Uno svizzero conquista da solo la vertiginosa parete Nord dell'Eiger
Uno svizzero conquista da solo la vertiginosa parete Nord dell'Eiger Per la prima volta nella storia dell'alpinismo Uno svizzero conquista da solo la vertiginosa parete Nord dell'Eiger E' un montanaro di 29 anni che fa la guida nel Vallese, Michel Darbellay - Favorito da un tempo splendido, ha seguito la via diretta, raggiungendo la vetta in 19 ore di arrampicata effettiva - Ha passato una notte in bivacco, su una sporgenza di roccia (Dal nostro corrispondente) Berna, 3 agosto. Quella che Ano a pochi giorni addietro sembrava un'impresa praticamente impossibile, piena di incognite e di rischi mortali, è stata portata a termine felicemente tra ieri ed oggi, quasi alla chetichella: l'alpinista svizzero Michel Darbellay, di Orsières (Cantone del Vallese), è riuscito a vincere da solo la terribile parete nord dell'Eiger, nel maestoso massiccio della Jungfrau. E' la prima volta nella storia dell'alpinismo che la montagna dell'Oberland bernese viene superata da un alpinista solitario. Dopo le tragiche esperienze dell'austriaco Adi Meyer e dello svizzero Adolfo Derungs, precipitati nel vuoto durante la prima fase della ascensione, e la rinunzia di Walter Bonatti, ferito la scorsa settimana da una scarica di pietre al di sopra del secondo nevaio, a circa 3400 metri di altitudine, si pensava, e tale opinione era condivisa dalle guide della zona, che sarebbe passato molto tempo prima che venisse ritentata la pericolosa avventura. Invece lo svizzero Darbellay, arrivato giovedì sera a Kleine Schei degg, la località che si trova ai piedi della parete, è riuscì to nel gran colpo, fruendo di condizioni atmosferiche veramente eccezionali. Senza volere sminuire il va lore della sua impresa, è pur necessario rilevare che grazie al tempo, splendido Michel Darbellay ha potuto avanzare senza perdere minuti preziosi. Come si è potuto osservare da Kleine Scheidegg con 1 cannocchiali, egli ha seguito la vìa abituale, passando attraverso i due nevai, la Rampa, il «ferro da stiro» e la «ragnatela ». Michel Darbellay, che ha ventinove anni e fa la guida ad Orsières, si era preparato in sordina, senza clamori, alla difficile ascensione. Ha iniziato la scalata ieri, alle due di notte. Soltanto pochi amici erano al corrente della sua in tenzione di accingersi alla rischiosa impresa. Poiché nella giornata di ieri il massiccio era avvolto da .una leggera foschia, non è stato possibile seguire se non di tratto in tratto le acrobazie di Darbellay, in parete. Praticamente, nessuno dei numerosi turisti che attualmente soggiornano a Kleine Scheidegg si è accorto ieri della presenza di Michel in parete. Stamane l'orizzonte era limpido e pochi minuti dopo le otto Darbellay è spuntato, tra il generale stupore, sulla vetta dell'Eiger. Immediatamente dopo ha preso la vìa del ri torno alla base, ove ha avuto accoglienze trionfali da numerosi appassionati di alpinismo, giunti in gran fretta a Kleine Scheidegg. Le guide sono unanimi nel tributargli vivi elogi. Esse hanno calcolato che egli ha impiegato diciannove ore esatte per effettuare la scalata, a parte le ore trascorse nel bivacco della scorsa notte. Darbellay ha precisato che alle 19,30 di ieri sera si trovava nella cosiddetta zona del < crepaccio >, a circa 3500 metri di altezza: si è coricato sulla sporgenza dì una roccia per riposarsi prima di riprendere la scalata alle 2,30 di stamane ed affrontare la fase finale dell'ascensione. Luigi Fascetti Michel Darbellay, lo scalatore solitario della parete Nord dell'Eiger, fotografato sulla terrazza di un albergo con due alpinistc svizzere (Tel. «Associated Press») itiiiiiiiiniiiiiii iiiiiiiiiiiuiii iiiiiiiiiiiiiiiitniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiii inni ii i iiiiiiiiii imiiiiitii u
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