Il card. Koenig ritiene che Mindszenty parteciperà al Concilio Vaticano di Gigi Ghirotti

Il card. Koenig ritiene che Mindszenty parteciperà al Concilio Vaticano Dichiarazioni ad Assisi dell'Arcivescovo di Vienna Il card. Koenig ritiene che Mindszenty parteciperà al Concilio Vaticano Il porporato austriaco fu ambasciatore di pace nei Paesi dell'Est per Giovanni XXIII - Trattò il caso del primate di Budapest con il governo ungherese -« Sono convinto — ha detto — che la soluzione sia ancora lontana e molto difficile» - Nella sua conferenza ha esaltato il pensiero di Teilhard de Chardin, il gesuita proibito - E' la prima'volta che l'opera dello studioso francese ottiene un così alto riconoscimento (Dal nostro inviato speciale) Assisi, 27 agosto. Il corso di studi cristiani che si tiene in Assisi presso la Pro Civitate Christiana ha conosciuto ieri momenti di eccezionale interesse umano e religioso per l'intervento di monsignor Capovilla, segretario del defunto Pontefice Giovanni XXIII: le sue rivelazioni, anche se hanno poco aggiunto all'immagine che il mondo conosceva di Papa Roncalli, hanno tuttavia portato conferma dell'ansia viva che animò quel Pontefice per l'apertura di un dialogo con il mondo sovietico. Oggi, oratore principale del corso è stato un altro dei protagonisti del pontificato giovanneo, il card. Franzlskus Koenig, Arcivescovo di Vienna, Nella scorsa primavera, ultima stagione . del pontificato di Giovanni XXIII, il cardinale Koenig ebbe dal Papa l'incarico di visitare il cardinale Mindszenty e di risolvere il suo € caso » con il governo ungherese. Il card. Mindszenty, che vive dal 1956 volontariamente segregato nell'Ambasciata americana di Budapest, non ha però lasciato 11 suo ritiro. Nei giorni scorsi la stampa americana ha diffuso notizie che si riferiscono ad una probabile partecipazione al Concilio del' Cardinale ungherese, in adempimento di uno dei desideri più vivi di Papa Giovanni XXIII. Il card. Koenig, durante una breve conversazione avuta oggi con i giornalisti convenuti ad Assisi per il corso di studi cristiani, ha negato invece che tali notizia abbiano fondamento. « Eminenza, — è stato chiesto al Cardinale — lei ha avuto parte importante nelle iniziative di Papa Giovanni per risolvere il caso Mindszenty. Ci può dire qualcosa sull'esito della sua missione, sulle prospettive per il futuro? >. L'Arcivescovo di Vienna ha risposto: «Sono stato ambasciatore di pace, ambasciatore personale di Giovanni XXIII nel Paesi dell'Est. I giornalisti non mi-hanno-mai-perdonato di non essere stati informati su come è andata quella mia missione... ». c Può dircelo adesso? >. «Alla ripresa del Concilio, se la Santa Sede ine ne darà il permesso, inviterò tutti voi e farò una relazione >. < Lei ci può dire se la Santa Sede intenda riprendere contatto con i Paesi dell'Est? ». «Nei mesi d'estate si fa poco anche in politica, non saprei dire quale sia l'atteggiamento della Chiesa in questo momento... Non so nemmeno dirvi se sarò ancora ambasciatore • di pace all'Est >. «Ma, secondo lei, eminenza, esistono le premesse per un risultato positivo? Che cosa può dirci delle notizie ' pubblicate dal Sunday Times e da altri giornali in ordine alla possibile liberazione di Mindszenty e di Beran prima' della riapertura del Concilio? ». « Non so dove abbiano attinto questi giornali le informa zioni che mi dite. Personal mente non credo che il cardinale Mindszenty possa venire a Roma tanto presto; molto dipende dall'evolversi della situazione, dipende dall'atteggia mento della controparte ». - «Lei crede che vi siano delle probabilità? ». «Non mi pare cosa tanto semplice. La soluzione è molto difficile, non dipende, o dipende poco, dalla Santa Sede. Palio a titolo privato, , naturalmente, non in veste ufficiale». E' stato poi chiesto al cardinale Koenig se la Santa Sede consideri tuttora membri della comunità della Chiesa Cattolica quei sacerdoti d'oltre cortina i quali, anziché opporsi con rigida intransigenza alle autorità dei loro Paesi, coma fa 11 cardinale Mindszenty, aderiscono invece alle " varie Chiese nazionali. Il cardinale Koenig risponde che il problema è fonte di molte perplessità, perché esiste una moltitudine di atteggiamenti diversi. «Molti agiscono in buona fede e per quelli il giudizio è ovviamente diverso». Dodici trombettieri in costume medioevale di Assisi hanno poi accolto con squilli delle loro trombe d'argento l'ingresso del cardinale Koenig nell'auditorium della Pro Civitate Christiana. Il pubblico, in piedi, ha salutato con vive acclamazioni il porporato al suo apparire. Erano -accanto a lui il ministro della Difesa An dreottl, giunto in elicottero da ' Roma, e l'ambasciatore co reano al Quirinale ChongChan-Lee. Presentati dal presidente della Pro Civitate Christiana, don Giovanni Rossi, gli oratori si sono susseguiti nell'ordine: prima, con una allocuzione in lingua coreana, il diplomatico orientale, poi il ministro Andreotti, infine il cardinale Koenig con una conferenza (in lingua italiana) sull'apostolato dei laici nel mondo moderno. Per seguire il discorso del diplomatico orientale è stata nucdncdvhlucsddpvdrGsKbtfimzrpdTmdufsestCCifsmatsusprpn necessaria la collaborazione di un interprete, un giovane sacerdote coreano, il quale traduceva frase per frase. La sua è stata una testimonianza di uomo estraneo alla cattolicità e allo stesso Occidente sull'insegnamento di Giovanni XXIII. Chong-Chan-Lee ha detto che l'amore universale di Papa Giovanni per gli uomini tutti, dotti e ignoranti, cristiani e non cristiani, ha riscosso l'ammirazione del mondo intero, dei fedeli e degli infedeli. «Non sono cattolico, non professo alcuna religione, ma vi prego di accogliere la mia devota testimonianza di ammirazione e di affetto per Papa Giovanni XXIII ». Nella sua conferenza sull'apostolato del laici, il cardinale Koenig ha insistito sulla collaborazione degli intellettuali cattolici all'opera della Chiesa, al fine di risolvere i problèmi che mettono in contrasto la scienza e la fede. L'oratore si è richiamato, tra- gli applausi del pubblico, alla sintesi operata dal gesuita francese padre Teilhard de Chardin, che, come antropologo e come sacerdote, si è sforzato di stabilire un ponte fra la scienza e la fede armonizzandole in una visione profondamente religiosa e scientificamente ineccepibile. Per chi. conosca come fossero osteggiate in passato le teorie di padre Teilhard de Chardin negli ambienti della Chiesa, apparirà davvero molto importante e molto nuovo' il fatto che ora queste dottrine siano indicate cosi autorevolmente a modello del moderno apostolato cattolico e soprattutto che queste indicazioni siano accolte dagli applausi di un uditorio come questo di Assisi, che rappresenta l'elite del pensiero cattolico contemporaneo. Gigi Ghirotti : +++