"Abbiamo voluto premiare Feilini non il suo decadente Otto e mezzo,, di Enzo Bettiza

"Abbiamo voluto premiare Feilini non il suo decadente Otto e mezzo,, Imbarazzata conferenza stampa del responsabile della cinematografìa sovietica "Abbiamo voluto premiare Feilini non il suo decadente Otto e mezzo,, lì relatore ha ammesso che alcuni rappresentanti russi della giuria votarono a favore del film: ma ne ha respinto in blocco la concezione - «E' un errore credere che il premio conferito significhi una nostra flessione ideologica» (Dal nostro corrispondente) Mosca, 29 luglio. L'imbarazzo in cui sono venuti a trovarsi gli organizzatori del festival dove è stato premiato « 8 % » di Fellini, ha consigliato il governo sovietico ad organizzare oggi una conferenza stampa. La eccezionalità dell'incontro coi giornalisti era sottolineata dalla personalità del relatore, Romanov, capo del comitato di Stato per la cinematografia, vice di Iliciov nelle questioni ideologiche e parificato, per le sue funzioni, al grado di ministro. Romanov, nella sostanza, ha detto fra molte sottigliezze: siamo d'accordo con la decisione della giuria, che ha premiato un regista capace e si?icero, ma non siamo affatto d'accordo con il contenuto del film premiato. La maggioranza degli spettatori, ha affermato Romanov, respingono « 8 % » non perché non lo comprendano, ma perché è loro estranea la concezione filosofica del film. Esso contraddice la « visione del mondo » sovietico. Formalmente la pellicola è troppo complicata, psicologicamente è morbosa, moralmente è buia e pessimistica. « E' un'opera lontana dalla vita del popolo e, vedendola, tutti si sentono invasi da tristezza e malessere; anche la scena di danza suscita, invece che gioia, una tristezza ancor maggiore». Polemizzando poi con quello stampa che ha scritto che il conferiménto del Gran Premio di Mosca, all'opera di Fellini è una concessione ideologica dei comunisti sovietici all'Occidente, ' un abbandono delle ultime posizioni culturali del pcus, Romanov ha citato le risoluzioni recenti del partito in merito. L'inflessibilità ideologica del partito verso le, ideologie oc-' cidentali non ha nulla a che fare, ha ribadito Romanov, con il-premio a Fellini: <Non ci sarà mai nessun compromesso nella lotta contro la ideologia borghese. Non si avrà su questa linea nessuna concessione, nessun compromesso da parte nostra. Sarebbe un errore credere che il conferimento del premio al film di Fellini " 8 % ", significhi una nostra flessione ideologica di fronte a teorie che ci sono estranee »'. Alla domanda di un giornalista, che chiedeva se il film sarà mostrato al pubblico sovietico, Romanov ha risposto molto evasivamente. Ha detto che molti sovietici (sarebbe meglio precisare in maggioranza moscoviti) hanno potuto vedere il film nei giorni del festival, ed ha soggiunto che l'eventuale immissione dell'opera nei circuiti di proiezione dell'Urxs dipenderà dall'acquisto della pellicola; le autorità dovranno decidere se varrà, o no, la pena di sborsare una determinata somma per l'acquisto. La risposta suona tanto più strana, se si pensa che « 8 Vi » è il film premiato a Monca. Sul comportamento della giuria Romanov, pur sfumando la propria dichiarazione, ha dovuto ammettere (ufficialmente per la prima volta) che anche i rappresentanti sovietici votarono a favore di « 8 % ». In sintesi il capo dell'organizzazione cinematografica russa ha detto: «Le sedute della giuria si sono svolte a porte chiuse e noi, quindi, non possiamo conoscere i particolari della votazione. Anche se li conoscessimo, dovremmo domandare alla giuria il permesso per renderli noti *. Ma perché i tre membri sovietici della giuria, hanno dato il loro voto a Fellini? <La giuria ha dato il pre•mio al regista e non al film, al miglior lavoro di un regista e non al miglior film del festival, e del resto non sono stati i sovietici a proporre la candidatura di " 8 % ". Sappiamo bene che c'è stata una grande discussione su questa opera, ma non sappiamo con esattezza di che cosa si è discusso. C'è stato alla fine un ragionevole compromesso in seno alla giuria ». Inutile riportare le altre cose *e e ridette in questi uà. « giorni da giornali e da riviste di cultura. Il tema è sempre lo stesso: bravo Fellini, si migliorerà certamente nel futuro, farà film più ottimisti, ma « 8 % », pur essendo il film sincero di un artista smccrixsimo, non va. L'intervento di Romanov, più ampio e più politico, si è nella sostanza mosso su questa linea. E' la coda di paglia della politica ideologica del pcus che si manifesta in tali contraddizioni: il festival di Mosca è stato un atto di coesistenza politica, in quanto ha radunato nella capitale dell'Urss i rappresentanti dei più diversi Paesi, ma il contenuto del festival non poteva non produrre frizioni ideologiche. La distinzione fra le due cose è difficile e soltanto il sofisma pub mantenerle separate. Enzo Bettiza

Luoghi citati: Mosca, Urss