Migliaia di cadaveri ancora sotto lo macerie di Skopje mancano viveri e medicinali per soccorrere i feriti

Migliaia di cadaveri ancora sotto lo macerie di Skopje mancano viveri e medicinali per soccorrere i feriti NON POSSIBILE UN BILANCIO PEL TEWWgWIOTO IN «IUGOSLAVIA Migliaia di cadaveri ancora sotto lo macerie di Skopje mancano viveri e medicinali per soccorrere i feriti Il governo di Belgrado annuncia che finora 820 salme sono state estratte dalle rovine - Non si hanno notizie di decine di migliaia di persone - Ieri mattina la popolazione, accampata nei prati della periferia, ha sentito la terra tremare ancora: ma le nuove scosse non hanno prodotto danni - Il presidente Tito sui luoghi del disastro - Negli ospedali si tentano interventi disperati - La città, per la mancanza d'acqua, è minacciata dall'epidemia - Nessun italiano sarebbe tra le vittime (Dal nostro inviato speciale) Belgrado, 27 luglio. La terra di Skopje ha ripreso a tremare stamane alle 11 mentre il maresciallo Tito, giunto in aereo da Belgrado con Kardely e Rankovic, percorreva in auto scoperta le strade del quartiere Karpos che ha avuto distrutto il 95 per cento delle sue case. Il sole era accecante, il termometro segnava quasi 38 gradi. Sulla città gravava un calore umido. Raffiche di « vardarac », il vento che soffia dalle montagne verso l'Egeo, sollevavano un polverone bianchissimo dai cumuli di macerie e dalle case sventrate. Tito, in abiti borghesi e occhiali affumicati, era in piedi sull'auto che procedeva a passo d'uomo, lungo le strade ancora coperte da calcinacci, travi, tegole, fili elettrici, masserizie, blocchi di cemento, ruote di bicicletta, tronconi di pali della luce. Ogni tanto il maresciallo faceva un cenno e la macchina si arrestava. Scendeva e andava incontro alla gento che gli si stringeva attorno. Fra le 8 e le 12 la terra ha tremato ottantacinque volte, con scosse leggere e appena avvertite, mentre Tito visitava i due ospedali dove sono accolti 3000 feriti (i più gravi sono stati già portati a Kumanovo, Vranje, Titovo, Veles;.. Bjlìaca e, moltissimi, a Belgrado e Lubiana), gli attendamenti per i 120.000 senza tetto costruiti nei parchi sulle rive del Vardar e nel Palazzo del Governo. Dopo due ore l'auto del presidente jugoslavo si è arrestata sul piazzale della stazione ferroviaria, subito è cessato il fragore dei trattori e dei « bulldozers » che rimuovevano le macerie. Della sta zione non è rimasto che un pezzo della facciata con l'orologio elettrico fermo alle 5,14, l'ora del terremoto A piedi, Tito ha proseguito verso il cinema « Marianske » trasformato in obitorio. Nella bassa sala quadrata, sgombrata dalle poltrone, erano composte sul pavimento settantadue salme, tutti uomini, i primi estratti dal motel del cementificio «Bator» in cui alloggiavano 400 operai. Sul piccolo palcoscenico era stata, deposta, aperta, la bara con la salma del ministro macedone per gli Affari sociali, Kiro Anastassof, morto nel crollo della sua casa. Il Presidente si è fermato un minuto dinanzi al feretro; poi è uscito a testa china. Ancora a piedi, ha raggiunto i due alberghi distrutti, il «Nova Makedonia » e lo « Skopje ». « Questi debbono essere subito sgombrati — ha detto Tito al segretario del governo regionale. — II lavoro di sterro deve procedere senza interruzioni. Abbiamo un grosso impegno: ricostruire la città, presto, e più bella e più grande». Attorno al « Nova Makedonia », sulla piazza Tito, un cordone di militi .della « Difesa civile » trattiene distante la folla. L'albergo (quattro piani, ottanta stanze) è soltanto uh informe ammasso di macerie da cui spuntano tavoli, vestiti, letti, sei o sette auto stritolate, imposte, una bambola, libri, travi, fili. Da stanotte, alla luce delle fotoelettriche, vi lavorano senza interruzione otto squadre di volontari con badili, picconi e tre perforatrici. Nel « Makedonia » c'erano 186 turisti, moltissimi francesi, tedeschi, austriaci, scandinavi. Ne hanno salvato soltanto tredici. L'ultima è una cameriera serba, rimasta sepolta nelle cucine assieme alla sorella Anastasia Prildina di 30 anni. I soccorritori le hanno udite parlare e invocare aiuto per tutta la notte. Anastasia, ferita alla testa, era in fin di vita. Le squadre, con l'aiuto di una ruspa, hanno scavato una galleria lunga una ventina di metri per raggiungere le due rr-azze. La lotta contro il tempo è terminata stamane alle 8, dopo quasi venti ore. Anastasia è spirata proprio in quel momento: «Non ce la faccio più — ha detto alla sorella. — Bacia tu papà per me». Hanno tirato fuori dalle macerie dell'albergo una bionda studentessa francese. « E' mortai 0 morta » sussurrava la folla mentre la ragazza veniva ' caricata su un'autoambulanza svedese. Invece era salva, quasi sènza un graffio. L'ha ritrovata l'ex sindaco di Skopje, Popovic, che lavorava con gli altri dalla parte della cucina. La studentessa era precipitata cor Iettò'nel salone da pranzo; un materasso le era piombato addosso proteggendola nel crollo. Si chiama Brigitte Jouffré, ha 23 anni: era in vacanza da due settimane con un'amica anch'essa-studentessa. Di costei non si sa nulla. :> Fin da stamane un'altra sqiladra di operài, che lavor ra a rimuovere le macerie elio bloccano l'ingresso dell'hotel, aveva sentito lamenti del portiere del «Makedonia». L'uomo era rimasto imprigionato sotto un trave di cemento, ferito alle gambe, e alla testa. Continuava a ripetere un nome di donna, Argelja. Là sua voce è cessata a mezzogiorno. Una giovane donna, stracciata e piangente, era seduta in mezzo alle rovine del « Teatro Nazionale ». Stringeva al petto i suoi due bimbi, morti, che aveva raccolto poco prima fra le macerie. Più in là una vecchia di 80 anni, piccola e rugosa, respingeva con furia due soldati che tentavano di portarla via dalla casa distrutta, sotto la quale èrano rimasti sepolti tutti i suoi patenti, otto, persone lina confusione indescrivibile regna negli ospedali jo nei pósti di pronto soccorjso. I feriti sono stati certamente più di 20.000, molti sono gravissimi : scarseggiano'il plasbiat e gli antibiotici, la mancanza, dell'energia elettrica.e del gas rende impossibili gli.' interventi chirurgici più delibati. Per diciannove ore di seguito; un giovane medico, .bulgaro, Efremov, ha prestato aiuto alla figlia del custode delle scuole elementari, rimasta sepolta- nel crollo dell'edificio. Le squadre i di soccorso: erano riuscite ad aprire un piccolo varco. nel ;muro di mattoni- e -pietre- che là teneva imprigionata. Efre-, mov, allungando un bràccio, era riuscito a raggiungere la ragazza, a medicarla ed a praticarle delle iniezioni tonificanti fin quando i soccorritori hanno potuto liberarla. . . i La città ha un aspetto allucinato. Ad - ogni angolo di strada non vi sono che file- di case diroccate o an nerite dagli incendi che ancora stasera divampano nel quartiere musulmano, distese di rovine fra le quali emerge qui e là un edificio rimasto intatto, gente scarmigliata che fruga in silen zio tra le macerie, soldati dalle divise impolverate che spalano calcinacci, abbattono con « bulldozers » i muri pericolanti, circondano con filo spinato le abitazioni lesionate. Ai crocevia sostano picchetti della milizia popolare che sorvegliano il traffico dei camion, delle ambu lanze, dei trattori. Dicono che uno « sciacallo », sorpreso a rubare in una casa di piazza Tito, sia stato fucilato. Ci sono « zone proi bite » dove non si può met¬ tere piede: 11, forse, altre centinaia o migliaia di persone giacciono morte nelle loro abitazioni crollate. Mah mano che i cadaveri vengono portati alla luce, i soccorritori li depongono sul marciapiede, allineati rutto, accanto, all'altro, coprendoli con tende e lenzuola. Il caldo quasi tropicale accelera la decomposizione, c'è il timore di infezioni e di epidemie. Nelle vie devastate passano gli autocarri militari, ì soldati raccolgono le salme e le caricano sul .camion trasportandole all'obitorio. Il ministro dell'Interno ha ordinato che le vittime, siano immediatamente sepolte, subito dopo l'identificazione. Fino a stasera — comunica il governo macedone — so nò stati rinvenuti 820 cadaveri; di questi ne. hanno identificati 130. Gli- altri non possedevano documenti: il terremoto li.aveva sorpresi nel sonno. Molte salme, non identificate, sono state fotografate e seppellite immediatamente. Oggi i fornai di Skopje hanno venduto il pane. Ma l'acqua manca da ieri, tutte le tubature sono saltate per il terremoto. L'acqua viene distribuita con le autobotti che vanno a fare riforni mento alla diga sul Vardar, a nord della città. Lunghe, silenziose file di profughi fanno la coda davanti alle autobotti: due litri d'acqua a testa, quattro litri per i bimbi. La scarsezza dell'acqua è la maggior preoccu pazione e stamane —- in Una riunione al Palazzo del Governo, presente il maresciallo Tito — sono state adot tate due misure preventive 1) far sfollare con camion ed autobus tutti i bimbi sotto i quindici anni e le donne con figli in tenera età; 2) vaccinare i sopravvissuti contro il tifo ed il tetano. Il numero delle vittime è ancora incerto. Nessuna comunicazione ufficiale è venuta. Il capo dei servizi sanitari dell'esercito, generale Nikolic, ha dichiarato stasera in una conferenza stampa che « i morti possono essere più di 1000 ». Radio Skopje, che trasmette da Kumanovo, parla di «2000 vitti me », un funzionario del go verno macedone ha detto al corrispondente di un'agenzia americana che « quando il gigantesco lavoro di sgombero delle macerie sarà portato a termine, il numero totale dei morti potrà ben superare la cifra di 6000 ». Nessun italiano sarebbe fra le vittime. A Skopje risiedono 19 nostri connazionali, occupati' in due stabilimenti industriali. Non si è riusciti a incontrarli, difficile è trovare gli indirizzi perché il terremoto ha distrùtto il comando di polizia dove era conservato l'elenco degli stranieri. Ma il governo assicura che, per quanto risulta, la piccola colonia italiana non ha riportato che danni materiali alle abitazioni. Le strade della Macedonia, stasera, sono ingombre di colonne e colonne di autocarri militari che trasportano aiuti di ogni genere a Skopje. Ne arrivano da tutte le città jugoslave, dalla Svezia, dall'Italia, dalla Francia, dalla Bulgaria, dall'Austria, dall'Unione Sovietica con medici, infermieri, attrezzature ospedaliere, migliaia di tende, di coperte, di letti da campo, centinaia di tonnellate ; di viveri, di medicinali, migliaia di bot tiglie di plasma. Il traffico ferroviario da e per la Gre eia è ancora bloccato, i con vogli fanno trasbordo alla periferia. Mancano notizie del treno Atene-Dortmund, pieno di turisti diretti in Germania, che proveniva [dalla Grecia e doveva transitare ieri mattina dalla stazione di Skopje. Con la notte la città è piombata nel buio. Il coprifuoco dura dalle 19 alle 5 del mattino. Giovanni Giovannini 9UI volto di queste donne e delle loro figlie che si allontanano dalla loro casa distrutta dal terremoto, è scritta la disperazione di tutti gli scampati alla tragedia di Skopje. Hanno perso i loro familiari ed ogni cosa tra le macerie (Telefoto ((Associated Press») Continuano le ricerche tra le rovine di una casa crollata. Ieri parecchie persone sono state trovate ancora in vita sotto le macerie (Telefoto «Associated Press»)

Persone citate: Brigitte Jouffré, Efremov, Giovanni Giovannini, Kiro Anastassof, Nikolic, Popovic