Anche Vivier, noto calzolaio parigino, non vuole i tacchi alti e le calze di seta

Anche Vivier, noto calzolaio parigino, non vuole i tacchi alti e le calze di seta Anche Vivier, noto calzolaio parigino, non vuole i tacchi alti e le calze di seta Come Yves Saint-Laurent, suggerisce alle signore calzini di lana colorati e corti al ginocchio - Ha confezionato scarpette per Liz Taylor, Sophia Loren, Ava Gardner, Farah Diba (Nostro servizio particolare) Parigi, 28 luglio. Probabilmente il principale risultato di questa settimana della moda che va lentamente avviandosi alla conclusione non riguarderà la linea dei vestiti e dei mantelli, ma due elementi che fino ad ora sono sempre stati considerati soltanto degli accessori: le calze e le scarpe. Dopo la « bomba » scoppiata mercoledì con la pubblicazione delle indiscrezioni sulla prossima collezione di Yves Saint-Laurent, e dopo che Capucci ha confermato la tendenza a sostituire le calze di seta con semplici calzini colorati di lana che arrivano fino al ginocchio, un'altra autorità in materia, Il calzolaio Vivier, ha ripreso' oggi l'offensiva contro quelle che sembrano essere le grandi vittime della moda Invernale 1963-64: i tacchi alti e le calze di seta. Roger Vtvier è il solo calzolaio del mondo, si dice, che co¬ nosce tutto dei piedi di Liz Taylor, di Sophia Loren, di Ava Gardner, di Marlene Dietrich e di Farah Diba. Fino ad ora egli è vissuto all'ombra della casa Dior e il suo nome era relativamente poco noto in Francia, anche se negli Stati Uniti godeva già d'una solida clientela personale. Sono stati appunto dei capitali americani, associati con altri capitali svizzeri, che gli hanno' ora permesso di.aprire una casa tutta sua, con boutique di vendita in rue Francois I, a due passi dagli ateliers del suo vecchio padrone Dior, e dove si vendono scarpe su misura a prezzi che partono dai 700 tranciti (quasi 900 mila lire) e scarpe eleganti ma già confezionate da 120 franchi (15 mila lire) in sù. Vivier, che ha presentato le proprie scarpe con una sfilata organizzata nel quadro della settimana della moda, si è associato alla tendenza contro 1 tacchi alti. In molti modelli la scarpa è completamente piatta. Altrove i tacchi sono presenti, ma in dimensioni ragionevoli. Per il resto la scarpa dell'inverno 1963-'64 ha punte piuttosto rotonde, e tende a coprire il piede fino al collo. Oggi ha presentato i suoi modelli anche l'altra casa italiana lanciata alla conquista di Parigi, quella di Simonetta e Fabiani. Pur senza ripetere il trionfo ottenuto ieri da Capucci, anche Simonetta e Fabiani hanno avuto successo. La linea è semplice e spoglia, con il segno di vita appoggiato alto sul davanti. Gli effetti di maggiore ricercatezza sono affidati alla ricchezza dei tessuti e dei colori, tra cui spiccano anche intensi rossi e azzurri. Molti sono i tailleurs, con giacca leggermente allungata e appoggiata sul davanti, e ampia sul dorso. I copricapi sono quasi sempre dei fichous annodati sulla nuca, in feltro, velluto o pelliccia. Da Jacques Griffe, altro pez¬ zo forte della giornata, la linea è lunga, sottile e molto fluida. Gli abiti sono a guaina e rendono la silhouette femminile molto esile. I tailleurs e manteìii cadono dritti dalle spalle fino all'orlo, fissato sempre all'altezza del ginocchio, e sono appena appoggiati al petto e ai fianchi. I baveri so no montanti e svasati e il collo sembra riposarvi come In un calice. Tra i modelli curiosi dì Griffe una pelliccia «da viaggiatrice spaziale > (la moda si adegua ai tempi e tutti i cou turiers parigini hanno voluto gettare uno sguardo alle fo tografie di Valentina, la co smonauta russa) accompagnata da un grande cappuccio e una onorale di piume di struzzo che si porta con un paio di calzoni attillatissimì e che conferisce alla donna (la definizione è dello stesso couturier di Griffe) l'aspetto dell'* abominevole uomo delle nevì>. 1. m.

Luoghi citati: Francia, Griffe, Parigi, Stati Uniti