Quanto costa l'affitto

Quanto costa l'affitto ■L GRAVE PROBLEMA DELLA CASA Quanto costa l'affitto Su 360 mila alloggi, oltre il 60 per cento sono affittati a canone libero tra le 22 e le 50 mila lire mensili - L'alto costo della pigione causa prima dell'affollamento e della preferenza che molti lavoratori manifestano, di abitare fuori città La proposta di legge dei parlamentari lombardi per il blocco degli sfratti ha suscitato un vivo interesse fra i lettori. Scrivono a « Specchio dei tempi» famiglie di sfrattati che non sanno più a che santo votarsi per trovare una casa; scrivono inquilini costretti a subire, pur di non perdere l'alloggio, i vessatori contratti a termine del padrone di casa e le relative disdette, non appena si dichiarano nell'impossibilità di subire nuovi rincari. Esempi a decine e a centinaia. Copie di raccomandate che chiedono perentòriamente l'abbandono dell'alloggio senza fornire precisazioni né spiegazioni. Lettere che pongono alternative angosciose a chi sacrifica già il 30-40 e persino 50 per cento della busta paga per il canone mensile d'affitto. E' possibile fornire un quadro abbastanza preciso delle pigioni corrisposte dai torinesi? L'ultima documentata inchiesta in proposito è stata condotta dall'Istituto di ricerche di mercato per conto della Camera di Commercio, e si riferisce a un sesto dei 308 mila occupati nell'industria. Se ne deduce che il 31 per cento paga meno di 15 mila lire al mese, il 65 per cento da 20 a 30 mila, il 7 per cento oltre 30 mila. Nel numero degli affitti più bassi rientrano i canoni soggetti a regime vincolato, le pigioni speciali (Ina casa, case aziendali, istituto case popolari ecc.) una discreta quantità di vecchi alloggi del centro, ormai in decadenza, privi di comodità, assordati dal rumore e soffocati dal traffico, ma soprattutto oltre la metà degli appartamenti che si trovano nei comuni vicini alla grande città. C'è un'altra osservazione: la inchiesta della Camera di Commercio risale al '61. In tre anni — a quanto è stato accertato in un recente convegno di esperti — le pigioni sono rincarate in media dal 30 al 100 per cento. Ormai i fitti inferiori alle 15 mila lire sono limitati "agli alloggi ancora soggetti a disciplina di blocco o a cano- - ne speciale, mentre tutti . gli altri oscillano tra le 22 e le 50 mila lire mensili, e il 2 per cento del totale. supera addirittu ra tale limite. Per rendersi conto delle prò porzioni assunte dal problema della casa, si tengano presenti queste cifre. A Torino esistono 360 mila alloggi; il 20 per centi.) sono occupati dai proprietari; l'l,60 per cento sono vuoti; il 6 per cento sono affittati a canoni speciali (Case popolari, Ina ecc.), il 12 per cento sono a fitto bloccato. Tutti gli altri, cioè, il 60,40 per cento, hanno pigioni libere, cioè soggette all'oscillazione del mercato e alla sua « rigidità >, all'aumento della richiesta -e alia deficienza dell'offerta, al flusso immigratorio, alle crescenti demolizioni. Lasciamo da parte lo scaglione inferiore alle 15 mila lire mensili, che comprende meno di un quinto degli inquilini. Tutti gli altri si distribuiscono per il 70 per cento in periferia e per il 30 per cento nel centro della città. Quanto pagano? Le differenze non sono molto nette, se si eccettua che al centro sono più frequenti i casi estremi, cioè più numerosi gli affitti sotntmtmsltlselupddpucEdcfpidspbczuatuuv6ibmncn( sulle 24-25 mila lire e quelli oltre le 40-50 mila. In media, a Torino, senza tener conto della localizzazione, si paga per un alloggio di tino, camera e servizi 22-25 mila lire (con estremi, limitati a uno su dieci, di 30-40 mila lire); per due camere e servigi, 25-40 mila lire (oltre le 40 mila, tre su dieci); per tre camere e servizi, 35-50 mila lire; (oltre le 50 mila, due su dieci); per quattro camere e servizi, 40-55 mila lire (oltre le 60 mila, tre su dieci). L'alto costo degli affitti è una delle ragioni, se non la principale, dell'affollamento degli alloggi. Il 10 per cento delle famiglie con oltre 5 componenti abitano in alloggi di una sola stanza, e il 25 per cento in due stanze appena. E' anche la causa principale della trasmigrazione dei nuclei familiari nei comuni confinanti, dove vengono ancora praticati fitti più accessibili: il 24 per cento dei lavoratori dell'industria .abita fuori città A questo punto è chiaro che, se una legge come quella proposta dai parlamentari lombardi potrebbe limitare qualche abuso o ritardare l'esecuzione degli sfratti, il grave aèzzategctasmc1 problema della casa potrà essere risolto alle radici in un modo solo: attuando, al più presto, un vasto piano di edilizia economica. Il sorgere in città di migliaia di alloggi, a canone equo, accessibile ai lavoratori, permetterà non solo più decorose condizioni di vita alle famiglie, ma servirà a ridimensionare l'intera questione dei Atti.

Persone citate: Della Casa

Luoghi citati: Torino