Respinta la richiesta di rinviare il processo contro i dieci carabinieri

Respinta la richiesta di rinviare il processo contro i dieci carabinieri L'imputazione è di. lesioni, lievi a 8 altoatesini accusati di terrorismo Respinta la richiesta di rinviare il processo contro i dieci carabinieri Il tribunale ha deciso all'una di notte, dopo 7 ore e mezzo di camera di consiglio - Ha disposto che siano sentiti nuovi testi - Gli avvocati di parte civile volevano che l'attuale dibattimento fosse unito a quello che si celebrerà a Milano per gli attentati in Alto Adige -1 difensori sostenevano che l'istruttoria era da considerarsi nulla (Dal nostro corrispondente) Trento, 20 agosto. Si è iniziato questa mattina davanti al tribunale il processo a carico di dieci appartenenti all'arma dei carabinieri accusati di aver provocato lesioni lievi, cioè guarite entro dieci giorni ad otto altoatesini fermati nell'estate del '61 perché sospetti autori di attentati dinamitardi. Gli imputati sono i tenenti Vittorio Rotellini e Luigi Vtllardo; i brigadieri Luigi D'Andrea e Oiovunni Demantissa militi Giovanni Maras, Biagio Armao, Angelo Pasquali, Amanzo Pozzer, Giovanni Lagnese e Giuseppe Grendene Il processo è collegato alle \indagini svolte dopo gli attenj tati terroristici che danneggia ro»io tralicci delle lince elettriche, condotte forzate e altri impianti pubblici e causarono la morte del cantoniere dell'Anas ■ Giovanni Postai, sfracellato da un ordigno deposto sul tronco di una pianta. Benché avessero dovuto agire in ambiente'quanto mai difficile e ostile, nel quale dominava il senso dell'omertà, i carabinieri riuscirono ad identificare e denunciare quasi tutti i responsabili, i quali in numero di 110 dovranno ora rispondere di attentato alla integrità'' territoriale dello Stato, di associazione antinazionale, di concorso in omicidio davanti alla Corte di Assise di MilanoOtto di queste persone implicate negli atti di terrorismo — Bruno Veronese, Francesco Egger, Adolfo Pj>mella, Corrado Matuella, Luigi Hauser, Erich- Walter, Ermanno Arather e Giuseppe Innerhofer — presentarono denunce lamentando di essere siati percossi, maltrattati e anche seviziati durante gli interrogatori nelle caserme di Egna, Cartaccia e altre località. ì deputati altoatesini di lingua tedesca richiesero che fosse aperta una inchiesta parlamentare, tentando di dare alla vicenda "in sfghiftàiìto^oìiticó. > • %e denunce furono ptes'entqte in ritardo e risultarono arricchite e colorite di particolari sorprendenti. Qualcuna era scritta in corretto italiano, mentre il firmatario non conoscerà che qualche parola del la nostra itngua. o U n a o , La sezione istruttoria presso la Corte di Appello di Trento ritenne fondate, benché in piccola parte, le accuse, rilevando però che le azioni incriminate non gettavano alcuna ombra sulla lodevole attività che i carabinieri hanno svolto e continuano a svolgere in provincia di Bolzano, in condizioni assai difficili e con rischio continuo della propria vita. Il dibattimento è presieduto dal consigliere dott: Giacomelli è fanno parte. del collegio i giùdici dott. "De Luca e dott. Verger, mentre, la pùbbìicà acousa è sostenuta dal sostituto procuratore della Repubblica dott. Zanfei. I carabinieri sono difesi dall'avv. Pifferi dell'Avvocatura di Stato e dagli avo. Corradino e Mitolo, mentre i denuncianti si sono costituiti parte civile con il patrocinio degli avvocati Sand, senatore della Volkspartei, Canestrini, del partito comunista italiano, Nicolussi, Monauni; Gallo e Gartner. All'apertiira della udienza l'avv. Canestrini ha chiesto la connessione di questo processo con quello che si svolgerà alla Corfp d'Assise di Milano, nel quale le parti lese di oggi figureranno in veste di imputati, ed ha insistito perché siano citati altri testi a carico. L'avv. Gartner — altro patrono di parte civile — ha ohiesto che siano sentiti il presidente della Volkspartei dott. Magnago e il presidente della giunta provinciale di Bolzano dott. Pupp, osservando che essi erano stati informati fin dal luglio 'GÌ dei maltrattamenti inflitti agli altoatesini sospetti durante gli interrogatori. A sua volta l'avv. Gallo ha ribadito la necessità della connessione fra i due processi di Trento e di Milano perché non si verifichi una contraddittorietà di giudizi. Per ultimo il sen. Sand ha smentito che le denunce e le querele fossero state orchestrate su ordini pervenuti dall'esterno per moventi politici, e ha dichiarato di essere subito intervenuto presso l'on. Sceiba, allora ministro dell'Interno per far cessare i maltrattamenti agli allogeni sospettati di atti di terrorismo. Il pubblico ministero ha proposto che i giudici respingano tutte le richieste della parte civile, sia per la connessione dei processi, aia per la assunzione di nuovi testimoni. . Nel pomeriggio ha parlato l'avvocato di Stato Pifferi, sostenendo l'innocenza dei carabinieri e proponendo l'assoluzione con formula piena, mentre l'avv. Corradino, ' della difesa, ha affermato la sua contrarietà alla connessione dei due processi. L'altro difensore avv. Mitolo ha insistito soprattutto sulla montatura politica del processo che sarebbe stata orchestrata dai dirigenti della Volkspartei per screditare i tutori dell'ordine e tentare di diminuire la re sponsabilità dei terroristi. Ha chiesto il rinvio del processo per illegittimità costituzionale, in, quanto la sentenza istruttoria non ò definitiva perché impugnata entro i termini di legge in Cassazione. Anche a questa richiesta di rinvio si è opposto il P. M. Era già sera quando il tribunale si è ritirato per deliberare sul le istanze dei patroni di parte civile e dei difensori. All'una di notte, dopo oltre sette ore e mezzo di permanenza in camera di consiglio, i giudici hanno deciso la prosecuzione del dibattimento, aggiornando¬ lIo lo a domani mattina alle ore 9. In particolare hanno rigettato ogni altra istanza, ordinando l'acquisizione degli atti riguardanti la deposizione del tenente Villardo al processo di Milano e delle copie autentiche delle dichiarazioni di una serie di testimoni. Inoltre hanno disposto la citazione di quattro nuovi testi. a. n< Tre dei dieci imputati, fotografati con il teleobiettivo sul balcone del Palazzo di Giustizia di Trento durante una pausa del processo (lekfoto «Associatori Press»)