Non perdere tempo
Non perdere tempo Non perdere tempo Quando la grandine distrugge, in una cieca furia di pochi minuti, il raccolto di un'intera annata, tutti ne parlano per commiserare gli agricoltori, e molti si muovono per chiedere solidarietà verso i colpiti. Partono telegrammi con invocazioni di aiuto dai comuni ai capoluoghi di provincia, e da questi alla capitale; esperti dell'Ispettorato valutano i danni, deputati e senatori visitano i campi devastati; in qualche centro i rappresentanti dei partiti più combattivi tengono comizi gonfi di sdegno: gli aiuti.del governo — dicono ■— o non verranno, o saranno scarsi e lenti. Passano otto, dieci giorni e la commozione si placa. H pubblico dimentica la grandine, le autorità passano la « pratica » agli atti, e la ponolazione colpita ricade nella più amara sfiducia. \ giovani rimasti in campagna dicono che stavolta se ne vanno anche loro: almeno, in fabbrica, la busta-paga è sicura. Come dare torto ai contadini amareggiati? Del dramma che quest'anno ha colpito quasi tutta la zona vinicola del Monferrato, con un danno complessivo di dieci miliardi (la metà nella sola provincia di Asti), rimangono ì segni della distruzione; ed un fiume di «parole e di promésse, che ;non serve à ricostruire i vigneti devastati. Con un senso di pena si vedono le ridenti colline da Settime a Cocconato e Mon calvo, l'Astigiano, le Lan ghe devastate da alluvioni e grandinate. Un paese pit toresco coltivato con pas sione fin sui più ripidi bric, produttore dei più nobili vi ni d'Italia, irto di antichi castelli, avvolto nella luce pacata che sa di vecchio Piemonte, rischia di spopo larsi, di tornare ad ecscre una selva abbandonata. Questo è il destino delle colline, è già in atto e si compirà in pochi anni, se non aiuteremo gli ultimi colti vatori di vigne. Finora è stato fatto trop po poco, quasi nulla. Non sono un aiuto né efficace, né « incoraggiante » i pochi milioni distribuiti dalle Prefetture: nei fatti, si tradu cono in un soccorso — più elemosina che contributo alla ricostruzione — di ven ti, trentamila lire a fami' glie che hanno perduto tutto. Le promesse di sgravi fiscali giunte dal governo potranno attenuare il danno, ma a lunga scadenza, solo per una troppo esigua percentuale, e con troppe complicazioni burocratiche. I saltuari aiuti dei privati, affettuosi segni di solidarie tà, non possono andare oltre un valore di simbolo. Certo si è rimesso in moto il meccanismo dei conve gni, delle commissioni di studio, dei progetti. Utili, se si tradurranno presto in concrete misure legislative. Ma sono cinquant'anni che si tengono convegni anli grandine (se ne ricorda uno, ad Asti, nel 1914!) ; e qualsiasi piano, anche il miglio re, richiede un lunghissimo .tempo per tradursi in legge. La verità amara è che il Parlamento, e molto spesso anche il governo e la burocrazia romana, di mostrano poco zelo e pochissima fretta nell'occuparsi dei problemi piemontesi in genere, e dei problemi dei contadini piemontesi in specie. Forse perché questi problemi sono poco conosciuti, o perché gli agricoltori piemontesi sono gente tranquilla, che lavora e paga le tasse in silenzio; certo la priorità è data sempre ad altre questioni. L'on. Leone, nella replica di giovedì scorso alla Ca^ mera prima del voto di fiducia, ha promesso che il suo governo prenderà « provvedimenti di carattere fiscale, sociale e creditizio » per le zone « colpite- da eccezionali avversità meteorologiche », e provvederà anche, attraverso il ministero dell'Interno, ad un'opera di assistenza. E' un impegno incoraggiante e certo sincero; speriamo che tutte le autorità e gli uffici lo realizzino con prontezza efficace, e con l'ampiezza necessaria. E' un dovere di solidarietà nazionale, ed anche un utile calcolo economico e politico. Occorre aiutare le famiglie ancora attaccate alla terra, arrestare l'abbandono per disperazione delle campagne, ridare ai contadini fiducia nello Statò. Gli agricoltori sono troppo dimenticati. Ci si ricorda di loro solo alla vigilia delle elezioni; ma nei momenti critici — come l'attuale — sono lasciati alla facile propaganda dei partiti più battaglieri, che hanno buon gioco a dimostrare l'inefficienza dei provvedimenti governativi. Non c'è da stupire se poi, alla resa dei conti, i partiti democratici si vedono sfuggire voti a beneficio del partito comunista, che non perde occasioni per presentarsi come paladino,, dei ...contadini. E' interesse di tutto il Paese attenuare i danni del disastro, che si è abbattuto sulla collina piemontese, e dare conforto e speranza agli agricoltori. E senza al tri ritardi: si è già per duto troppo tempo.
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