La Scenografia alla "Mostra del Barocco,,

La Scenografia alla "Mostra del Barocco,, La Scenografia alla "Mostra del Barocco,, Un primario eleménto attrattivo nella « Mostra del barocco piemontese» a Palazzo Madama è la sapiente e numerosa scelta di «Scenografie», cioè di bozzetti, disegni, acquarelli, tempere, pel teatro di. musica nel Sei e Settecento. Esse destano un duplice interesse: in quanto valgono come opere nell'ambito proprio della pittura', ed in quanto, insieme con libretti d'opera e con composizioni musicali, concorsero alla' costituzione di melodrammi. Nel riguardo al fatto pittorico, ideazione, fantasia e tecnica, originalità e maniera e scuola, il visitatore si gioverà del Catalogo, guida ricca, oltre che di fotografie, di notizie e commenti, compilata dalla signora Mercedes Viale Ferrerò, da molti anni studiosa appunto di, scenografia. Per la parte della pittura teatrale gli stimoli della cultura e della critica, rinnovandosi alla vista di tanti progetti, (< pensieri », diceva l'Juvarra), ripropongono le questioni, che ho già discusso altrove, dell'estetica esigenza, e dell'attuazione, della scenografia nel melodramma d'ogni tempo; questioni , mosse, anzi più agitate, nel nostro tempo per le spesso deplorevoli «novità registiche», applicate a Opere d'altra età. Poiché non è mai superfluo determinare il tema d'un discorso; specialmente se i vocaboli, quali scenografia e barocco, sono ambigui, uno schiarimento può riuscire opportuno. Scenografia, in generale: rappresentazione, con i mezzi delle arti della pittura e dell'architettura, del luogo o dei luoghi, dove un librettista e un musicista, componendo un melodramma, tragico o comico, immaginano e pongono lo svolgimento delle azioni, da essi concordate. Essa è dunque uno dei tre fattori dell'*opera» teatrale: parola, suono e visibilità, disegno-colore. Come opera di pittura, libera creazione, una «scenografia» va considerata e giudicata di ' per se stante, seppur si abbiano informazioni della sua destinazione teatrale. Come scenografia, invece, una pittura va intesa e . giudicata nell'armonia dei fattori costitutivi, s'è detto, d'un melodramma. E subito si noti che scenografia vuol dire specificamente l'abbozzo del pittore, non' la scena dipinta dal tecnico, quale si vede poi in teatro, e che questa può' risultare diversa, anche molto, da quello per molte cagioni pratiche, nel teatro. Tuttavia' il compito dello scenografo è guidato dal librettista, il quale prescrisse, e prescrive, con succinte o abbondanti didascalie, i luoghi, al cui « ambiente » l'operista si riferisce intonando e svolgendo gli eventi ed i sena, menti dei suoi personaggi; succinte, ma precise, per esempio: « Atrio », « Camera », « Delizio sa campagna», «Orrido rupestre », « Sala regia », « Carcere », soggetti non equivocabili. L'accertamento dell'apparte nenza di tramandati bozzetti a questa o quella opera, scarsa mente favorito da riferimenti, è difficile, raro. Lo stato del tea tro, quello sociale degli artisti e quello della cultura non erano in massima tali da preparare documenti agli osservatori ven turi. Le ricerche, certamente zelanti dell'esperta compilatrice del Catalogo, hai- fruttato non molte e nuove notizie, e perciò non è dato procedere, quando d'un melodramma sia stata serbata la partitura, all'integrazio■ne dei fattori e, se mai, alla scoperta di quella estetica sintesi melodrammaturgica, che si riscontra nelle belle opere teatrali d'ogni tempo. Quanto sarebbe dilettoso istruttivo ascoltare e vedere integralmente ed esattamente riprodotto un bel melodramma del Sei e Settecento, quale fu coordinato da un eccellente scenografo, (in questo caso, piemontese o soltanto operante a Torino, dall'Juvarra ai fratelli Mauro, dai Bibiena ai Galliari. per citare i maggiori), da un librettista e da un musicista insigni! Ma gli scenografi nostri contemporanei tengono mano ai registi nelle più perfide mano, missioni. E' di questi giorni la notizia di un'altra falsificazione dell'Incoronazione di Poppea di Monte verdi : i personaggi in abiti moderni, e le sceneBisogna peraltro avvertire che questi bozzetti dubbiosamente documentano l'entità del melodramma, genericamente parlando, dell'età barocca. Più volte si vedono qui ' in scena parecchie persone, perfino otto e più. Personaggi? Cantanti? L'ottetto era inusitato nei melodrammi del Seicento. Il « pittore » dunque si compiacque riempire i vasti spazi delle prospettive con quelle figure. Inoltre, si hanno qui scenografie soltanto di * opere icriei, costose, fastose, è no¬ to, complesse, spettacolose, e non anche, mi pare, dichiarati saggi di messinscene di intermezzi e di òpere comiche, che erano semplicissime, realistiche, popolari, anche per compagnie girovaghe, e mai, per nessun aspetto, tali da esser appellate barocche. E l'opera comica, si sa, fu un'altissima, fortunatissima specie dell'arte nostrana. Musica barocca? Se alle scene-pitture del 6-700 la critica della pittura suol dare il convenzionale epiteto di barocche del tempo barocco, è assai improprio (come ho ultimamente dimostrato nel. Convegno internazionale Sul « Manierismo, Barocco, Rococò » presso l'Accademia dei Lincei, 1962), deno¬ minare genericamente- barocche tante diverse musiche strumentali o teatrali,di quei secoli. Deriva dai vano tentativo di alcuni musicologi tedeschi l'insistente concetto dell'analogia delle forme architettoniche e decorative con quelle musicali, e la rinuncia a criticare caso per caso l'opera, d'arte in sé. Perché qualificare « barocca », sia nell'accezione tedesca di stile o gusto o maniera, sia in quella italiana di maniera gonfia, ridondante, ampollosa, una perfezione di originalità, sobrietà, snellezza, poesia, quale è l'Orfeo di Montevcrdi o La Serva padrona di Pcrgolesi o una Sonata di Domenico Scarlatti? A. Della Corte

Persone citate: A. Della, Barocco, Domenico Scarlatti, Galliari, Juvarra, Mercedes Viale Ferrerò

Luoghi citati: Sei, Settecento, Torino