Marion Brando in un «motel» negro per solidarietà contro i razzisti di Antonio Barolini

Marion Brando in un «motel» negro per solidarietà contro i razzisti SI profila una nuova battaglia .per l diritti civili Marion Brando in un «motel» negro per solidarietà contro i razzisti L'attore, insieme con Newman, Frye e Antonio Franciosa, è stato due giorni e una nòtte in Alabama Voleva vedere di persona e rendersi conto delle condizioni della gente di colore - Ha detto: «Questo è un altro mondo. Una cosa è leggere libri, un'altra è sentire le vere, autentiche confidenze delle vittime» i a a a (Dal nostro corrispondente) New York, 23 agosto. Marion Brando, Paul Newman, Antonio Franciosa e William Frye, gli attori più « impegnati » nella campagna di protesta contro la segregazione dei negri, stasera, son ripartiti in aereo, alla volta di Hollywood, dopo aver passato quasi due Intere giornate e una notte in Alabama, a Birmingham e soprattutto in Gadsden, cioè in uno dei più esasperati centri razziali dell'intera federazione americana. I quattro attori, in questa loro prima visita in Alabama, hanno soprattutto voluto prendere diretto contatto con 1 negri, prendere personalmente visione delle loro reali condizioni, per poi Indurre 1 ìeaders bianchi locali ad entrare in trattative per risolvere amichevolmente le gravi ragioni di risentimento di questi ultimi e prima che sia troppo tardi. Si deve infatti al tre attori se, per il momento i negri di Gadsden han deciso di rimandare ancora di qualche settimana l'azione di protesta pubblica e collettiva che avevano divisato di fare subito. Va ' notato che è imminente l'apertura delle scuole e, in Alabama, non sembra che i bianchi abbiano nessuna intenzione di cominciare ad agire, limitandosi al più ad accettare soluzioni integrative meramente apparenti (qualche negro aelezionatissimo, ammesso qua e là per mostra). E che 11 governatore dell'Alabama, Wallace, dopo la sconfitta subita circa due mesi fa a Birmingham, sembra più che mai deciso a concentrare in Gadsden tutte le sue forze di resistenza. . Marion Brando, prima di lasciare Gadsden, dopo aver passato la notte, con i suoi compagni, in un motel negro e dopo aver fatto il « breakfast » con loro in un ristorante pure negro, ha dichiarato, in un'intervista con i «reporters»: «Questo è un altro mondo. E' davvero impossibile esprimersi senza emozione. Una cosa è leggere i libri che parlano dei IM11111111111 i 111111M : 11111111 II 1111 [ ! 11111111111H11 i 111 ■ i o l , , i , l o , a l o guai dei negri nel Sud e un'altra essere qui e sentire'le vere autentiche confidenze delle vittime. E' lo stesso che imparare a camminare in un mondo clandestino, sotterràneo. Un conto è sentire quel che fanno, qui, il colonnello Al Lingo e i suol poliziotti e un altro conto dominare le proprie reazioni, quando vedi che ti vengono addosso con gli stessi pungoli a chiodi, che i bifolchi usano per gli armenti. - Un conto è vedere la gente che è stata in prigione portare sulla carne viva le cicatrici delle violenze subite... Ne abbiamo sentite di tutti i colori. La storia, per esempio, di centotré dimostranti messi in prigione e poi forzati a correre per due miglia, nel - momento stesso in cui 11 si rilasciavano dalla prigione. Sono stati bastonati mentre correvano. Un tale perdette le scarpe e fu costretto tdi suira-lson ro le vesciche con i chiodi déTIpungoli... ». Brando e 1 suol amici sono già in diretto contatto con 1 «leaders» bianchi. Essi torneranno a presenziare le dimostrazioni negre, fra qualche settimana,- se, nel frattempo, 1 bianchi non si decideranno ad accettare concrete soluzioni pacifiche. «Abbiamo tentato e continueremo a tentare», ha proclamato Brando, nella chle sa metodista unitaria, dove ha parlato ieri sera, davanti a mille negri, circa. « Slete disposti a venire in prigione, con noi, se necessario? » gli hanno chiesto 1 ne: gri. Ha risposto Newman, che ha detto: «Non è piacevole ma verremo in prigione, con voi, se del caso». Queste azioni a Gadsden sono le nuove avvisaglie di battaglia per la Integrazione, che si sta iniziando organicamente in tutte le zone più sensibili degli Stati segregazionisti dopo un pe riodo di sosta. E il pieno mi naccioso svolgimento di que ste manifestazioni a catena avverrà se dovesse abortire la marcia dei centomila, Indetta a Washington, per il ventotto corrente, a sostegno delle nuo i'iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiifiiiii a dec~}SO ^ accettarla, di farla ve leggi per i diritti civili, proposte da Kennedy e, ora, sottoposte al Congresso. Come è noto, la maggioranza dei senatori 6 del rappresentanti non pare che abbia nessuna voglia di vararle, senza gravi modifiche che annacquerebbero ancora una volta, fino a renderlo Inutile, tutto lo spirito dei provvedimenti previsti. Contro la marcia dei centomila (centomila negri e simpatizzanti in Washington), in un primo tempo, erano Insorte molte forze benpensanti, anche favorevoli ai negri. Si prevedevano disordini. Alcuni parlamentari, inoltre, alla notizia della marcia avevano reagito negativamente, affermando che non avrebbero mai dato il loro voto favorevole alle nuove norme sul diritti civili sotto la pressione delle dimostrazioni popolari. Visto però che la marcia era stata decisa dai^ejuri, ..-tento il potere e; propria. Il senatore Goldwater, che non è un razzista di per , ma che è il più rappresentativo parlamentare conservatore del Sud, ha per esemplo dichiarato: «E* una manifestazione lecita e fa parte dei diritti di petizione ammessi dalla costituzione». I negri organizzatori, aiutati da tutte le istituzioni competenti, hanno garantito che la manifestazione si svolgerà in termini pacifici. Il Presidente ha fatto sapere che riceverà la delegazione dei dimostranti. Stamane, anche il sindaco di New York, Wagner, ha dichiarato che parteciperà personalmente alla manifestazione in Washington. La cosa ha provocato i fischi e le proteste dei negri più intransigenti, che vorrebbero da Wagner, inte¬ grazionista, i miracoli che nessuno può fare. Come ovvio, da parte delle forze negre, compresse per tanto tempo e ora tese & ottenere 1 loro diritti, la pressione è tale che 1 responsabili della cosa pubblica (Wagner fra questi) debbono stare attenti, per fare giustizia da una parte, a non creare altre e non meno perniciose aiiiiiiniiiHiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiniiiiiiniiuu a a o forme di ingiustizia. Per esempio, nel campo della qualificazione: molti negri, non ancora qualificati (e non per colpa loro, ma per carenza di scuole) vorrebbero incarichi di qualificati che è prematuro dar loro e che creerebbero disastri d'incompetenza. Tutti cenni, questi, che riflettono la complessità di questa tragedia interna degli Stati Uniti, la cui. soluzione è fatalmente lunga, checché si dica e faccia. Tornando alla marcia dei centomila, si ha l'impressione che si risolverà in una grande manifestazione d'ordine. Questa soluzione, in un certo senso, potrà trovare più favorevole riscontro negli ambienti del congresso, che non tollererebbe soprusi e imposi-, zionl di piazza. D'altronde, già. molti negri intransigenti dico-' no: «Cosa andremo a fare, noi, quando alla marcia parteciperanno proprio anche le persone responsabili dell'estrema lentezza con cui procede 11 movimento integrazionista? ». E' stato calcolato che Washington, nel giorno dell'Insediamento del Presidente, ogni quattro anni, richiama normalmente una massa appunto di circa centomila persone provenienti da tutti gli Stati Federali. Per 1 centomila del giorno ventotto, anche se converranno in Washington per motivi di protesta, si sono predisposti 1 servizi di ordine, di alloggio e di smistamento dei gruppi con gli stessi criteri con cui - si organizza il ricevimento, ogni quattro anni,,degli elettori che vengono a.KPr dere, normalmente, del trionfo del presidente eletto nel suo primo giorno di attività ufficiale. Sarà dunque una legittima, ordinata, chiara, grande protesta democratica. Antonio Barolini uiiiiiiiiimiiiiiiiinininiiiiiiiiiiiniiuiiniiiiinD Marion Brando, a sinistra, partecipa alla manifestazione contro la segregazione razziale nella chiesa battista di Gadsden, nell'Alabama (Tel. « Associated Press»)