Poteva compiere una strage la nave piombata a Venezia contro l'approdo

Poteva compiere una strage la nave piombata a Venezia contro l'approdo Poteva compiere una strage la nave piombata a Venezia contro l'approdo Neppure uh contuso fra gli ottocento passeggeri - Il disastro evitato per il coraggio del capitano - Il bastimento si è schiantato sulla Riva degli Schiavoni, stritolando sei barche vuote i, /Indietro, una retromarcia abl- rDal nostro corrispondente) Venezia, 19 agosto. Due inchieste sono in corso sul sinistro avvenuto ieri sera alla Riva degli Schiavoni dove la motonave « Concordia », con 800 passeggeri a bordo, s'è schiantata contro l'approdo stritolando sei barche fortunatamente vuote. Dall'indagine risulta 'Che l'incidente — per poco non tramutatosi in una strage — è stato causato da un guasto tecnico: il capitano, in vista dell'arrivo, aveva ordinato il «macchine indietro»; invece- agli apparati motori non è giunto alcun comando; anzi la nave, ha proseguito a « tutta forza » e al capitano non è rimasto che prendere una decisione In pochi minuti secondi, altrimenti sarebbe stata una tragedia. La motonave « Concordia », una delle quattro che disimpegnano 11 servizio sulla linea Riva Schiavoni-Lido, era partita alle 19,5 di Ieri domenica dal pontile di S. Maria Elisabetta con ottocento passeggeri. Tutto è proceduto regolarmente fino 1 al momento dell'attracco al pontile < della paglia». Compiuto il largo giro attorno alla prua d'un bastimento greco al centro del bacino di San Marco, la « Concordia » al à avviata lentamente verso il pontone. Il motore era al minimo. Avrebbe proseguito cosi, su lieve abbrivio e un po' di traverso, nella consueta manovra.' Al livello del pontile avrebbe fatto màrcia tuale che costituisce praticamente una frenata. Il capitano della motonave, il cinquantenne Giovanni Porcellini, veneziano, ha azionato la leva dell'Inversione di marcia (dal ponte di comando al motori gli ordini sono diretti). L'elica invece, ha girato velocissima, ma in senso opposto a quello comandato, e cioè « a tutt i forza avanti >, I marinai avevano già lanciato le gomene per l'ormeggio, ma hanno dovuto subito lasciarle andare: se avessero tentato di fermarle alle bitte si sarebbero spezzate. In linea con il pontile ve ne sono altri due: a quello più vicino era appena attraccato un vaporetto molto affollato. Il capitano Frrcelllnl quando ha visto che la sua nave non rallentava, si è riattaccato alla leva, ma questa ora non si muoveva più. Dopo qualche inutile sforzo 11 comandante ha spento il motore, ma c'era poco spazio per manovrare. Virare a dritta significava prendere In pieno il vaporetto fermo; non c'era che da buttarsi sulla sinistra, fracassare pochi o molti motoscafi sperando che non vi fosse nessuno a bordo e fermarsi contro la riva, formata d' pietre e di grossi macigni. Il capitano Forcelllnl si è attaccato alla sirena ed ha'poi girato il timone sulla sinistra. Fra 1 due pontili vi sono gli ormeggi di molti motoscafi, da quelli di certi alberghi a quelli della cooperativa « Serenissima», tutti legati alle proprie paline, poppa verso la riva e prua al bacino. L'urlo della sirena e la disperata ma felicissima manovra del capitano hanno creato un panico indescrivibile, ma hanno salvato indubbiamente un gran numero di vite umane. Tra le urla dei passeggeri il vaporetto fermo si è subito disimpegnato e se ne è andato a tutta forza, la folla del viaggiatori che era sui pontoni e sui pontili è fuggita a terra e di 11 si è messa a correre. I bigliettai hanno abbandonato la cassa nei loro baracchini, quelli del chiosco delle bibite son saltati fuori e si son dati alla fuga e cosi pure 1 motoscaflsti che, per loro fortuna, erano a terra, sulla riva, a chiacchierare. Sulla motonave il finimondo. Chi era a prua allo scoperto e vedeva, fuggiva verso poppai Coloro che erano nelle cabine di sopra e di sotto ne uscivano terrorizzati e senza sapere ciò che succedeva, cercando una via di scampo: vedendo gli altri correre verso póppa, si sono uniti a loro urtandosi, spìngendosi, urlando. Molte le signore svenute. La motonave intanto continuava la sua marcia, l'elica finalmente si era fermata, ma lo spazio era sproporzionato all'abbrivio. Tutta una serie di schianti, cristalli che andavano in frantumi, fasciame che al sbriciolava. Uno, due, tre, quattro motoscafi (barche modernissime, veloci, da venti e più persone) sono stati schiacciati l'uno contro l'altro e inghiottiti sotto la fiancata della «Concordia». Altri due, nella stretta, si sono sollevati e, quasi in volo, sono aalitl per metà sulla riva fracassandosi, il resto della distruzione l'ha fatto la motonave schiacciandoli ancora contro la riva. La «Concordia», la prua quasi fuori dell'acqua, tanto era alta per il peso degli ottocento passeggeri ammassatisi urlanti e terrorizzati dalla parte opposta ha infine investito in pieno la riva, ha fatto saltar via un masso di marmo di notevoli proporzioni unitamente a un buon numero di pietre, é penetrata per due metri nella breccia ed ha proseguito ancora per circa un metro. Attimi di si avento e di caos. Ma neppure un contuso. La scena più commovente e drammatica è avvenuta sul ponte di comando: il capitano Forcelllnl, dopo 11 disastro e dopo tanto coraggio, non appena la motonave è stata ferma, è caduto svenuto. Stasera sula Riva degli Schiavoni è tornata la normalità. I relitti dei sei motoscafi sono stati recuperati. I danni ascendono a 30-40 milioni. Sulle cause dell'incidente appare confermato il guasto alla centrale di comando della plancia. Vi è stat effettivamente, il «salto» dUla «marcia indietro » a < marcia avanti » con bloccaggio del telecomando. La «Concordia» che presentava ammaccati 11 tagliamare e.la parte iniziale della carena, ha compiuto oggi le prove di navigabilità con un lungo giro in mare. Dopo alcune ore di navigazione ed effettuati alti;! controlli prescritti la Commissione ha dato l'autorizza-zione per la ripresa del servizio. «. 1, La prua della motonave a Concordia » che per un guasto ai comandi è finita sul* a banchina della Riva degli Schiavoni a Venezia (Telefoto « Associated Press »)

Persone citate: Giovanni Porcellini, Maria Elisabetta

Luoghi citati: Venezia