Inviati in altri conventi i cappuccini che mi dimostrarono ostili a Padre Pio di Gigi Ghirotti

Inviati in altri conventi i cappuccini che mi dimostrarono ostili a Padre Pio tre anni II frat tenuto quasi prigioniero Inviati in altri conventi i cappuccini che mi dimostrarono ostili a Padre Pio Il fanatismo di alcuni fedeli aveva indotto la Santa Sede a consigliare misure di prudenza - Pare che i superiori di San Giovanni Rotondo abbiano ecceduto - L'anziano frate era guardato a vista in ogni momento della giornata - Si dice che nel confessionale fosse stato messo un microfono segreto - Proibito ogni incontro con la folla - Ora la situazione è mutata - Paolo VI ha sempre avuto grande stima per il cappuccino (Dal nostro inviato speciale) S. Giovanni Rotondo, 5 agosto. / € figli spirituali» di Padre Pio sono in festa: non ancora liberi di manifestare la loro esultanza, ma già sicuri della vittoria, alla vigilia della grande giornata che da tre anni attendono. C'è aria di partenza nel convento di Padre Pio: questa è la voce che sempre più, insistente si fa a 8. Giovanni Rotondo. Il frate sta per essere «liberato dalle catene-» di cui la prudenza della Chiesa lo ha gravato a partire dall'agosto I960, epoca in cui il € frate delle stimmate » rice- , vette la visita apostolica d'un1 messo del Vaticano, mons. Carlo Maccari. Si parla di catene in senso metaforico, naturalmente, ma ve ne sono anche di vere, proprio in ferro: ogni mattina, alle cinque precise, Padre Pio scende dalla sua cella e fa ingresso nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. In quel momento si ode uno strepito di ferraglie ripercuotersi sinistramente sotto la navata: sono alcuni inservienti che, in obbedienza agli ordini ricevuti, stendono intorno alla balaustra lunghe e pesanti catene, per impedire ai fedeli qualsiasi manifestazione di fanatismo accanto al celebrante. In passato le c pio donne * che affollano questa Messa mattutina non sempre avevano dato prova di compostezza e di moderazione: si spingevano sotto l'aitar maggiore, litigavano per farsi largo, baciavano la veste, le mani, i calzari di Padre Pio. Una volta — ma questo pare sia smentito — una signora si ebbe un morso al naso da una devota che si era vista togliere il primo posto nella fila delle penitenti. Così, nell'estate di tre anni fa, quando mons. Maccari fu mandato a S. Giovanni Rotondo a veder da vicino ciò che si agitava intorno al frate in odore di santità, cominciò subito a fiutare sospetto di eresia in quelle manifestazioni di folla: «Trattandosi di un vìvente è fuori della prassi della Chiesa muoversi intorno a Padre Pio come ci si muove intorno a un santo canonizzato >: citiamo le parole di un eminente prelato che ha gran parte nelle vicissitudini di Padre Pio, mons. Girolamo Bortignon, vescovo di Padova e cappuccino, come è cappuccino Padre Pio. Ma ritorniamo alle limitazioni imposte dal visitatore apostolico: c'è un frate, il padre guardiano del convento, Rosario D'Aliminusa, che non perde mai d'occhio, in tutta la giornata, il suo confratello stigmatizzato (per i devoti di Padre Pio queste stimmate sono un fatto fuori di ogni possibile discussione, mentre la Chiesa non si è mai pronunciata ufficialmente ). Padre Rosario, anche durante la Messa, se ne sta lì, impalato, le braccia conserte, due passi dietro il celebrante, gli occhi febbrili e sospettosi che scrutano ora Padre Pio, ora la folla 1de« /edeli. Sui muri della chiesa e del convento è scritto in chiare lettere che Padre Pio non concede né udienze né colloqui all'infuori del confessionale: è vietato fotografarlo, alle donne è vietato anche guardarlo mentre siede in confessionale; la pe nitente sorpresa a trasgredì re l'ordine è privata della « prenotazione » e cacciata subito di chiesa. Si dice anche che è proibito a Padre Pio celebrare Messe troppo lunghe, alzar la tendina del confessionale per prendere fiato fra un penitente e l'altro, perfino di sorseggiare un bicchiere di birra fresca, al pomeriggio, nel giardino dei frati, all'ora del riposo. Ma forse la fantasia dei devoti si spinge a immaginare privazioni e angherie al di là del vero e del verosimile. I suoi < figli spirituali > comunque lo chiamano € il prigioniero del Gargano »; qui a S. Giovanni Rotondo si possono acquistare in cartoleria immagini di Padre Pio con una corona di spine intomo al capo. Fotomontaggi, s'intende, ma eloquenti per alludere alla condizione di sospettosa vigilanza in cui il frate è tenuto. <Non ne posso più; mi han ridotto peggio che se fossi di là dalla cortina di ferro: sono legato mani e piedi, non posso nemmeno difendermi! ». Queste le parole che il vecchio frate (.Padre Pio ha compiuto i settantasei anni nel maggio scorso) andrebbe sussurrando oltre la grata del confessionale ai suoi devoti. La sera del 5 maggio scorso, giorno del suo onomastico, a S. Giovanni Rotondo la folla dei pellegrini improvvisò una chiassosa manifestazione davanti al convento. Torce e bengala illuminavano la piazza, si udiva gridare: < Abbasso i carcerieri di Padre Pio. Spezzate le catene di Padre Pio! ». Il sindaco di S. Giovanni Rotondo, Francesco Morcaldi, invitò la folla a calmarsi, ma finita la dimostrazione corse all'ufficio postale e spedi telegrammi in Vaticano e alle massime autorità dello Stato, invocando per il vecchio frate la fine di una umiliante segregazione dai fedeli. Negli anni scorsi, Padre Pio era solito parlare al popolo dalla gradinata della chiesa: quest'anno, nel giorno onomastico, non gli fu concesso nemmeno di incontrarsi con le autorità e con i suoi più assidui collaboratori, saliti alla sua cella per porgergli gli auguri. Di qui la protesta. Nel giro di tre mesi tuttavia le cose soikj molto cambiate: non sono mistero per nessuno le preoccupazioni che ebbe Papa Giovanni per gli sviluppi del culto per il frate del Gargano; fu di quel Papa l'iniziativa di mandare il visitatore apostolico a rimettere ordine nelle cose di S. Giovanni Rotondo. Che poi, nell'eseguire il mandato, qualcuno sia andato oltre la misura, questo pare cosa certa, testimoniato da centinaia di fedeli, messo in evidenza da prove documentali. A metà dello scorso giugno un gruppo di amici di padre Pio, numerosi e potènti anche all'estero, raccolse le prove di sistematiche violazioni dei diritti della persona umana, compiute ai danni del frate. Fu compilato un < dossier » di oltre trecento pagine e spedito all'Onu: questo « libro bianco » reca la firma dell'avvocato ginevrino Jean Flavien Lalive, già segretario dell'Alta Corte di giustizia dell'Afa. Il più grave degli episodi denunziati nel « libro bianco », a quanto si sa, è senza dubbio l'installazione nella cella e nel confessionale di Padre Pio di microfoni segreti, collegati a registratori magnetici, attraverso cui si intendeva carpire e fissare la prova di un atteggiamento ribelle del frate all'autorità ecclesiastica. Ma prima e più che questo <libr" bianco» è stata l'ascesa al soglio pontificio di Paolo VI a dare una svolta alla situazione, in favore di Padre Pio. Il cardinal Montini aveva sempre espresso simpatia e affetto per il frate del Gargano: è evidente che il « dossier» delle lamentele dev'essere giunto anche al suo scrittoio. Fatto sta che a S. Giovanni Rotondò è ritenuto imminente il decreto che disperde dalla provincia cappuccina di Foggia e dal convento — dov'è ospitato Padre Pio — il gruppo dei confratelli e dei superiori che maggiormente si sono resi invisi agli occhi del frate e dei suoi devoti in questi anni. Per esempio, il capo della provincia cappuccina di Foggia, Padre Torquato da Lecore, dovrà andarsene a Firenze; e anche i suoi € defini¬ tori», e cioè consiglieri, hanno ricevuto o stanno per ricevere l'ordine di allontanarsi, padre Pietro andrà a Genova, padre Albino a Parma, padre Alessandro ad Alessandria e padre Crispino a Mestre. E c'è anche un ultimo trasferimento ancora più interessante: è stato imposto a frate Giustino, famoso in questa storia perché fu proprio lui — secondo le accuse — a installare i famosi microfoni, di raggiungere al più presto Malta, dove gli ò stato trovato un posto come cappellano di quelle carceri. In un primo tempo egli era stato promosso « guardiano » al convento di Cerignola, ma evidentemente i suoi superiori ci hanno ripensato. Quanto poi a padre Rosario, l'attuale « guardiano » del convento dov'è ospite Padre Pio egli dovrebbe aver già la valigia pronta per andarsene a Bressanone « per trascorrervi un periodo di cura». A vederlo, si direbbe che stia bene in salute, ma può darsi che questi anni, trascorsi a montare la guardia al frate più inquietante della cristianità, lo abbiano davvero stremato. A reggere le sorti della provincia cappuccina di Foggia e insieme del convento di Santa Maria delle Grazie è atteso a S. Giovanni Rotondo padre Benigno di Sant'Ilario, un re¬ lPcePSacmhdMzsac ligioso lombarda che già fu Padre generale dell'Ordine cappuccino, e gode di grande estimazione presso il nuovo. Pontefice. Gigi Ghirotti

Luoghi citati: Alessandria, Bressanone, Cerignola, Firenze, Genova, Malta, Padova, Parma, San Giovanni Rotondo, Sant'ilario