Un nuovo apparecchio aiuta i malati a vincere le gravi crisi di asfissia di Angelo Viziano
Un nuovo apparecchio aiuta i malati a vincere le gravi crisi di asfissia Immette forzatamente ossigeno nell'organismo Un nuovo apparecchio aiuta i malati a vincere le gravi crisi di asfissia E' la camera iperbarica - Un esemplare è stato costruito a Torino presso la clinica per le malattie nervose - I primi risultati sono soddisfacenti - All'ospedale di Boston si trova una «camera» ùnica al mondo per le sue dimensioni I medici l'hanno usata nell'estremo tentativo di salvare il piccolo Kennedy Nei disperati tentativi di salvare la vita del piccolo Patrick 1 pediatri di Boston hanno fatto ricorso ad una speciale «càmera iperbarica», ossia ad alta pressione, come ultima àncora per rimediare alle condizioni di insufficienza respiratoria i del neonato,. per tal modo inetto ad assumere regolarmente ossigeno dai polmoni e vivificare tutti i suoi tessuti. La'cronaca purtroppo sta a segnalare l'insuccesso della prova, evidentemente legato a quelle condizioni di grave immaturità : della struttura polmonare che hanno favorito uno stato morboso,- più grave del pensàbile, a livello delle pareti alveolari; attraverso le quali avviene normalmente lo scambio dei gas respiratori, assorbimento cioè del- vitale ossigeno ed eliminazione della tossica Anidride carbonica. Stato morboso consistente, come ormai è noto,' nella formazione sulla parete interna alveolare di una sottile membrana che ostacola variamente la permeabilità della parete stessa ai due gas. . E' tuttavia probabile che la camera sia stata applicata anche nell'Intento di ottenere una ossigenazione del sangue del piccolo attraverso la rete dei vasi capillari dei tessuti esterni, in quantità sufficiente a sopperire il contingente grave difetto polmonare. La cronaca ha, pertanto, portato a conoscenza dei profani l'esistenza di una modernissima apparecchiatura (la complessa camera iperbarica), il cui esemplare di Boston-è stato definito come unico.ài mondo. Le sue proporzioni sono certamente eccezionali, per gli scopi sperimentali e per l'attrezzatura operatoria; ma è opportuno che si sappia che per la molteplicità delle sue indicazioni si profila la utilizzazione della camera iperbarica a scopo strettamente terapeutico d'urgenza nei centri altamente qualificati. Per cui, pur conservando le stesse qualità, richiede proporzioni ridotte. Noi di Torino slamo lieti di segnalare che già da alcuni mesi, presso.il Reparto ne uro chirurgico della Cllnica delle malattie nervose e mentali del nostro Ateneo, diretta dal professor Dino Bolsi, è in funzio- - ne una camera iperbarica che utilizza gli stessi principi fisiologici di quella del Centro medico di Boston. Costruita su indicazione dei sanitari del reparto in discorso dall'ing. Galeazzi,' misura 3,5 metri di lunghezza; ha struttura cilindrica ed un diametro di 1,5, Essa viene utilizzata a Torino nel trattamento dello stato di anossia (cioè di insufficienza di ossigeno nei tessuti), che rappresenta una delle conseguenze più gravi nei traumatismi cranici e delle malattie vascolari cerebrali. Consente l'introduzione di una maggiore quantità di ossigeno nell'organismo. Tale scopo viene raggiunto immettendo nella camera una miscela nella quale l'ossigeno è rappresentato in proporzioni più elevate (60-70%) di quelle dell'aria atmosferica, e ad una pressione più elevata di quest'ultima (da 1 a 3 atm.), modificando il gradiente tra l'esterno e l'organismo. In tale modo viene introdotta nel polmoni una maggiore quantità di ossigeno e si ha una sua diffusione nell'organismo anche attraverso i tessuti. Nel caso dei traumatismi cranici questo procedimento viene associato a quello dell' Ipotermia (raffreddamento corporeo), permettendo così all'organismo da un lato di assumere per l'elevata pressione una maggiore quantità di ossigeno, e dall'altro, attraverso l'ipotermia, di ridurne al minimo il consumo. Consente la possibilità di controllare dall'esterno le funzioni vitali del paziente (attività cerebrale mediante l'elettroencefalogramma; attività cardiocircolatoria con l'elettrocardiogramma; attività respiratoria con la spirometria e la determinazione del rap' porto tra ossigeno ed anidride carbonica) attraverso un poltregistratore. Il medico può .assistere il paziente nell'interno della camera permettendogli così una completa carica di ossigeno. Grazie anche alla Direzione generale della Fiat, la camera è stata messa in funzione ed ha potuto essere applicata in parecchi casi con successo Dei primi risultati è già stata data notizia In congressi. Per il settembre prossimo il prof. Boroema, clinico chirurgo di Amsterdam, ha Invitato i neurochirurghi di Torino a - presentare un rapporto sui primi risultati ottenuti nel trattamento dei cranio-traumatismi acuti. Naturalmente, e qui rimandiamo alle nostre premesse, perché si ottenga una buona ossigenazione è indispensabile che vi sia un normale assorbimento polmonare, che, come si è detto, purtroppo è mancato più del sospettabile nel piccolo Kennedy. Angelo Viziano Una piccola paziente nella camera iperbarica della Olinica naurologica di Torino I
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