Ragazza di 20 anni muore avvelenata da un farmaco preso per dimagrire

Ragazza di 20 anni muore avvelenata da un farmaco preso per dimagrire Abitava a Savona e lavorava come cameriera iti un ristorante Ragazza di 20 anni muore avvelenata da un farmaco preso per dimagrire Non era né grassa né magra, ma aveva paura di apparire troppo florida - Provò a digiunare, segui delle diete, ma non ottenne risultati - Poi, pare senza consultare un medico, acquistò una specialità che attenua l'appetito - Colta da forti mal di capo, è spirata dopo pochi giorni - Un'inchiesta della magistratura sull'episodio (Dal nostro inviato speciale) Savona, 8 luglio. Angela Barbone giace, vestita di bianco, circondata da parenti in lacrime, su un tavolo di marmo nella sala mortuaria dell'ospedale di Savona. Aveva vent'anni. Era una ragazza né grassa né magra: normale per la sua età. Eppure riteneva, a torto o a ragione, d'essere troppo grassa, ed è morta dopo aver usato una medicina dimagrante, una specialità americana finora dimostratasi innocua. Forse l'aveva presa in dosi eccessive, forse il suo organismo non era in condizioni di sopportarne gli effetti. Su queste ipotesi si pronunzierà l'autopsia che domani verrà eseguita per ordine dell'autorità giudiziaria. Di Angela Barbone si sa poco. Il dato più importante di cui si sia a conoscenza è che desiderava dimagrire, e che per riuscirvi fece ricorso a uno specifico ad azione anoressica, cioè atte?iuatore dell'appetito. Non si sa nemmeno se sia stato un medico a prescriverle la cura, o se la ragazza abbia seguito il consiglio di un'amica. L'ipotesi più attendibile sembra la seconda: molte persone, infatti, seguono empiricamente — e soprattutto pericolosamente — delle cure dimagranti senza avere consultato un medico. Nel caso in questione, giudicando dal risultato, si deve ritenere che l'organismo di Angela Barbone non fosse adatto a sopportare la cura, e che un medico non avrebbe potuto non accorgersene, e quindi non gliel'avrebbe prescritta. La famiglia della Barbone è di Sant'Angelo, in provincia di Pescara, e da qualche anno si è trasferita a Spotorno, dove abitano alcuni fratelli ed una cognata. Due anni fa la ragazza trovò lavoro in qualità di cameriera al ristorante « Iride » di Ventimiglia. Nulla da dire sul suo conto: laboriosa, seria, onesta. Poco si sa della sua vita sentimentale: i fratel li escludono ohe fosse fidan¬ zata, o che comunque amoreggiasse con qualcuno. In complesso, una vita attiva, serena. Unico cruccio della sua esistenza: Angela riteneva d'esser grassa, troppo grassa. Lo si è detto: era una sua idèa, un'esagerazione. Ma andate a togliere un'idea del genere dalla mente di una ragazza che voglia somigliare a un giunco. Angela cominciò a digiunare. Nessun risultato. Fece ricorso a una delle tante diete dimagranti, ma anche questa volta con risultati scarsamente apprezzabili. Ci diceva oggi un medico di Savona, indignatissimo: <La maggior parte delle giovani di adesso si sta rovinando con le diete dimagranti. Tutti i settimanali femminili fanno la pubblicità di preparati a base medicamentosa o soltanto dietetica, per mantenere la linea o per assottigliarla; le esperte degli stessi periodici in rotocalco consigliano formule magiche, combinazioni miracolose per far perdere chili e curve, e trasformare ogni donna in una gazzella. Ragazze di vent'anni che dovrebbero divorare bistecche e pastasciutte credono a quei consigli, saltano i pasti, ingurgitano beveraggi, e in poco tempo si riducono in un tale stato di denutrizione che le fa diafane come larve, e quel che è peggio (dal loro punto di vista) le imbruttisce. Il pericolo di guai più gravi viene infine scongiurato quando i genitori fanno intervenire il medico, ed ecco tornare in auge i disprez zati spaghetti e le trascurate bistecche ». Non sempre prevale il buon senso. Talvolta, riuscita inefficace la semplice dieta povera di carboidrati e di' grassi, e purtroppo non sempre compensata dall'apporto di adeguate proteine, coloro che de siderano dimagrire ricorrono alle medicine, che sono principalmente di due generi: quelle che sciolgono e bruciano il grosso accumulato nell'organismo, e quelle che tolgono l'appetito, facendo saltare un pasto o riducìndo l'altro press'a poco a un grissino e a una. foglia d'insalata. I due diversi preparati medicamentosi, generalmente innocui, possono diventare pericolosi, ed è necessario che le cure siano eseguite con la guida di un medico, il quale osserverà l'esistenza di eventuali intolleranze dell'organismo o di possibili deficienze, e adeguerà le dosi caso per caso. Forse Angela Barbone non adottò tali precauzioni, forse accolse il consiglio semplicistico di un'amica. Acquistò una specialità americana, da poco introdotta in Italia, ma lungamente collaudata negli Stati Uniti. Nel foglietto illustrativo abbiamo letto che non dà origine a fenomeni di intossicazione, e che può essere usata anche « in tutti i casi in cui l'obesità sia associata a forme cardiovascolari, ipertensive e diabetiche ». fnsmcitiiiirimiMii iiiiiiiniiiiittiiitiiiiiiii i!iii Non è improbabile che la ragazza, per ottenere un effetto più intenso e sicuro, abbia ecceduto nella dose. Si può supporre che il suo organismo non tollerasse il farmaco, o che il suo sistema cardiocircolatorio fosse in condizioni patologiche tali da non sopportare l'urto di quella medicina, sia pure indicata come innocua. Il suo appetito in realtà si ridusse, ma altrettanto si ridusse la sua resistenza. Negli ultimi tempi appariva sciatta, depressa, si lamentava di forti mal di capo. Erano i fenomeni della denutrizione. Il 2 luglio, alle 10 di mattina, Angela Barbone fu ricoverata all'ospedale dì Ventimiglia per un fortissimo mal di testa. Il disturbo si aggravò. Sabato i fratelli, con un'ambulanza, la fecero trasportare all'ospedale di Savona. Vi fu ricoverata in stato semi-coma¬ iiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiairiiii)iiii]iitiiiitiiiiiiiiiii<iii toso per < avvelenamento da sostanze medicamentose dimagranti », e giudicata guaribile in venti giorni. Ma Angela andò sempre peggiorando, dallo stato di coma non si svegliò più, e questa mattina all'alba è spirata. L'inchiesta sul suo caso è stata condotta dal capo della Mobile di Savona, dott. Armando Bianchi, il quale ha segnalato il tragico episodio all'autorità giudiziaria. Si andrà a fondo, per accertare le possibili responsabilità. Il referto di morte parla genericamente di collasso: ma da quale causa specifica esso è stato provocato ? Bisognerà incriminare la medicina, o un'intolleranza, o la debolezza della stessa vittima, oppure una preesistente malattia? Lo stabilirà l'autopsia, che verrà eseguita domani. Giuseppe Faraci iiiiiiiii<iiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiii]iiiEiiMiiiiiiiiiiiii>iu

Persone citate: Angela Barbone, Armando Bianchi, Di Angela Barbone, Giuseppe Faraci

Luoghi citati: Italia, Pescara, Savona, Spotorno, Stati Uniti, Ventimiglia