I dilettanti azzurri, sconfitti a cronometro cercano la rivincita sul circuito di Renaix di Vittorio Varale

I dilettanti azzurri, sconfitti a cronometro cercano la rivincita sul circuito di Renaix Oggi e domani le prove i i su strada dei "mondiali •i I dilettanti azzurri, sconfitti a cronometro cercano la rivincita sul circuito di Renaix La squadra italiana, nella corsa odierna, sarà composta da Mugnaini, Gimondi, Vicentini, Macchi, Andreoli e Stefanoni - Centoventi corridori al via (Dal nostro inviato speciale) Bruxelles, 9 agosto. Per 1 dilettanti azzurri, l'avventura dèi < mondiali » è avara di soddisfazioni,. passano i giorni, si disputano le gare ed il bilancio resta magro, avvilente, perfino un po' ingiusto. Gli italiani hanno cominciato a raccogliere sconfitte sulla pista di Rocourt; di fronte ai belgi ricchi di tre titoli conquistati da Sercu, da De Loof e da Valschaert, di fronte ai russi campioni dell'inseguimento a squadre, 1 nostri ciclisti sono stati costretti ad incassare una secca batosta e soltanto Io «sprinter» Bianchetto è uscito a testa alta grazie al suo secondo posto. Ci siamo affacciati alle competizioni su strada ansiosi di speranze, una gara almeno, quella a cronometro a squadre, ci vedeva nettamente favoriti, la nostra superiorità non si basava esclusivamente sulla tradizione, la nostra superiorità poggiava su uomini da tutti ritenuti 1 migliori, su uomini preparati a lungo e in modo minuzioso da un tecnico abile, capace, appassionato. Ieri ad Herentals, insomma, un successo degli azzurri era nelle previsioni generali. Ma (c'è sempre un «ma> purtroppo nella storia del nostro ciclismo) all'ultimo momento è spuntata alla ribalta la Francia che ha avuto un fantastico finale e la Francia ci ha costretto alla resa. La fortuna non ha voluto aiutare gli atleti dì Rimedio che, nella fase risolutiva, sono stati obbligati a gareggiare in condizioni atmosferiche tremende mentre francesi e russi hanno trovato invece un tempo meno fastidioso, senza pioggia e con debole vento; comunque, la leggenda della nostra superiorità è andata in frantumi; alle sconfitte .subite In pista, un'altra' seti* 'ag giunta ed il morale tende de cìsamente sì basso. Resta una corsa, quella di domani, la corsa più importante, ( la corsa in linea su strada. Ventinove sono le nazioni iscritte (manca, per motivi politici, la Germania orientale) oltre centoventi sono ì concorrenti annunciati al via. Noi mettiamo in campo lo schieramento già noto con Mugnaini, Gimondi, Vicentini, Macchi, Andreoli e Stefanoni e i sei, almeno a quanto abbiamo constatato oggi, in una visita al loro albergo, non nutrono eccessiva fiducia, e nemmeno li scuotono i giornali belgi che magnificano a titoli di scatola la formazione italiana. Anche Rimedio si strìnge alle spalle, teme il tempo e 11 pavé; la pioggia ed i tratti sconnessi del fondo stradale rappresentano per 1 nostri atleti autentici spauracchi. «La squadra — dice il C. T. — parte con una tattica ben precisa e dovrà logicamente adattarsi alle circostanze. Ho preferito seguire il temperamento istintivo di ciascun corridore nell'affidare i vari compiti e così Vicentini, Macchi e Gismondi, che sono impulsivi di carattere, faranno subito la corsa all'avariti, pronti cioè ad infilarsi in ogni tentativo di fuga. Mugnaini ed Andreoli gareggeranno invece in posizione d'attesa, per venire di scena nel finale, e Stefanoni sarà il «mulo», l'elemento deciso a sobbarcarsi la maggior mole di lavoro nell'intento di sostenere i compagni di squadra. Questi sono i piani in linea dì massima, che però naturalmente potranno essere mutati a secon da dello svolgimento della competizione ». Una volta, non molti anni addietro, i nostri dilettanti ricevevano dal C. T. un fogliet¬ tspabnmgmfnptps to di carta, sul quale erano scritti 1 numeri dei rivali più pericolosi, che li imparassero a memoria. I tempi sono cambiati ed i rivali sono ben conosciuti. «Russi e belgi» ammonisce Rimedio. Poi aggiunge: «Ed i francesi, mi raccomando non dimenticate i francesi. Sono bravi, nessuno lo nega, ma gli va l'acqua per l'orto. Sono cioè anche fortunati e la sorte ha il suo peso». Gli è proprio rimasta sul cuore, la sconfitta di ieri. Gigi Boccacini La formazione dei professionisti, che gareggerà domani, non ha molte speranze di raggiungere il successo - I nostri atleti, sebbene selezionati nel migliore dei modi, non sono molto esperti - Il belga Rik Van Looy è il grande favorito, ma dovrà guardarsi dai rivali francesi, tedeschi e olandesi - Ultimi allenamenti (Dal nostro inviato speciale) Hoeilaert, 9 agosto. TeZe/oniamo dall'albergo isolato fra i boschi, le serre, gli stagni del sobborgo di Bruxelles dove alloggiano gli « azzurri» dilettanti, e professionisti. Mentre i primi hanno osservato il doveroso riposo della vigilia, i professionisti, accompagnati dal commissario tecnico della Lega, l'ex corridore Fiorenzo Magni, nel pomeriggio sono andati a compiere sulle strade limitrofe un breve allenamento chi 50, chi 70 chilometri. Il programma primitivo era di fare una ricognizione sul circuito di Re- noia;, ma il tempo minaccioso li ha sconsigliati di allontanarsi troppo dall'albergo. Quale sarà la sorte che domenica attende i nostri professionisti? Sarebbe sciocco negare che le possibilità di un successo italiano appartengono alla fantascienza. Tale realtà si compendia in due fatti chiari come il sole: 1) la composizione della nostro squadra, che, pur essendo formata dal meglio assoluto di cui oggi dispon il ciclismo italiano, giustamente si pub basare soltanto sui giovani — due soli dei quali, Baimamion e Cribiori, hanno esperienza di «mondiale» (Salò 1962); 2) il valore, il grande valore degli avversari, mai forse, come stavolta, allenatissimi. Non è tanto il numero delle trentadue nazioni presenti, ma ò la provata efficienza dei campioni che esse allineano a dare corpo a questa realtà. Quale sia la preparazione attraverso la quale Magni ha fatto passare gli otto « azzurri» è stato qui, giorno giorno, riferito. Ci sarebbe forse da rilevare che le ultime gare da essi disputate hanno avuto un po' troppo il carattere di « corsa all'italiana »: 200 e più chilometri in gruppo e bagarre soltanto nel tratto finale, con relativi distacchi. Ma non ne hanno colpa. Nessun dubbio che una preparazione del genere, deve aver accumulato nell'organismo degli atleti molta resistenza allo sforzo, abituandoli, se non altro, a « tenere» la - distanza, che domenica è di ben 282 chilometri. Ma nel campionato mondiale raramente arieggia lo stile e la consuetudine delle corse in Italia. Con la probabilità che ben prima del 250° chilometro francesi, tedeschi, olandesi, britannici attacchino a sur cessive ondate il «favoritissimo » Van Looy, con l'intento di relegarlo in un secondo gruppo nel quale l'orgoglioso Rik troverebbe certamente pochi disposti ad aiutarlo, con questa prospettiva sarebbe -forse stato bene 'che ai nostri rappresentanti fosse stata data l'occasione di prendere contatto con corridori e sistemi stranieri, senza aspettare il giorno del « mondiale ». Oggi, mentre siamo andati a fare una capatina al circuito (a proposito, squadre di stradini stavano spargendo sabbia e terriccio per otturare le profonde crepe del pavé) vi abbiamo visto passare e ripassare noti personaggi: Anquetil, Poulidor, Darrigade, Altig, Simpson, olire a un paio di misteriosi e minvti giapponesi. Sono pure stati visti alcuni belgi, non Van Looy, che non s'è mosso da casa, ad Herentahl. Queste strade egli le conosce da ragazzo, non hanno segreti né trabocchetti per nsncacdgfLdtamccltdmpdmcsmDdtdralStifnsdglddurpslmFmlui die, malgrado le voci sul-1 le ottime condizioni di alcu- I ni dei suoi più diretti avversari, rimane il « favorito » generale. Se il belga dovesse vincere, sarebbe la terza volta ad essere campione mondiale, così uguagliando il primato di Binda e di Van Steenbergen. Sulla compattezza e sulla fedeltà della squadra che la Lega belga ha messo a sua disposizione e ch'egli ha legata a sé con vistosissimi premi in caso di vittoria, non c'è d'avere dubbi. La stessa cosa forse non può dirsi dell'equipe francese, una eventuale alleanza Anquetil-Poulidor o Stablinski-Poulidor al momento decisivo apparendo piuttosto problematica. Individualmente, sul piano della loro efficienza confermata dalle ultime corse e circuiti, il trio francese deve essere comunque ritenuto oltremodo pericoloso per Van Looy. Di Anquetil è una leggenda del passato ch'egli valga soltanto nelle prove a tappe. Altig e Wolfshohls tra i tedeschi, se la distanza non gli risulterà troppo pesante; se altrettanto non sarà per l'irlandese Elliott e per l'inglese Simpson insieme a qualche altro olandese, ecco completato il blocco degli avversari che insidiano il terzo successo mondiale di Rik. In questa eletta compagnia il blocco degl'italiani si presenta con le mani nette e a fronte alta, forte soprattutto della giovinezza e della carica psicologica - che Magni ha sa puto infondergli. Le essere libero dal complesso d'una reputazione da difendere è per esso un atout, non uno svantaggio. E' inutile, mi sembra, andar a ricercare se per le prove che ultimamente hanno dato, Zilioli,-- De Rosso e Durante appaiono davvero i meglio disposti della brigata; le incognite della gara sono tante da render possibile anche che Ba.lma.mion, Fontona, Taccone, Cribiori e Adorni reggano all'altissimo ritmo che la corsa prenderà nei momenti della decisione, e non si lascino sorprendere. Quest'anno, per le note ragioni, l'Italia si presenta al campionato mondiale nella veste di rispettosa, direi timida postulante. Sarà benvenuto anche un modesto risultato, purché gli « azzurri » dimostrino di saper lottare, soffrire il necessario pur di fare onore alla nuova generazione che rappresentano. Vittorio Varale I calciatori del Milan in ritiro ad Asiago impegnati in un allenamento in cui non sono ammessi gli errori: devono saltare i compagni chinati a terra. Stanno eseguendo l'esercizio il centravanti Altafini (da sinistra), Amarildo e l'ala Barison

Luoghi citati: Asiago, Bruxelles, Francia, Germania, Herentahl, Herentals, Italia