«Specchio dei tempi» mobilita i cittadini anche per le buone pesche dell'Astigiano di Giorgio Lunt

«Specchio dei tempi» mobilita i cittadini anche per le buone pesche dell'Astigiano «Specchio dei tempi» mobilita i cittadini anche per le buone pesche dell'Astigiano Una contadina di Cisterna ci aveva scritto: « Manda qualcuno a prendere le mie pesche » - Quando siamo arrivati abbiamo trovato, nel fruttéto torinesi, alessandrini e astigiani - I negozianti offrono 20-30 lire al chilo e al dettaglio vengono vendute anche 200 lire - Per questo i coltivatori preferiscono non raccogliere i frutti (Dal nostro inviato speciale) Asti, 16 agosto. La vigilia di Ferragosto «Specchio dei tempi» ha pubblicato la lettera di una contadina dell'Astigiano. « Sono sola — scriveva là signora Caterina Cotto vedova Ferrerò, dalla frazione Valmelana di Cisterna d'Asti —, ho una cin¬ quantina di miriagrammi di pesche che vanno a male. Manda qualcuno a prenderle. Non voglio niente, per le mie pesche: non posso vedere la roba andare sprecata, mentre c'è tanta' gente che ne ha bisogno».: Un artigiano torinese, il signor Laerte Beccati, ci ha te- lefonato: «Sono in villeggiatura con la famiglia' ad- Ala di Stura. Mi annoio, sarei disposto a recarmi a Valmelana con un camioncino per raccogliere le pesche della signora Caterina e portarle a Torino. Piuttosto che vadano in malora, perché non regalarle a qualche istituto di beneficenza? ». Abbiamo accolto la proposta, giovedì mattina ci siamo recati all'appuntamento con il lettore, sulla piazza di Cisterna. Ci attendeva una sorpresa: le trecento piante di pesco della vedova erano ormai spoglie. Appena letto- il suo invito, comitive di torinesi, alessandrini, astigiani erano salite nella borgata. Le macchine traboccavano di borse, cesti,'cassette. Famiglie al completo si sparpagliavano nel frutteto, per scegliere le pesche più allettanti. La donatrice le aiutava a portare il raccolto sulla strada, lieta dei ringraziamenti. Caterina Cotto ha sessantadue anni, ha tre figli e tre figlie che . risiedono .in.., cittjà. Da sola, - non. avrebbe potuto raccogliere le pesche. «Del re sto — spiega — ne varrebbe la pena? A cederle ai negozianti, non se ne ricava nulla: offrono 20-30 lire al chilo, pretendono che siano tutte selezionate, sistemate nel "plateau " e trasportate in spalla fino al camion. La fatica supera di gran lunga il guadagno. Ecco perché ho preferito regalarle: almeno, ho avuto in cambio un sorriso, una parola gentile, magari qualche centinaio di lire per il disturbo». Eravamo saliti a Cisterna con il proposito di pagare, ad equo prezzo, fesche destinate ad alliet la mensa di qualche ente assistenziale. Non potevamo tornare a mani vuote. Abbiamo consegnato a Caterina Cotto una piccola somma, a titolo di solidarietà. Come gli altri agricoltori del paese, è rimasta gravemente danneggiata dalla grandine all'inizio dell'estate. Seguiti dal camioncino del signor Beccati — che era giunto insieme al padre, al figlio e ad un nipotino —, ci siamo diretti verso un'altra borgata per raccogliere le' pesche di Stefano Gallino: anch'esse saporite, profumate, ancora imperlate di rugiada. Ne abbiamo portato a Torino quattro quintali, sono state distribuite ai muti latini di Don Gnocchi, all'Istituto per la difesa del fanclul lo, all'Opera diocesana di as sistenza. La gravità del.problema che travaglia i coltivatori dell'Astigiano ci è stata confermata dGqqqlIlfmpSmasvcLcAcvld"rmpgcslgLpacr1sqs dal sindaco di Cisterna, signor Giuseppe Rolfo. «Ogni anno, qui si producono oltre duemila quintali di pesche. Tutte di qualità pregiata: le "Gondar", le "Impero", le "San Vito". Insieme all'uva, costituiscono la risorsa di queste laboriose famiglie. Chi possiede un.automezzo e braccia sufficienti, porta le pesche al mercato di San Damiano o- di Asti. La maggior parte . del contadini abitano sulle colline, dove le strade sono impraticabili e i veicoli sono un lusso che pochissimi possono concedersi. L'urbanesimo ha spopolato le case, manca la manodopera. Assumere un uomo per la raccolta dèlie pesche, non conviene: costa tre-quattro mila lire al giorno. I commercianti di frutta - disertano le nostre "piazze", preferiscono acquistare direttamente a Torino la merce che. arriva dal Sud. La pagano quasi niente, non è gustosa come la nostra — perché matura nei magazzini o su: vagoni, ferroviari —, ma,le - massàie di città si rassegnano à comprarla lo stesso; Le pesche che qui tutti sono pronti a cedere a 40 lire, anche al dettaglio, sono quelle che nei negozi e sulle bancarelle, fanno pagare da 80 a 120 lire. Vada a fare un giro sulle colline; vedrà quintali e quintali di pesche che marciscono sugli alberi». Giorgio Lunt La signora Caterina Cotto mentre sta raccogliendo le pesche nel suo frutteto nei pressi di- Cisterna d'Asti

Persone citate: Beccati, Caterina Cotto, Cisterna, Giuseppe Rolfo, Stefano Gallino

Luoghi citati: Ala Di Stura, Asti, Torino