Il «gioco della morte» nella savana fra i cavalieri del Continente Nero

Il «gioco della morte» nella savana fra i cavalieri del Continente Nero Discendono dai conquistatori arabi i guerrieri dei Camerali Il «gioco della morte» nella savana fra i cavalieri del Continente Nero Indossano corazza e schinieri, portano elmi come i crociati d'un tempo - Ancora oggi, dimostrano il proprio coraggio con una «sfida» terribile • Alcuni uomini si fanno seppellire fino al collo nella sabbia, i concorrenti balzano a cavallo, partono alla carica - Vince chi, nel vorticoso turbine della polvere sotto il sole implacabile, scaglia la sua arma più vicino alla testa del «bersaglio» - Ma se lo colpisce, muore anche lui Bey Bouba (Camerini), agosto, I cavalieri, aprendosi la strada tra le alte erbe del cramm-cramm, si dispongono tutt'attorno a noi, in cerchio. Alzano i fucili al cielo, sparano qualche cólpo a vuoto, e si mettono a gridare tutti, come incitandosi a vicenda. E' un modo come un altro per far festa, ma ancora non lo sappiamo e siamo quindi preoccupati: avanziamo in >jeep in una savana deserta, non abbiamo interprete, non sappiamo a chi appartiene questa terra né a chi obbedisce questa gente, curiósamente armata. Proprio guai'dando più attentamente quel loro equipaggiamento militare, ai nostri timori si sostituiscono sorpresa e interesse : comprendiamo di trovarci di fronte a dei cavalieri foulbé, una delle curiosità storiche' più importanti di tutto il Continente Nero. Hanno i cavalli ricoperti di gualdrappe a scacchi come quelle dei paladini medioevali; il loro incedere è maestoso e ordfnato come se chi li guida conosca le regole più auliche della cavalleria, i Quando si muovono di villaggio in villaggio, scortando uno dei loro sultani — il Lamidò — o quando vanno incontro ad ospiti di riguardo, molti — se non tutti — sono coperti di armature metalliche a protezione delle gambe, del petto; della schiena, e hanno elmi metallici lavorati e piumati, proprio come gli antichi paladini e i crociati. II paragone, non è casuale : quei cavalieri sonò i discendenti jdi tribù islamiche otto secoli fa partecipi della lotta in Terra Santa contro gli invasori cristiani; combattendo contro di loro ne appresero i modi e le abitudini,,; l'arte di, ^conciarsi ed accóncia?© 'gjpro- rono le armature e gli elmi piumati. Poi ritornarono alle loro terre d'origine, e mentre per il resto del mondo i secoli uno dopo l'altro passarono veloci rivoluzionando gli usi ed i costumi, per loro la storia scrisse pagine ben diverse. Ebbero lotte e emigrazioni, attra versarono il Sahara e si sta bilirono nelle terre tra de serto e Àfrica Nera, per duti in una zona lontana più di tremila chilometri dal mare, e più di mille dai grandi fiumi. In questo isolamento il tempo rimase immobile per le popolazioni foulbé, per i loro sultani e per i lóro cavalieri; e questi continuarono a vivere, ordinarsi e coprirsi come avevano, appreso dai crociati: anche perché quelle armature, quelle armi, quell'ordinata maniera di combattere quand'era necessario, diedero loro una forza invincibile rispetto alle tribù negre con le quali vennero a contatto. -, Ora siamo davanti al vecchio Lamidò di Rey- Bouba, e parliamo dei.suoi cavalieri, gli chiediamo di riunire i migliori, e di ordinare per noi la prova degli « uomini sepolti ». E' una prova di coraggio conosciuta da tutti i ; cavalieri arabi, noi ne abbiamo sentito parlare tante volte, e ne abbiamo visto una dimostrazione anche nel gebel tunisino di Gai sa, anni fa. Ma sappiamo che qui, tra i cavalieri foulbé delle savane, la prova si fa anco ra come nei tempi più antichi, quando la vita era con tinuamente messa in gioco anche solo per mostrare la misura del proprio coraggio. Il Lamidò si consiglia con gli anziani, poi ci chiede un forte regalo per i cavalieri che partecipano alla prova; in fondo è un vero arabo e non sa rinunciare all'occasione. Noi accettiamo, e in pochi giorni il villaggio do-.e siamo di base diventa un antico accampamento di pa ladini medioevali. Quando .il momento è giunto, molte lance, contraddistinte ciascuna da un nastro di. di verso colore, sono conficcate nella sabbia di un tratto battuto di savana, a qualche chilometro dall'abitato. Il Lamidò è seduto all'ombra di un grande parasole, tra i suoi dignitari. Al centro della zona scoperta, dieci uomini sono sepolti fino al collo nella sabbia; al di là dei sepolti sono schierati i giovani cavalieri in costu¬ me medioevale. Più oltre è| la folla degli uomini e delle donne venuti dai villaggi intorno. Il vecchio Lamidò parla ai cavalieri, e pur non capendo il significato del suo discorso in arabo, dalla sua voce comprendiamo che ripete antiche leggi della sfida, regole di un rituale rimasto identico nel tempo, Non appena il Lamidò ha finito, i giovani si dirigono verso i propri cavalli, balzano in sella, partono al galoppo e passano correndo davanti al mazzo di lance conficcate nella sabbia; senza rallentare, ciascuno, al passaggio ne afferra una. Poi tutto il gruppo si dispone su di una linea a circa duecento ìr.otri dagli uomini sepolti, abbassano le lance e si chinano sul collo del proprio cavallo. Un gran silenzio è sceso sulla folla ;, noi siamo pronti a filmare e fotografare e osserviamo le mosse del Lamidò ora accanto alla fila degli uomini sepolti nella sabbia per osservare con occhio esperto se tutto.è. a posto; finito il controllo, ritorna sotto il suo parasole, con un gesto deciso alza una mano e un uomo armato, accanto a lui, esplode in aria un colpo di fucile: subito i cavalieri partono lanciando i propri cavalli al galoppo." La folla segue questi istanti drammatici della giostra con il cuore in gola: ora ogni cavaliere rischia la vita del proprio compagno sepolto solo per un gioco. I cavalli in pochi istanti di galoppo sono già vicini agli uomini sepolti, i cavalieri alzano le lance per colpire il bersaglio, in una nube di polvere le zampe delle bestie passano fra le teste degli uomini prigionieri della sabbia; una dopo l'al¬ le teste. L'urlò della folla è sovrastato dalle grida dei cavalieri mentre arrestano le proprie cavalcature. Il Lamidò si porta sulla linea degli uomini sepolti. Per prima cosa alza le brac eia al cielo: il gesto dice alla folla che nessuno è rimasto ferito. Poi cammina lentamente accanto ad ogni uomo sepolto, osserva la distanza di ogni lancia dal bersaglio. La folla, durante quei lunghi minuti, resta in silenzio; e silenziosi sono anche. \ cavalieri, in attesa del verdetto del Lamidò. Gli uomini sepolti, i bersagli umani, fino a quando il Lamidò osserva la posizione della lancia accanto alle loro teste non possono muoversi, e restano immobili; sono come statue trovate nella sabbia, la polvere li copre di uno strato sottile e rossiccio. Finalmente, con gesto deciso, il Lamidò afferra una delle lance conficcate, la più vicina alla testa di uno degli uomini prigionieri della sabbia, e la solleva in alto. Tutti riconoscono i colori che adornano la lancia, e nel campo scoppia un solo grande urlo. L'anziano si dirige verso l cavalieri e si ferma davanti al vincitore, mentre altri uomini fanno uscire dalla buca il compagno, che — come il cavaliere — ha diritto al premio; al cavaliere si riconosce l'abilità, l'uomo sepolto è onorato per il coraggio di rimanere immobile, senza possibilità di schivare ;;il colpo. Ai vincitori vengono regalati sacchi di sale e stoffe; ma quel che più conta è l'ammirazione e la stima di tutti, l'essere considerati i più audaci: basta una differenza di pochi centimetri o di una r i l , a a frazione di secondo per sbagliare e la lancia — anziché la sabbia — può colpire il bersaglio umano. « Ma é facile per il cavaliere prendere questo rischio: in pericolo è l'altro — diciamo al Lamidò — in realtà ci sembra più coraggioso l'uomo sepolto ». « A voi sembra così, perché non cono¬ scecsfz scete la regola del gioco — ci risponde, con l'interprete; e poi ci spiega: — Se un cavaliere ferisce il suo bersaglio, o l'uccide, la stessa ferita o là stessa morte gli verranno inflitte come punizione. Così ognuno sa di rischiare la propria vita assieme a quella del compagno ». Parlando, aveva chiuso ò'i occhi; e ora, appena la spiegazione è terminata, li apre di colpo e ce Ai fissa addosso, imperiosi. Vuol essere certo che abbiamo capito e abbiamo compreso quanto grande sia il corag gio e il disprezzo della mor te nei suoi uomini. Folco Quilici Prima della loro prova di coraggio equestre, i cavalieri di Rey Bouba si presentano davanti al « Lamidò », seduto all'ombra di un grande parasole e scortato da uomini armati di lance (Foto esclusiva di L. Quilici)

Persone citate: Bouba, Camerini, Folco Quilici, L. Quilici