Il tifo: la malattia delle mani sporche
Il tifo: la malattia delle mani sporche Come difendersi dal contagio Il tifo: la malattia delle mani sporche I germi vivono nei residui organici, che possono inquinare acqua, latte, derrate alimentari - I « portatori sani » e la prevenzione col vaccino - Due sistemi : una iniezione o 7 compresse Non è ancora nota con certezza l'origine del tifo che ha portato alla morte, nei giorni scorsi, una sedicenne milanese. Taluno ha voluto attribuire la causa della malattia che ha ucciso la ragazza a una tavoletta di cioccolato guasto. Il tifo si può dunque contrarre anche dal cioccolato? Secondo il medico' capo del ...Comune, prof. Turletti, sem., bra improbabile. «Il cioccolato, '. o. il surrogato di cioccolato, è . un alimento ad alta concentrazione, quasi del tutto privo i di umidità, nel quale i germi . non potrebbero vivere a lungo. ... Inoltre, siccome i germi del 5 tifo non si generano spontaneamente, è da escludere che la febbre tifoide della ragazza milanese sia insorta a causa della cattiva conservazione del prodotto. Bisognerebbe suppor■ re che l'impasto servito per la tavoletta incriminata sia stato confezionato con latte 'infetto: ma in questo caso il tifo non . avrebbe colpito una persona soltanto ». E allora? Se davvero la ragazza 6 morta per colpa della tavoletta di cioccolato, bisogna immaginare che il dolce acquistato per la merenda sia stato contaminato da un < portatore sano », cioè da qualcuno che '- ospitava il germe nelle proprie . vie intestinali, senza ammalarsene (o perché era vaccinato, 0 perché lo aveva già avuto), ma capace di diffonderlo. H tifo è la malattia che I ' medici definiscono < delle mani sporche >, cioè della mancanza d'igiene. Il germe alberga nelle feci umane e può inquinare per contatto ' diretto le acque correnti, la verdura o le fragole concimate con residui or ganici, i frutti di mare che vivono attaccati agli scogli presso gli sbocchi delle fogne. O può contaminare per contatto delle mani sporche alimenti delicati come il latte e quindi 1 latticini o i gelati per la cui confezione si sia usato latte infetto ecc. t Questi sono i motivi — ag : -giunge l'ufficiate-, sanitario — ■ F.n-per-i quali, oltre^q.;sorvegliare , -e raccomandare fino alla noia che siano applicate le fondamentali norme d'igiene, l'autorita sanitaria controlla costantemente te deri "te alimentari, l'acqua, il latte, e lo stato di salute dei negozianti di gene. ri alimentari ». Nella nostra città 1 casi di I fèbbre tifoide oscillano su una media di 40^70 all'anno. Con la ; eccezione del 1962; tra agosto ; e settembre.-'come si ricorderà, S si manifestarono 90 casi, ma ■ si trattava di un'epidemia ad * origine circoscritta; tutti i colpiti avevano mangiato frut( ti di mare, in specie cozze, > durante le vacanze trascorse ; nel Sud (Puglie e Calabria) Prima della scoperta degli I antibiotici la malattia era gra! ve, e spesso mortale: di settej nario in settenario, l'ammalato "~ trascorreva a letto almeno 80 giorni, prima di riuscire a cavarsela. Adesso l'infezione sì combatte con il cloranfenicolo che aggredisce 11 germe ed il prednisoloné (derivato dal cortisone) che combatte la febbre. Guarisce nella quasi totalità flti dei casi. L'importante è che sia diagnosticata In tempo; la incubazione dura in genere una quindicina di giorni e i primi sintomi, mal di testa, febbre, possono talvolta essere confusi con quelli dell'influenza. Lettori ancora in villeggiatura, preoccupati perché i loro ragazzi scorrazzando per la campagna e la montagna bevono ai ruscelli, chiedono se esiste una prevenzione contro il tifo. Esiste, ed è il vaccino, più efficace e sicuro per iniezione, più blando e con effetti di più breve durata per compresse. L'iniezione è unica, costa 200 lire e viene praticata di solito nei muscoli pettorali, o nel braccio in corrispondenza del muscolo detto « deltoide > o vicino alla scapola. La puntura provoca una reazione febbrile talora violenta (ai soldati dì leva vengono concesse da 24 a 48 ore di riposo dopo l'antitifica) e va' praticata sotto controllo medico. I malati di reni, di fegato, le donne in avanzato stato di gravidanza non vengono sottoposti a questo tipo di profilassi. La fiala di vaccino va conservata in posto fresco, anche se non in fmapcclds7tHccLusddtdsd—aivprvstrpgiIllrilIltIMIIIIIIIIIlllMIIIIIlIllllIflIlllllllIllllllIll frigorifero, garantisce un'immunizzazione che va da 6 mesi a un anno e che può essere prolungata con opportuni « richiami >. Le compresse di entero-vaccino sono confezionate, come le fiale, a base di germi uccisi di tifo, paratifo A e B, più bile secca. La cura completa è di 7 pasticche, che vanno ingerite a digiuno una al giorno. Hanno una lunga validità, dieci anni, ma l'immunizzazione che garantiscono è limitata.
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