Kruscev visto dai russi

Kruscev visto dai russi PITTORESCO E SPREGIUDICATO, MA NON TROPPO Kruscev visto dai russi (Dal nostro inviato specialeJ Mosca, agosto. Il diplomatico occidentale disse: c Kruscev è Uno stalinista illuminato». Il conducente del tassì si abbandonò alla confidenza: «Mi aspettavo, dopo i discorsi del 1956, qualche cosa di più». Lo studioso di letteratura, che non teneva' in grande considerazione la formula del < realismo socialista », e che non era d'accordo con la politica culturale del partito, ammise: < Nikita Serghieevich ha un merito enorme: ha fatto uscire Io spirito dalla bottiglia ». La ragazza che parlava francese, la incontrai davanti al Cremlino di Tuia, mi raccontò una storiella molto popolare: «Con Stalin due più due doveva far sei; quando il vecchio Joseph morì, la gente si aspettava che tornasse a far quattro, ma per adesso fa cinque ». . Il 5 marzo 1063 l'Urss ha commemorato il decimo anniversario della morte del musicista Prokofiev; nessuno si è ricordato che in quello stesso giorno, come scrisse il New York Times, era scomparsa «un'altra notevole figura sovietica»: Stalin. Oggi sulla scena c'è un piccolo uomo robusto (altezza 1,62), calvo, che ha compiuto da poco sessantanove anni, che è nel partito dal 1018, che ha pascolato le vacche e scavato il carbone in miniera, un piccolo uomo che afferma con orgoglio: «And."' al lavoro appena fui capace di camminare ». Di. lui si, conoscono alcuni detti, suggeriti dalla saggezza contadina, o dall'esperienza, e non molte notizie biografiche. Dice : « E' meglio vedere che sentire », « se si elimina il diavolo il prete resta disoccupato », « l'essenziale, per un politico, è non nascondersi fra le carte, ma sentire il respiro della vita ». Ama la discussione e le'definizioni colorite: «Il capitalismo è una cavalla spossata», la danza moderna < è un contorsionismo osceno », la musica « cacofonia», nelln pittura astratta avverte «odore di gabinetti», e un certo cinema, per lui, è «un invito al soi.t-o ». L'aneddotica sulla sua persona è assai scarsa; come tutti i gerarchi conduce vita ritirata, e le apparizioni in pubblico hanno carattere ufficiale. Si sa che si alza ogni mattina alle cinque, e alle nove è già nel suo ufficio. Ali ha detto un amico di Agiubei che alla tavola di Kruscev si mangiano gli ortaggi che lui stesso coltiva, e che gli piace accudire al giardino; come tutti i russi ama moltissimo i fiori, Un personaggio italiano, che ebbe con lui lunghi colloqui, mi raccontò un episodio che ne mette in luce un aspetto umano. Parlavano dei soldati morti nella guerra: «Vorrei — disse l'italiano — poter riportare in patria le salme dei nostri Caduti ». « Non si riesce a trovare più nulla», rispose Kruscev. «Nemmeno io ho potuto dar sepoltura a mio figlio Leonida; era pilota da caccia, scomparve nel maggio del 1043. Noi non abbiamo un forte senso della morte. Durante la battaglia di Sta lingrado vidi un sottotenente che col suo carro armato, per andare a mettersi in posizione, passava sui corpi di alcuni fanti abbandonati sulla' neve. Gli dissi: — Compagno, potevi sce gliere un'altra strada. Mi rispose: — Noi non abbiamo bisogno di combattenti uccisi; ci servono i vivi ». Non nasconde le sue opinioni, il linguaggio è piuttosto esplicito, e qualche volta i modi non sono proprio esemplari: si ricordano certi inconsueti atteggiamenti, chiamiamoli così, all'Orni, dove rinforzò le sue dichiarazioni battendo una scarpa, 0 la scanzonata maniera con la quale si rivolse, durante un ricevimento, a una matura, compita ed esterrefatta dama britannica : « Mia cara piccioncina », e giù un inchino. Ha vissuto, e ha sofferto, gli anni della dittatura staliniana quando il generalissimo gli diceva: «Balla il gopaku, e Nikita doveva danzare. « Se io ho del sangue sulle mani », disse al tempo del XX Congresso, «ce n'è assai più su quelle degli altri». Anche per questo non si tornerà all'assolutismo e alla disperazione. Ha vissuto e ha sofferto 1 dolori della guerra. «Sono stato con l'armata dal primo giorno », ha raccontato, « e ho visto coi miei occhi l'orrore dei combattimenti. Ho visto morire i miei compagni, ho visto la distruzione di intere città. Credetemi, era spaventoso». Anche per questo, quando parla di pace, esprime un sentimento sincero. Che cosa, ha fatto quest'uomo, che ha imparato a : leggere quando era già un giovanotto (per restare sveglio e non addormentarsi sui libri, doveva darsi dei pizzicotti; all'Istituto industriale del Donbass, dopo la rivoluzione, la regola era: otto ore di lavoro, otto ore di studio), che cosa ha fatto, questo capo che ti è imposto con l'astu¬ zit zia e la volontà, per alleggerire il peso della dittatura, per ren- dere più serena l'esistenza dei cittadini sovietici? Il sistema che regola i rapporti fra governo, partito e popolazione è sempre quello che era in vigore durante il dominio di Stalin, ma i metodi sono cambiati Kruscev è il più potente, ma non il solo arbitro, anche il Comitato centrale e il Praesidium hanno il loro peso. Non si va più in prigione senza processo, non ci sono più i campi per i dissidenti. Oltre a un capo, c'è una casta che comanda; e ne fanno parte i dirigenti delle grandi imprese, gli alti. ufficiali, gli scienziati, i grossi burocrati, gli artisti. La loro opinione viene tenuta in considerazione dai politici. L'« intellighentzia» è più rispettata. Anche i non ortodossi hanno diritto di vivere; con Stalin sapevano quale destino li aspettava. L'industria pesante e sempre la pupilla del regime, ma la produzione dei beni di consumo ha subito un notevole incremento. Lo sforzo per costruire nuovi alloggi è evidente, Il cittadino sovietico, però, non può manifestare politicamente le sue preferenze. Influì sce in minima parte sul governo del suo Paese. Vota, ogni quattro anni per un candidato che è scelto per il-suo collegio dalle autorità. Non gode di garanzie legali; non ha il diritto Hi protestare se considera le condizioni di lavoro insoddisfacenti, Non tutte le minoranze, i tedeschi del Volga, ad esempio, han no riavuto le terre dalle quali furono allontanati; il processo di russificazione continua. Mentre si registrano grandi progressi industriali e tecnologici (la produzione in un decennio è raddoppiata), l'agricoltura segna il passo. E il cittadino sovietico, che deve gareggiare negli armamenti con gli Stati Uniti, costruire « Sputnik » sempre più perfezionati, mantenere il vantaggio nei v«li degli astronauti, .collaborare 1 conomicamente con i po, poli amici e provvedere al sostentamento dei sottosviluppati, sogna minori impegni e una migliore distribuzione dei prodotti, una pianificazione che faccia finalmente arrivare la merce giusta nel momento desiderato. Una prima testimonianza personale; a Soci non c'era frutta, a trenta chilometri donnette còl cosiane offrivano meloni, pere e pomodori ai passanti. A Sukumi, in Georgia, non esisteva l'acqua minerale Bargioni che è prodotta da fonti locali, a Soci ce n'era in abbondanza. Kruscev deplorò in un discorso che le autorità di Krasnojarsk, nella Siberia orientale, inviavano treni di materiali prefabbricati a Kirov, nella Russia centrale, mentre Kirov spediva gli stessi materiali Krasnojarsk. Il cittadino sovietico è state veramente felice che Urss America abbiano firmato quelle ottocento parole che stabiliscono la tregua nucleare, e sper; che Nikita possa arrivare ad altri accordi. « Il trenta per cento del nostro bilancio », mi ha detto un funzionario, «se ne va per la difesa, abbiamo bisogno di spen dere meno in cannoni, e più in case, televisori, automobili, ve- stia ». . Non è facile il compito di Nikita Serghieevich, che deve'combattere, anche all'interno, su due fronti: contro gli stalinisti e contro i riformisti, contro gli antichi sostenitori del terrorismo di massa, e contro chi vorrebbe una liberalizzazione più spinta. E, fuori di casa, deve seguire con attenzione tanto la Cina come gli occidentali; per questo la sua politica sembra spesso contraddittoria, non -procede in un senso unico e- preciso. Ma non pare che Kruscev tema problemi e le difficoltà. Dice un proverbio russo: «Chi Ila paura del lupo non vada nella foresta», e lui si è abituato da ragazzo a camminare per i difficili sentieri della vita. Conosce la sua gerite: «Quando converso con un pastore », dice,- « so di che cosa parlo è so che cosa ha lui nella testa »; ha chiaro che la competizione - con i Paesi capitalistici la si affronta soltanto sul piano'della capacità produttiva. Nel suo studio alcuni oggetti ricordano le posizioni da conquistare: un modellino di centrale elettrica; una collezione di pannocchie di granoturco di plastica;, dei piccoli «Lunik». Poi c'è sul tavolo una statuetta di Lenin col braccio alzato che predica a una inesistente folla di operai, contadini e soldati. « Il comunismo », diceva Vladimir Ilic, «deve essere al servizio dell'uomo ». Penso che Kruscev tenga presente l'ammonimento. Qualunque soluzione il futuro proponga non si tornerà indietro, al culto della personalità, al crimine come mezzo per fare politica. Kruscev crede in un avvenire migliore: «Noi», ha detto a un personaggio americano, « lavoriamo per i nostri nipoti ». I russi, anche quelli delusi, quelli che vorrebbero di più, sperano che Nikita Serghieevich goda a lungo buona salute. Conviene anche agli occidentali associarsi al voto. Enzo Bìagi

Luoghi citati: Cina, Georgia, Mosca, Russia, Stati Uniti, Sukumi, Urss