Quasi due milioni di passeggeri sulle linee aeree interne nel '62 di Arturo Barone
Quasi due milioni di passeggeri sulle linee aeree interne nel '62 Anche gli italiani stanno imparando a volare Quasi due milioni di passeggeri sulle linee aeree interne nel '62 Un incremento del 33 % rispetto al 1961 - Lo sviluppo sarebbe maggiore se gli spostamenti a terra (dalle città agli aeroporti) fossero più agevoli - Anche gli orari non facilitano i viaggi - L'istituzione di nuovi servizi interessa in particolare Torino-Caselle (Nostro servizio particolare) Roma, 29 luglio. Gli italiani cominciano a servirai dell'aeroplano, non solo per i lunghi viaggi internazionali nei quali la convenienza ' del mezzo aereo per uomini politici e d'affari è'ormai fuori discussione, ma anche sui più brevi percorsi delle. linee nazionali. Lo si può arguire dai dati relativi al movimento aeroportuale dei passeggeri dei servizi interni. Nel 1962 si è registrato in questo campo Rcplmprcncpfpsv•un nuovo primato: poco menciadi due milioni dì passeggeri, ( sossia circa un milione di viag¬ giatori effettivi, tenendo conto che, di regola, chi si vale delle linee nazionali figura due volte nelle statistiche, la prima volta all'atto dell'imbarco e la seconda al momento dello sbarco. Il numero dei passeggeri in transito rappresenta pur sempre una percentuale di scarso rilievo. Rispetto al 1961 l'incremento è stato fortissimo, di 1/3 abbondante, tale cioè da giustificare una maggiore attenzione per il traffico interno sia da parte del nuovo dicastero competente — il ministero dei Trasporti —, sia da parte della compagnia di bandiera. Negli ultimi anni l'Alitalia ha concentrato i propri sforzi sulle linee internazionali, dove opera in aperta e vivacissima con correnza con le società aeree di tutti i paesi. I risultati conseguiti (particolarmente brillanti quelli del 1962 che hanno permesso di chiudere il bilancio con oltre un miliardo di attivo, men tre quasi tutti i concorrenti erano costretti a saldare in deficit) convalidano a posteriori questo ordine di priorità, dettato ad un tempo da consi derazioni di prestigio commerciale e da preoccupazioni di ordine valutario: i noli aerei incassati in moneta straniera influiscono sulla bilancia dei pagamenti. Sembra tuttavia giunto il momento di potenziare anche i servizi interni. Nonostante i progressi compiuti, non vi è motivo per dichiararsene soddisfatti. Secondo indagini approfondite, di prossima pubblicazione, sulla competitività dei servizi aerei con quelli terrestri e marittimi, l'aeroplano non ha affatto guadagnato terreno dal 1955 ad oggi. Tenendo conto di tutti gli elementi in gioco in ftilto di rapidità e di tariffe, pare anzi che nei collegamenti interni 11 trasporto aereo abbia addirittura perso una parte del vantaggio che aveva conseguito sul suo più diretto e temibile concorrente. Questa conclusione è a tutta prima sconcertante, considerando che negli ultimi anni sono entrati in servizio nuovi aerei di gran lunga più potenti e veloci dei loro predecessori. H fatto è che il «tempo di volo> è uno solo degli elementi che influiscono sulla velocità media: altri elementi, non meno importanti, sono la durata degli spostamenti a terra (dall'aerostazione nel centro della città all'aeroporto o vi ceversa) e. i < tempi morti > assorbiti dalle operazioni di imbarco e di sbarco, oppure dal le coincidenze. Purtroppo, mentre gli aerei diventano più veloci, le comunicazioni con gli aeroporti si fanno più difficili a causa del traffico stradale accresciuto e della maggiore distanza. Il trasferimento da Ciampino a Fiu micino, per esempio, ha rappresentato un netto peggioramento per i passeggeri delle linee interne in partenza da tptmgpiggl3lgtearrcsic Roma che devono impiegare circa mezz'ora di tempo in più per recarsi al nuovo aeroporto. In altri casi più numerosi a preferibilità dell'aereo rimane allo stato virtuale solo per la mancanza di servizi diretti o di collegamenti tali da consentire l'andata e ritorno nella stessa giornata con un congruo intervallo di tempo per il disbrigo di qualche afare. Nel 1962 un settimo appena dei 282 collegamenti posibili fra i-18 scali italiani, serviti quotidianamente da linee a, ree, permetteva un simile postamento fra le 7 del matino e la mezzanotte. E' una percentuale, indubbiamente, roppo esigua di cui soffrono molte città anche fra le maggiori, cominciando da Torino. Il recente annuncio che si pensa di istituire nuove linee nterne è stato accolto con grande interesse nel capoluogo piemontese: il tràffico al'aeroporto di Caselle (pari al 3,6 per cento appena del totae nazionale) non è certo adeguato né all'importanza obiettiva di Torino sotto il profilo economico e demografico, né alla sua posizione periferica rispetto al grosso del territorio italiano. La lontananza dal centro, come anche le nostre statistiche dimostrano, è un ncentivo all'impiego dell'aereo: a patto, naturalmente, che il servizio venga istituito. Un po' di coraggio in materia non guasterebbe: valga in proposito l'esempio della vicina Francia che — da qual¬ che tempo a questa parte — viene sviluppando, sembra con grande successo, la rete del servizi nazionali, in base ad un accordo fra l'Air France e le ferrovie statali. E la Francia, per la sua forma più compatta, è certo paese in cui l'impiego dell'aereo è meno conveniente che non in Italia col suo lungo < stivale > e le due grandi isole adiacenti. Arturo Barone
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