Mons. Capovilla racconta il colloquio tra Giovanni XXIII ed i coniugi Agiubei di Gigi Ghirotti

Mons. Capovilla racconta il colloquio tra Giovanni XXIII ed i coniugi Agiubei GonfereMixa del se ff retarlo del Giunto JRapa adi Assisi Mons. Capovilla racconta il colloquio tra Giovanni XXIII ed i coniugi Agiubei Il Pontefice diede alla figlia di Kruscev un rosario - Spiegò: «Glielo dono perché mi ricorda le preghiere che mia madre recitava al caminetto quand'ero bambino» - Volle che la signora gli dicesse i nomi dei suoi tre figli: «Faccia una carezza particolare ad Ivan, perché si chiama come me » - Alla proposta di un incontro con ij primo ministro russo rispose: «Il Signore impiegò sei giorni per la creazione. Ora siamo al primo giorno: ci vuol tempo...» l ' (Dal nostro inviato speciale) Assisi, 26 agosto. Parlando di Giovanni XXIII al Corso annuale di studi cristiani, che si tiene in Assisi nella' sede della Pro Oivitate Christiana, il segretario particolare del Papà defunto,-mons. Loris Capovilla, ha rivelato Mtàs'erfi, inaspettatamente i particolari di uh. episòdio che fece tanto scalpore nella scorsa primavera: l'incontro fra il genero di Kruscev, Agiubei, direttore delle < Izvestia >, e la moglie di lui, figlia del capo sovietico, e il Sommo Pontefice. Terminata la conversazione ufficiale, che mons. Capovilla aveva letto su cartelline dattiloscritte, l'oratore, tornato al microfono, ha detto: « Un giornalista mi ha chiesto di spiega¬ re come avvenne l'incontro tra un certo signore e il Santo Padre. Non c'è nulla di'segreto, perciò -non ho difficoltà alcuna a narrarlo. <Nei tempi in cui era nunzio della Santa Sede in Bulgaria, il futuro Papa Roncalli aveva fatto promessa ohe ogni bulgaro, slavo, ortodosso, cattolico o di nessuna religione, ohe ai fosse presentato a lui per essere ricevuto non avrebbenemméno avuta bisogno di bussare alla porta, perché questa sarebbe stata già aperta. Allorchè un certo signore si trovi) a passare per Roma con la moglie e manifestò in forma discreta il desiderio di vedere il Papa, fu conveniente che il Papa lo ricevesse e ciò fece nell'udienza concessa ai diplomatiti in occasione del confe¬ rimento a lur del Premio Balzan per- là pace. € Concluso il discorso ufficiale, convenne che il Papa dicesse a questo signore che gli era grato per la visita tr lo pregava di ringraziare il suocero perché era stato cortese con il Pontefice,, mandandogli .un messaggio -particolare. Dunque, questo signor» e> sua -moglie furono ammessi nelle stanze del Papa. Il Santo Padre mostrò ai visitatori i Quadri e gli arazzi che adornavano il suo appartamento e ne diede, in lingua francese, .le spiegazioni. Quindi fece sedere la signora e le porse, in dono un rosario. "Lo so — disse, il Papa alla visitatrice —, lo so che alle- regine e alle principesse non cattoliche i Papi usano regalare altri oggetti: monete o a e i a . di valore, francobolli, libri..: Ma io, signora, le voglio donare il rosario, perché mi ricorda la preghiera domestica, che mia madre recitava al caminetto quand'ero fanciullo, mentre preparava il desinare per la famiglia;.. Oh, un povero desinare, signora"». « La signora — ha proseguito mons.' Capovilla — conosceva-il francese ed assentiva con Il capo. Il Papa guindi continuò; "Signora, lo so come si chiamano 1 suol bambini, ma vorrei che 1 nomi del suol figli me li dicesse lei, perché pronunciati dalla voce della loro mamma quel' suoni hanno una dolcezza particolare". La signora allora disse i tre nomi: Nikita, Alexei, Ivan. Il Papa si mostrò commosso: " Che bei nomi, signora! Nikita è Nlceforo, un santo molto caro al mio cuore; ho avuto occasione, a Venezia, di venerarne anche il corpo. Alexei è Alessandro, che è pure un grande santo. Quand'ero in Bulgaria ho visitato tanti santuari, tanti monasteri dedicati- a Sant'Alessio. E Ivan, poi, signora, è Giovanni, e Giovanni sono lo! E' il nome che ho scelto per il mio pontificato, è 11 nome di mio padre e di mio nonno, del colle che sovrasta la mia casa nativa, della basilica di cui sono vescovo, San Giovanni in Laterano. Quando ritornerà a casa, signora, faccia una carezza ai suoi figli, ma una carezza particolare a Ivan: gli altri non se ne avranno a male! " ». «A questo punto — ha continuato mons. Capovilla — anche il signore che aevompa gnava la visitatrice mosse le labbra per pronunciare, rispettosamente, qualche parola. Do mandò se si poteva fare qualcosa "per arrivare ad un incontro". Il Papa — ha raccontato mons. Capovilla — gli rispóse: "Lei è giornalista, dunque conosce la Bibbia, e conosce 11 progredire dell'opera della, creazione. Lei saprà che il Signore ha impiegato sei giorni nell'opera della creazione, prima di arrivare all'uomo Ma, come lei sa, 1 giorni della Bibbia non sono giorni, ma epoche, e le epoche della Bibbia sono molto lunghe... Ora slamo al primo giorno: slamo qui che ci guardiamo negli occhi e vediamo che in essi ce la luce. Questo è il primo giorno, 11 giorno delia luce, il giorno del fiat lux. La luce è nel miei occhi e nei suoi occhi. Il Signore, se vorrà, le farà- vedere il cammino da percorrere. Ma ci vuol tempo, ci vuol tempo, possiamo per ora. soltanto sperare e pregare". « La sera stessa, commentando nel suo diario 'quotidiano questa visita, Giovanni XXIII annotò queste parole.* "Può essere una delusione, oppure può essere un filo misterioso della Provvidenza, che lo, come Papa, non ho 11 diritto di rompere " ». Mons. Capovilla ha concluso dicendo che l'udienza di Papa Giovanni ad Agiubei e alla signora rappresenta un capolavoro di saggezza pastorale e di t santa diplomazia ». Nel corso della conferenza è emerso anche un altro parti colare, di cui si era avuto qual che sentore nei mesi scorsi Papa Giovanni aveva intra¬ pCgragLvccpadcvzfsuGCtqsditncv preso, durante il tempo del Concilio, lo studio della Un- gua russa. Una notte, ha nar- rato il suo ex segretario, dopo aver letto l'introduzione alla]grammatica russa di Ettore Lo Gatto, egli si alzò improvvisamente dal letto ed andò ceftssp, premettendo, *d« .1 car»-fwttoPte*è»i* presa di convertire la Russia alla Chiesa cattolica. Dalla lunga conversazione di mons. ; Capovilla (la prima che l'antico segretario di Giovanni XXIII tiene ad illustrazione di quel pontificato di cui fu testimone e collaboratore strettissimo) è affiorato anche un altro particolare: Papa Giovanni, ha narrato' mons. Capovilla, non si considerava tanto un papa di transizione quanto di- preparazione. Nella sua vita egli ebbe per destino di andare sovente in posti cui, in wn prii tempo, erano stati assegnati altri. Così avvenne per le missioni all'estero, cosi altre volte nella sua vita sacerdotale ed episcopale. Quando mons. Roncalli ricevette da Pio XII la notizia dell'assegnazione del Patriarcato di Venezia, notizia però non ancora ufficiale, anzi se- gretissima poiché era ancora vivente mons. Agostini, pa Marca, allora, di Venezia, il defunto Papa si recò a Sotto il Monte, .nella casa nativa, perchè-*pet- Parlando con i familiari, ebbe a dire: « Sono stato sacerdote, sono stato Vescovo, ora :&&^£G% Non mai «.papato, ma queti ta all'Arcivescovo di Milano ». Mons. Capovilla ha trascorso questo mese di agosto a Botto il Monte, e qui ha preparato la lunga esposizione, che forma la base dell'ampia biografia che il sacerdote veneto sta preparando sul Pontefice defunto. Era presente alla conferenza un uditorio di circa duemila persone. Sul palco erano il vescovo di Assisi, mons. Niccolini, mons. Baldassarre arcivescovo di Ravenna, il presidente e direttore de\la Pro Civitate Christiana, don Giovanni Rossi, il medico curante di Giovanni XXIII, prof. Gasbarrìni, Io. scrittore Guido Manacorda e, oltre a numerose altre personalità, anche l'ambasciatore della Corea del Sud presso il Quirinale, S. E. Cheti. Gigi Ghirotti