Liberato a Praga un vescovo cattolico dopo 14 anni di carcere e di confino
Liberato a Praga un vescovo cattolico dopo 14 anni di carcere e di confino Liberato a Praga un vescovo cattolico dopo 14 anni di carcere e di confino Porrà ritornare nella sua diocesi - Si ritiene che il gesto preluda alla ripresa di contatti tra il Vaticano e il governo cecoslovacco (Dal nostro corrispondente) Vienna, 20 luglio. Nuovi contrastanti fermenti nel mondo comunista anche nei rapporti con la Chiesa cattolica. Nel momento in cui il paese più «liberale», la Polonia, riprende la campagna contro il clero, il paese cattolico a impostazione più rigida, la Cecoslovacchia, allenta improvvisamente i freni. Ne dà notizia l'agenzia ufficiale cecoslovacca Ceteka in un breve comunicato emesso oggi, in cui, per la prima volta dopo alcuni anni, si parla apertamente dei vescovi prigionieri. La Ceteka annuncia che il vescovo di Ceske Budejovice, mons. Josef Hlouch, è stato rimesso in libertà nei giorni scorsi e autorizzato a riprendere le sue funzioni. Il vesco vo era stato Imprigionato quat tordicì anni fa sotto il regime di Gottwald per essersi rifiutato di prestare giuramento di fedeltà allo Stato comunista. Dopo sei anni, nell'agosto del 1955, era uscito di carcere ma invece d'essere autorizzato a rientrare nella sua diocesi fu trasferito in un villaggio di frontiera. Nell'Annuario pontificio risultava che egli era a domicilio coatto in località sconosciuta. L'agenzia di notizie cecoslovacca informa anche, per la prima volta, che nel 1960 sono stati liberati dal carcere il vescovo di Hradek Kralove, mons. Karel Otcesanek e il vescovo di Litmerice, mons. Stephan Trochta. Dal giorno in cui erano stati imprigionati nove anni fa, di loro erano mancate notizie, tanto che fino al mese scorso non si sapeva neanche se fossero ancora in vita. Dispacci di agenzie cattoliche occidentali avevano riferito proprio pochi giorni fa che i due sacerdoti erano liberi, ma era stato negato a tutte e due di rientra re nelle proprie diocesi e, non ostante la loro avanzata età, erano stati costretti a lavori manuali. Nel suo panorama sui ve scovi, l'agenzia Ceteka si oc cgormfèisbsb a l , n o cupa anche di quello di Praga, monsignor Joseph Beran, oggi irriducibile avversario del regime comunista. Per la prima volta l'agenzia ufficiale informa che monsignor Beran è nel convento di Nova Rise in Moravia, che gode di buona salute e che sta lavorando alla biografia di una santa cecoslovacca. L'agenzia non dà altri particolari e non accenna al futuro dei prelati rimessi In libertà. Negli ambienti cattolici di Vienna si ritiene tuttavia che la inattesa comunicazione, venuta dopo un silenzio di anni, stia ad indicare che anche il regime di Novotny voglia intraprendere quella distensione tra lo Stato comunista e la Chiesa cattolica che l'Ungheria e la Polonia (anche se in questi giorni in quest'ultimo paese vi è un lieve arresto) hanno imboccato dopo il 1956. Praga starebbe cercando di sgomberare il terreno dagli ostacoli più grossi per poter avviare contatti con il Vaticano e normalizzare i rap porti con il mondo cattolico. A tale proposito, l'arcivescovo di Vienna, cardinale Koenig, ricevendoci pochi giorni fa, aveva detto che «se desiderano veramente contatti, dovranno essere i cecoslovacchi a muovere il primo passo», Alla domanda, se un tale « primo passo » fosse probabile o imminente, il cardinale Koe nig aveva dichiarato che gli sembrava di avere scorto qualche segno positivo, aggiungendo che « una conferma si potrebbe avere tra poco tempo». L'annuncio odierno della Ceteka sembra confermare le speranze espresse dal porporato austriaco. t. S. s
Persone citate: Gottwald, Josef Hlouch, Joseph Beran, Karel Otcesanek, Koenig, Moravia, Nova Rise, Novotny, Stephan Trochta
Luoghi citati: Cecoslovacchia, Polonia, Praga, Ungheria, Vienna
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