Queste le giornate peggiori per i ragazzi della maturità

Queste le giornate peggiori per i ragazzi della maturità Lunga attesa per gli esiti delle prove Queste le giornate peggiori per i ragazzi della maturità I più hanno terminato gli esami da una settimana: continuano ad aspettare in ansia - Colpa delle commissioni o delle segreterie? - Il Provveditore: «Un lieve miglioramento dei risultati rispetto agli anni scorsi» Gli esami di Stato sono terminati da alcuni giorni: per la maggioranza degli studenti già da una settimana. Ma i risultati vengono resi noti con lentezza senza precedenti: una attesa che rode l nervi dei giovani rimasti in città ad attendere, preoccupati, incerti, esauriti dal caldo che sfibra gli organismi già provati dalla dura preparazione scolastica. Perché tanto ritardo? Se è giusto che la posizione di ogni candidato sia esaminata con tutta la ponderatezza necessaria, è vero anche che per le commissioni non dovrebbe essere difficile esprimere il giudizio definitivo, con l'ausilio da un lato delle prove recenti, scritte e orali, dall'altro del quadro che illustra la personalità del candidato. Molti ragazzi con i quali abbiamo parlato ieri, hanno invece l'impressione che non siano le commissioni ad essere lente, che parecchie, anzi, abbiano già terminato gli scrutini. E che siano invece le segreterie degli istituti a ritardare la compilazione e l'affissione dei quadri. Comunque, i risultati tardano. I ragazzi passano lunghe ore in attesa, nei corridoi freschi e deserti degli Istituti; si scambiano opinioni e timori, interrogano cento volte bidelli e segretarie; scattano in piedi quando una porta si apre e compare qualcuno con un foglio in mano. Poi tornano a far circolo, rassegnati. E aspettano. Non si potrebbe abbreviare la loro attesa e permettere che se ne vadano, final mente, in vacanza? Impazienza, ansia nei corri doi. Ma anche fiducia. Secondo il prof. Savio, preside del « G. Ferraris », questa relativa distensione € dipende dal fatto die gli studenti hanno affrontato gli esami con maggiore calma. Più consci dell'importanza di essere preparati severamente alla prova, ma anche liberati in parte dalla " psicosi dell'esame ", grazie all'azione psicologica condotta da tutti gli insegnanti in tal ^senso». Il preside del < Cavour», prof. Vigliani, dice: «Le prove si sono svolte in un'atmosfera di reciproca comprensione, tra esaminandi e allievi. I risultati diranno se è stata una sessione ben riuscita ». Il provveditore agli Studi prof. Lama, ci ha dichiarato «Da tutti gli elementi sinora noti, si delinea una prospettiva abbastanza confortante. E' vero che esiste una notevole disparità tra scuola e scuola (in alcune gli approvati raggiungono il 60 per cento, in altre toccano appena il 38 per cento), ma in media la percentuale dei maturati e degli abilitati non si discosta da quella degli anni precedenti, con una lieve tendenza al mi glioramento ». Ha aggiunto: « Questo attesta che la scuola ha lavorato con serietà e i ragazzi hanno fatto del loro meglio, pur nelle inevitabili differenze di livello intellettuale, di tenacia, di prezioso ausilio da parte delle famiglie. Dal canto loro le commissioni hanno lavorato con probità e senso di responsabile comprensione verso le esigenze della scuola e delle famiglie. Si dice che la scuola è in crisi: i risultati dimostra¬ nqasltcdLmldpmnavnasdritcrpm no che gli sforzi congiunti di quanti vi si dedicano, riescono a darle un tono che ne attesta la validità, anche se le aule scarseggiano, se l'attrezzatura è deficiente, se mancano professori di ruolo. A tutti: commissari, professori, presidi, ragazzi, mando attraverso La Stampa un vivo ringraziamento per aver contribuito alla buona riuscita delle prove ». Abbiamo chiesto al Provveditore che cosa si debba fare per ovviare ai difetti degli esami di maturità, fonte ogni anno di polemiche talvolta assai aspre. Ci ha risposto: « Una volta le commissioni venivano nominate dai provveditori, con assistenza di funzionari ministeriali. Adesso si designano direttamente a Roma, con il risultato che gli esaminatori, incontrandosi per la prima volta e provenendo da ambienti culturali e formativi diversi, richiedono maggiore sforzo al presidente per essere amalgamati in un organismo omoge- neo. Forse il ritorno all'antico sarebbe un vantaggio ». Gli esami a base nozionistica quali finiscono sempre per essere, anche con le migliori intenzioni, quelli di Stato, rispondono al concetto di determinare efficacemente la maturità del giovani? Secondo il Provveditore, anche qui è necessaria una riforma, perché ì giovani possano mostrare, oltre all'acquisizione indispensabile delle nozioni, la capacità di organizzarle in un quadro equilibrato e di non disperdere l'essenziale in minuzie mnemoniche.

Persone citate: Ferraris, Lama, Vigliani

Luoghi citati: Roma