Gli influssi italiani nell'arte di Velazquez

Gli influssi italiani nell'arte di Velazquez Gli influssi italiani nell'arte di Velazquez Conobbi di nome José LopezRey nel 1935, vedendo l'annuncio di un suo libro sii Antonio Pollaiolo, pubblicato poco dopo che avevo cominciato a stampar re i primi capitoli di un volume sul medesimo tema. Il libro, introvabile in Italia, potei poi leggerlo all'estero. Ma soltanto dopo molti anni, passata la guerra e la liberazione, conobbi l'autore, e seppi che egli era stato ministro per le arti nel governo repubblicano spagnolo, ed aveva dovuto prendere le vie dell'esilio. Lopez-Rey era ormai professore nella New York University, e notissimo per i suoi lavori sull'arte spagnola e su Goya, al quale ha dedicato uno studio che, specie di fronte alla falsificazione psicologica « saturnina» dell'agile Malraux, è un esempio ammirevole di ricostruzione storica del mondo di sentimenti, d'idee, d'impulsi etici di un artista in una grande crisi, ricavato dall'opera interpretata come espressione d'interiorità. Il grande volume che egli ha dedicato a Velazquez (V., a catalogne raisomié; London, Faber a. Faber, 368 pagine e 458 tavole) si presenta con una rara modestia, malgrado le 120 pagine d'introduzione critica. Risultato di molti anni di lavoro, in effetti il catalogo è impressionante, in quanto controlla ben 658 opere, in ogni paese del mondo, quasi tutte sottoposte a diretta autopsia e minutamente indagate, con un'analisi che spesso ricorre anche a radiografie e ad altri strumenti di verifica, oltre alle indagini filologiche che hanno portato a molte correzioni e aggiunte originali. • II catalogo differisce sostanzialmente da tutti i precedenti. Basti come indicazione che per il Mayer (1936) le opere autografe di Velazquez erano 174, mentre Lopez-Rey le riduce a 129. E per esempio delle otto opere attribuite all'artista nella raccolta Contini Bonacossi una sola è riconosciuta all'artista. Esattamente, essendo le altre copie o ripetizioni di studio, o che appartengono a pittori italiani, persino al Padovanino. Il valore del catalogo sta nel fatto che Lopez-Rey non' è né « espansionista » né « contrazionista », ma un esaminatore rigoroso che ha sondato ogni opera alla luce di un'esperienza sempre più approfondita dello stile di Velazquez e del suo svolgimento, e da sottili rapporti comparativi ha derivato la capacità di individuare le pitture autentiche, gli interventi parziali, soprattutto l'immenso stuolo delle repliche e delle copie, le opere spurie, nello stesso tempo riuscendo a precisare alcune figure di allievi e di aiuti, tra i quali prende un posto eminente il Mazo, copiato da Manet. Anche la nuova datazione è generalmente convincente, logica nel suo dimostrato percorso. Il fenomeno dell'orbita velazqueziana, cosi caratteristico, fi spiega in due modi e per due ragioni. Velazquez era 'pittore di corte, anche prima d'esserne ciambellano, quindi il suo servizio comprendeva, tra l'altro, una ritrattistica ufficiale anche a fini diplomatici e d'alleanze matrimoniali dinastiche, oltre a compiti celebrativi e decorativi. In questo servizio ebbe aiuti e collaboratori numerosi e attestati, anche se non è sempre possibile identificarli. Ecco perché una grandissima quantità d'opere che li trovano anche in grandi musei ed hanno illustri provenienze è di questa sorta. La liberazione dello stile di Velazquez da queste deriva ' mi od approssimazioni è necev 'ia per cogliere il carattere della sua arte. . Ma c'è anche il fenomeno ch'è d'uso chiamare c el velazqueno », e che è stato illuminato dalla mostra madritena 'del i960, cioè il gusto per Velazquez, la sua imitazione, la continua presa a modello sin dal primo tempo sivigliano. L'artista ha intorno a sé tuia gravitazione, che non ha Zurbaran come non l'aveva avuta El Greco. Si tratta qui di una espansione del linguaggio, della accettazione di una c poetica » e delle sue fonti, di cui Lopez-Rey traccia le linee essenziali, leggendola .di preferènza nelle opere, con giusti limiti alle illazioni dell'* iconologia », precisa smentirà di ogni sovrapposizione all'artista individuo di generalità elaborate dalla c storia della cultura», e invece con sottili richiami allo spettacolo spontaneo e mimico, ed a una filosofia della vita che emerge dal suo fare, cioè dal modo come immagina, ctutmJK*, fa emergere un clima fleaesptpldnegètzsrcptmlspcfdus«cdsgs(mgz fantastico, semplifica senza polemica, ma in senso nettamente antibarocco, le sue immagini o evocazioni, dipinge con una flessibilità felice e improvvisa che è proprio la conquista della certezza della sua ispirazione. Lopez-Rey ha affrontato, si può dire che ha riscoperto, a lunga distanza dalla percezione del Beruete circa l'i idealizzazione» di Velazquez, la 1 polarità » esistente tra la mitologia trasfigurata della regalità e quello che è di solito definito come 1 naturalismo » tra storico e di vocazione eccezionale, e che meglio si potrebbe chiamare profonda, radicale continuità col reale e col visibile, che spiega la sua preferenza più stabile e definitiva per Tiziano, l'altro grande, misteriosamente comunicante con l'essere. Velazquez. il pittore di nessuna retorica, forse il più limpido, decantato in una semplicità che è ragione severa, etica ferma e canto spiegato perché dominato e consapevole di se, uomo di dovere quotidiano ma sempre in attesa della gocthia'na « occasione » di poesia,, dt idee concise e di convinzioni profonde, sin dall'inizio del suo ciclo sceglie cultura, strutture e linguaggio con un'indipendenza assoluta: Caravaggio e Bhieghel (Trio musicale di Berlino, 1617-18), e non ne dimenticherà mai le architetture nitide e il gesto diretto. Forse occorre ac centuare l'impressione da ' Rubens, trionfale a Madrid nel 1628: vedi specialmente il Bacco del 1629. Ma già a Madrid, poi nel primo nostalgico viaggio d'Italia, è ai veneziani, soprat tutto a Tiziano e Tintoretto che va la sua attenzione, alle loro istantanee vitali che si tra ducono negl'impasti viventi e nella pennellata ch'è un fluido urgente e sensitivo in cui può passare ogni movimento anche fuggevole dell'anima, conservando per sempre quella vibrazione vertiginosa ch'è nelle dita moltiplicate della filatrice nella Favola di Aracne, e che i critici accademici chiamavano 1 pentimenti ».: ■<■>■••> '"• Malgrado la sua vita e il suo carattere d'i hidalgo », perciò Velazquez già tra i contemporanei fu sent>' j come se appartenesse alPa .e italiana; mentre per ragioni non solo di conflitto politico, ma di diversa cultura, non iu noto né apprez¬ zato in Francia, sino alle guerre napoleoniche; una delle prime prove il Busto d'uomo del Louvre (n. 70), che potrebbe essere un esercizio spagnòlo di Géricault o di Ribot. Quest'opera '- maestra di Lopez-Rey, la maggiore dell'annata critica, è destinata a restare negli studi, e non solo per la sua validità' specialistica, ma per il contenuto e il metodo critico, i quali dimostrano ancora una volta che. i grandi artisti esigono, per la lóro comprensione, capacità d'intelligenza e di cultura, ma anche d'umanità e d'etica. . Carlo L. Ragghiatiti

Luoghi citati: Berlino, El Greco, Francia, Italia, Madrid, New York