Togliatti tollera il ritratto di Stalin solo nelle irrequiete sezioni di livorno

Togliatti tollera il ritratto di Stalin solo nelle irrequiete sezioni di livorno inchiesta nei pai dopo la rottura fra russi o o Ine si Togliatti tollera il ritratto di Stalin solo nelle irrequiete sezioni di livorno Uno dei centri comunisti locali porta ancora il nome del dittatore -1 dirigenti ed i funzionari mandati da Roma adottano la tattica del « chiudere un occhio » per evitare che i contrasti portino la federazione sulla linea cinese - Tre vecchi militanti si presentano ad un giornale dicendo: «Se volete informazioni esatte su Pechino rivolgetevi a noi» (Dal nostro inviato speciale) livorno, 22 luglio. A Livorno esiste una sezione comunista, in via Niccodeml, che è tuttora intitolata a Giuseppe Stalin. Esistono altre sezioni periferiche in cui il ritratto di Stalin, con baffoni e giacca abbottonata fino al collo, è appeso accanto a quello di Kruscev, coi suoi occhietti furbi e il suo porro. A vederli cosi appaiati — come gli ovali del nonno paterno e del nonno materno in certe case di campagna.— si potrebbe anche pensare che la federazione comunista livornese sia retta da una coalizione krUseeviano-stalinista, da un ibrido, insolito connubio fra comunisti morbidi e comunisti durissimi. Naturalmente, le cose non Etanno cosi A Livorno, il gruppo dirigente comunista — composto quasi esclusivamente da uomini tra' i trenta ed i quarantanni — è compattamente togliattiano. Togliattiano l'ex segretario federale Nelusco Giachini, eletto deputato il 28 aprile; togliattiano 11 nuovo segretario Bruno Bernini; togliattiano il sindaco prof. Nicola Badaloni, docente di storia e filosofia all'università di Pisa; togliattiano il giovanissimo nuovo console della Compagnia del Porto, che ha sostituito il compianto on. Jacoponi, recentemente scomparso. Ma questo Stato maggiore, che segue fedelmente la linea moderata stabilita dagli ultimi congressi del pei, sa benissimo che Livorno è una città diversa dalle altre, un organismo a sé che reagisce in maniera impensata ai calmanti, agli stimolanti e in genere a tutti i ritrovati della medicina politica. Si fosse trattato, che so, di Verona o di Salerno, c'è da giurare che i. ritratti di Stalin sarebbero scomparsi da dieci anni almeno. Una circolare al ciclostile, o anche soltanto una telefonata, e il problema sarebbe stato risolto. Ma Livorno? Livorno, si sa, è una città rossa; ma di un comunismo tutto particolare, diverso da quello emiliano ed anche da quello senese o perugino,., Unicomunismo' generoso, impulsivo, impetuoso, marinaro, mezzo marxista e mezzo anarchico, con qualche goccia di sangue pirata nelle vene. Marx, Engels, Lenin, e va bene; ma accanto a loro anche Nicola Bakunin e soprattutto quel Duca dei Medici che, facendo di Livorno un porto franco, la aprì alla pacifica invasione di imprenditori inglesi, di mercanti israeliti, di marinai e di profughi di ogni paese. In fin del conti, 1 portuali che oggi partecipano alla Festa de l'Unità sono i nipoti di quegli antichi scaricatori di porto — 1 < risleatori > — che, a bordo delle loro Imbarcazioni, si avventavano come disperati verso le navi in arrivo. Chi prima riusciva a gettare il « gaino », il gancio d'arrembaggio, per collega»! alla murata, acquistava automaticamente il diritto a trasportare a terra l'intero carico. Un .gruzzoletto di denaro per il quale, durante la corsa sulle onde, talora sì ricorreva, anche alle schioppettate. Doti come queste andavano benissimo per il comunismo eroico del perìodo partigiano od anche per il «comunismo di guerra » dei tempi di Stalin (nel 1948 bastava che in Calabria od in Sicilia un bracciante venisse ucciso in un conflitto armato con la polizia e subito le piazze di Livorno rigurgitavano di folle in protesta); sono invece meno adatte per i periodi' di calma é di tranquillità Per questo, I dirigenti del pei livornese hanno sempre chiuso un occhio sui ritratti di Stalin; ed anche oggi, di fronte allo spettro di uno scisma maoìsta, adottano una tecnica minimizzatrice. . Intendiamoci, il pericolo non è né grave né imminente. Il « miracolo economico », le gite domenicali in lambretta o in 600, la stessa contìnua crescita del pei con la sua estensione verso 1 ceti medi, hanno attutito la capacità dì inziativa e lo spirito battaglièro del comunismo locale. I dibattiti, l corsi di cultura, le discussioni, le polemiche, le «campagne » di dieci anni fa oggi sono poco più di un ricordo. In questo clima anch? le manifestazioni di mtolsmo, per ora, sono trascurabili; qualche animata discussione nelle trattorie del porto, qualche fermento particolarmente vivace fra gli operai di Piombino (l'anziano segretario locale, Francesco Benifei, appartenente alla vecchia guardia, è stato sostituito con il giovane funzionario Augusto Simoncini)qualche polemica fra gli Intellettuali Niente di più. Ma bisogna andar cauti: un livornese è sempre un livornese, sotto la cenere della « affluent society » cova sempre la brace dell'anticonformista, del ribelle Per questo la federazione del pei, temendo che l'insorgente maoismo potesse colle garsi col non ancor spento sta linismo, ha adottato la tattica del silenzio. A differenza dquanto succede a Bologna, do¬ ve 1 dirigenti locali, appunto perché sicuri del fatto loro, emanano proclami altisonanti in cui si mette la base in 'guardia contro 11 deviazionismo orientale, qui tutti stanno zitti. Non una riunione, non un comunicato, non un . parola: Di Mao, parlano i dirigenti socialisti, quelli democristla- Ma i « quadri » comunisti, no. Come se non esistesse. Evidentemente, pensano che la tattica morbida, il lasciar correre usato nel riguardi del ritratti di Stalin possa tornare utile anche in questa occasione. Può darsi che abbiano ragione. ni, quelli di ogni altro partito.Iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Sulla «scintilla» livornese è meglio gettar sabbia che benzina. Ma alle volte anche la sabbia non basta. Proprio stasera., tre anziani comunisti si sono presentati alla redazione del quotidiano locale — Il Telegrafo — per protestare contro alcune Inesattezze che, a loro avviso, sa¬ rebbero contenute nel testo dei «venticinque punti di Pechino » pubblicato domenica scorsa dal quotidiano. «Da ora In poi — hanno detto al redattore capo — se volete 11 testo esatto dei comunicati cinesi, rivolgetevi a noi ». Gaetano Tumiati iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii