre case entrambi i genitori hanno un buon impiego; una famiglia è proprietaria di un negozio di elettrodomestici; un'altra aveva comprato la «500» al ragazzo - Una madre: «Piuttosto che continui a fare il delinquente, preferisco che muoia» • Il feritore denunciato per lesioni I due compagni di Franco Plantamura, il ladro d'auto ferito l'altra notte in via Valgioie da un colpo di carabina sono stati arrestati dalla Squadra Mobile. Sono Primo Eufemio Tasco, diciottenne, e Cosmo Scrimieri, vent'anni. Abitano alla Falcherà. Da ieri mattina sono alle Nuove, a disposizione della magistratura. La polizia ha recuperato la « Giulietta > celeste su cui ieri notte, hanno corso la loro avventura. L'avevano rubata il giorno prima a Giorgio Garavelli, 28 anni, abitante in corso Inghilterra 47. Essi stessi hanno indicato dove l'avevano nascosta- un viottolo in collina, che si dirama da via S. Vito. Aveva i sedili insanguinati, la « capote > di tela nera forata da un colpo di carabina II proiettile era ancora nell'interno: la traiettoria aveva sfiorato la nuca del guidatore. I due giovani negano l'episodio culminante della notte scorsa. < Abbiamo accompagnato Franco in via Valgioie — sostengono — e qui è sceso. Non ha voluto dirci dove andava. Poco dopo è tornato ferito. Non sappiamo quel che è successo ». Franco Piantamura se la caverà. La pallottola lo ha colpito all'altezza dello zigomo sinistro, con direzione dall'alto in basso, ha attraversato il palato ed è uscita dal collo, a destra. Un frammento è rimasto sotto la lingua. Il ragazzo è ancora in stato di choc: per questo i medici non hanno sciolto la prognosi. Ma la ferita non è grave. Guarirà anche senza interventi. Non sarà nemmeno necessario asportare il frammento di piombo, innocuo. La mentalità di questi tre giovani è sconcertante. Sono giunti a Torino quando erano bambini. Della miseria del paese d'origine, dei primi anni di lotte e di sacrifici, hanno solo una nozione vaga, filtrata attraverso i ricordi dei genitori. Sono cresciuti e si sono formati nella grande città, in un alloggio decoroso. Hanno conosciuto, il benessere: uno di loro ha la «500», un altro poteva disporre dell'auto del padre. Sono di alta statura, robusti, parlano quasi senza inflessioni dialettali. Vestono con proprietà. Ormai lontani dal mondo che li ha visti nascere, ma altrettanto dalia società laboriosa e ordinata che li ha accolti: è il problema della «seconda generazione», che tra gli immigrati negli Stati Uniti; quaranfanni fa, ha assunto tinte drammatiche. Siamo entrati nelle loro case. Sono stati i cronisti a dare, ai genitori di Franco Plantamura, la notizia che il. loro ragazzo era ferito. L'appartamento è arredata con decoro. Vincenzo Plantamura, 42 anni, e la moglie, lavorano come operai alla Westinghouse. Anche il figlio maggiore, ventunenne, è in fabbrica. Franco lavorava, fino a tre giorni fa, col padre. Gli altri quattro figli, tra 1 15 e i 6 anni, vanno a scuola. La madre, quando ha appreso la notizia, è svenuta. II padre è rimasto .cupo, senza parole. Forse si aspettava qualcosa del genere. Sei mesi fa il figlio era stato fermato dai carabinieri in compagnia di un ladro, su un'auto piena di refurtiva. Stamane, la madre di Franca non ha potuto alzarsi dal letto: era pallida, sfatta. «E' un bravo ragazzo», ha sussurrato. Tutte le madri sono pietose. Ma questa ha avuto la forza di aggiungere tra sé, a mezza voce: « Piuttosto che continui a fare il delinquente, preferisco che muoia ». E' scoppiata in pianto, come pentita per le parole crudeli: « Se lo vedete — ha detto tra i singhiozzi — portategli un bacio per me. Ditegli che non avevo mai visto una lagrima negli occhi di suo padre, ma che questa notte l'ha trascorsa piangendo ». Anche l'alloggio dei Tasco è arredato con eleganza: mobili nuovi, scaffali di libri alle pareti. Primo Eufemio è il più anziano di cinque figli. Il padre, manovratore dell'Atm, ha raggranellato soldo su soldo un piccolo capitale, ha aperto un negozio di elettrodomestici in piazza Chironi. La madre ItnillMIIMIIIIMIlllir.rUlllllllllrStllItilMHlllllllll sta al banco. € Abbiamo lavorato giorno e notte per lui — dicono — a Torino avevamo trovato la fortuna e un benessere che, al nostro paese, Brindisi, non ci saremmo nemmeno cognati ». Per Eufemio, niente era abbastanza buono. Poteva prendere l'automobile quando ne aveva bisogno per qualche gacctnsdpMIIIMIlltMMIflIIIMIIlMtlliltl Illlirill UHI gita, quest'estate 11 padre lo aveva portato con sé in Francia. tNon volevo fargli mancar nulla, perché non avesse tentazioni — dice, amaro — non è servito a niente». Ieri notte, quando i cronisti hanno suonato ella "porta del Tasco, il giovane era appena rincasato. Il' padre ha I IMIIIIMIIIIIIIIIIMMIIMIIIllllllPllltMIIMIIIII o e — a a I r 1 a a r a ' e , a e . o è o , i a o aa, o o à n, a a ni o n 3 r ae ascoltato, in silenzio, il ' racconto di quel che era accaduto al Plantamura. « E tu, dov'eri.'», ha chiesto al figlio. <A ballare, all'Bnaly, ha risposto ' il. ragazzo arrossendo. « Mascalzone », ha ruggito l'uomo. É lo ha scaraventato a terra con un tremendo pugno nella schiena. < Dimmi dov'eri, delinquente », ha incalzato con le mani alzate. E' stato necessario trattenerlo a forza. Poi è crollato su una sedia, ha affondato il viso tra le mani. « Proprio ora, dovevi farmi quésto — ha mormorato ±- proprio ora- che sono giunti i parenti dal paese, per vedere rome ci eravamo sistemai! ■>. feri mattina era a letto, con un attacco d'asma quando gli agenti sono venuti a prelevare il figlio. Non h§^voJ^^a.vederlp,.'E' rinja-J stptcphr gtìvicch'f 'chiusi, #?re-spixo. affannoso. « Dei J lèi,-ripèteva con vóce spezzata. Anche 1 genitori di Cosmè Scrimieri lavorano entrambi: il padre Antonio, 46 aiini, alla Fiat Ricambi, la madre Linda in un magazzino di stoffe. Hanno un'altra figlia, Rita di 18 anni, che fa l'impiegata. Cosmè era operatore alla Mondisi Piston. Quattro persone, quattro stipendi: in casa c'è l'agiatezza. Ma del ragazzo, i vicini non avevano una buona opinione. < Un farfallone — lo hanno definito — sempre ben vestito, sprezzante ». Aveva la 500, ma non gli bastava. Come i suoi compagni, voleva l'ebbrezza della corsa sulle macchine sportive, rombanti. Quelle che fanno voltare le ragazze per strada. Per -loro, rappresentavano il nuovo mondo che li aveva accolti, che bisognava conquistare in fretta. Senza la pazienza, la tenacia, lo spirito dì sacrificio con cui i genitori erano venuti dal Sud verso la grande città. Ieri, Demetrio e Giovanni Gandino, i due giovani industriali che hanno reagito con il fucile ai ladri, sono stati interrogati dal dott. Sgarra della Squadra Mobile. « Ho sparato prima in aria — ha detto Demetrio — ma le detonazioni della carabina, che è di calibro minuscolo, sono appena più forti di un colpo di tosse. I ladri non sono fuggiti. Allora, ho mirato a terra, ma senza intenzione di ferire. Volevo colpire le gomme della loro Giulietta, per bloccarli, mentre mio fratello scendeva con un cane e con la pistola >. Verrà denunciato, a piede libero, per lesioni. osrazatelal'pdccol'nAconSoTntdrs' i ■■ 11 •■ 1111 ri 111 j ri 111111m11111111 ■■ 1111 ■ i ■ t ■ 11 ■ 1111 ri ti i Il dolore della madre di Franco Plantamura: «Meglio morto che delinquente!». Oli altri due arrestati: Cosmè Scrimieri e Primo Tasco

Luoghi citati: Brindisi, Francia, Stati Uniti, Torino