«Mio fratello non è caduto è stato gettato dal balcone»
«Mio fratello non è caduto è stato gettato dal balcone» «Mio fratello non è caduto è stato gettato dal balcone» La drammatica denuncia a Milano - La vittima, un operaio di 33 anni, era stato rinvenuto cadavere in un cortile (Dal nostro corrispondente) Milano, 31 agosto. Angelo Remondini, l'operaio trentatreenne di Corsico rinvenuto cadavere domenica scorsa in un cortile dello stabile di via Stendhal, non Ba¬ rebbe caduto accidentalmente dal terzo piano, ma sarebbe stato spinto nel vuoto. Questa la drammatica denuncia presentata stamane alla polizia dalla sorella del morto, Lina Remondini di 40 anni, la quale ha aggiunto di essere in grado di provare 1 motivi per 1 quali il fratello sarebbe stato ucciso e d'indicare il responsabile. L'accusa è ora al vaglio del funzionari che hanno interrogato lungamente la donna. Gli inquirenti erano convinti che l'operaio si fosse recato in via Stendhal a incontrare una donna sposata, con la quale aveva da tempo una relazione. Oggi Lina Remondini ha consegnato alla polizia una lettera scritta da questa donna al fratello il giorno prima della tragedia. In essa comunica all'amante l'intenzione dì troncare ogni rapporto con lui. « Ti amo ancora — dice la lettera — ma fra noi due tutto deve finire >. Non si può quindi escludere che, quella sera, Angelo Remondini fosse andato a trovare l'amante per chiederle spiegazioni ed abbia trovato dei parenti della donna (magari il marito) e con loro sia venuto a lite. Infatti, secondo la so- rella della vittima, il giovane operaio sarebbe stato gettato di proposito dalla finestra. Secondo la prima ricostruzione del fatto — come forse si ricorda — il manovale era stato sorpreso in una toeletta del terzo piano dello stabile i vja Stendhal (un vecchio ediflcio con i servizi igienici sul pianerottolo e in comune tra quattro-cinque appartamenti) da due inquilini, il camionista Remo Marzorati di 46 anni e l'impiegato Spartaco Madlni, di 50. Convinto di trovarsi in presenza di un ladro, il Marzorati si era appostato sulle scale deciso a sorprendere il malvivente quando questi fos se finalmente uscito dalla toe letta. Poco dopo, però, il ca mionista sentiva un urlo prò venire dallo stanzino, poi il tonfo di un corpo. Affacciatosi alla finestra, vedeva un giovane disteso sul cemento del cortile. Angelo Remondini, subito soccorso, era spirato al Policlinico due giorni dopo il ricovero senza riprendere conoscenza. La sua fine era stata attribuita a disgrazia anche se non si era potuto appurare la ragione per la quale la vittima si trovava nello stabile. Il colpo di scena odierno distruggerebbe l'ipotesi della disgrazia. Se i sospetti della sorella dell'operaio hanno fondamento, i fatti si sarebbero svolti in tutt'altra maniera e Angelo Remondini sarebbe stato ucciso. g, m.
Persone citate: Angelo Remondini, Lina Remondini, Marzorati
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