Gli stranieri ci rendono 500 miliardi ma «il turismo gioca in serie B» di Gigi Ghirotti

Gli stranieri ci rendono 500 miliardi ma «il turismo gioca in serie B» f concorrenti minacciano ii «boom» dogli ultimi anni Gli stranieri ci rendono 500 miliardi ma «il turismo gioca in serie B» Con questa immagine sportiva, il ministro Folchi denuncia l'insufficienza dei mezzi per la propaganda all'estero, lo sviluppo delle attrezzature, la cura delle opere d'arte - Per fortuna gli italiani «sono simpatici»; il calore umano dell'ospitalità fa perdonare i rumori e le sorprese nei prezzi (Dal nostro inviato speciale) Roma, luglio. «H turista, caro signore, è un personaggio assai mlsterlo so. Gli prepari l'albergo Internazionale, e quello scende in una locanda; lo aspetti in montagna, e quello ti va al mare. Spendi un monte di quattrini a convincerlo che è meglio far le vacanze in pri mavera o in autunno: non c'è verso, se non è luglio o agosto, non si muove. Gli procuri ombra, pace, solitudine, e lui corre a cercare luoghi affollati e assolati. Credi che, a determinare il suo viaggio in Italia siano l'arte, il clima, l'incanto del paesaggio: ma da tutte le n~ re ricerche vien fuori che questi sono, si, elementi formidabili di interesse, ma che il più Importante è il fattore umano. II turista è un uomo che si muove tra uomini, non tra monumenti. Per nostra fortuna, slamo in questo momento molto simpatici in tutto 11 mondo... >. Il conte Augusto Premoli, che ci dice queste cose, è il direttore generale dell'Enit e l'ESnit è lo strumento ufficiale che lo Stato adopera per far la propaganda nel mondo dei <beni turistici > nazionali. Che «beni»? Poco ne sappiamo del turista e poco, malgrado tanti studi, anche delle sue predilezioni. Alcuni anni or sono gli Stati Uniti, preoccupati perché gli americani in tempo di ferie si dirigevano sempre più alacremente verso l'Europa, organizzarono un'indagine tra. i clienti delle agenzie di viaggio. Fatto Io spoglio delle prime tremila risposte si venne a sapere quanto segue: 880 interpellati sostenevano di essersi recati in Europa per visitarvi i musei, 170 per impratichirsi nelle lingue estere, 625 per far visita a parenti, 160 perché l'Europa è meno cara dell'America; le altre risposte furono anche più sorprendenti: < Siamo andati In Europa — si può sintetizzare cosi il tenore del responso — perché laggiù ci si può divertire, senza temere trentasei tipi di sorveglianza, sgridate e osservazioni ». L'associazione per la miglior conoscenza dei luoghi, americani, che ' aveva promosso la inchiesta, trasse la conclusione che, oltre ad essere d'estri vagabondi, 11 turista medio è anche un po' bugiardo: infatti, è falso che in poche settimane si possano imparare le lingue, falso — secondo l'associazione in parola — che l'Europa sia più a buon mercato che l'America, falso che i sistemi di sorveglianza nel nostro Continente siano meno petulanti che altrove. * La realtà è — dice la relazione — che il turista culla nel subconscio l'illusione che i l'Europa sia popolata di donne leggiadre e di bei giovanotti, in perenne attesa che i figli e le figlie dell'Ohio e del Dakota vengano a far loro visita. La massima parte del turisti americani torna delusa dal viaggio in Europa». Sara. Ma l'illusione è dura a morire, e infatti d'anno in anno cresce il numero dei cittadini americani in viaggio per l'Europa, sia che vengano per musei, per parenti o per incontrarvi quel t calore umano » che è la molla più suadente all'evasione. Nel '62 si ebbero un milione e 342 mila americani in Italia, l'anno dopo centomila di più, quest'anno si vedrà a stagione conclusa. Ma non sono nemmeno gli americani a tenerci più di tutti in palmo dì mano: 1 tedeschi scendono in mezzo a noi con un moto a valanga. L'Enit, che sta indagando sulle ragioni del viaggio in Italia, ha avuto da Dusseldorf un plico di risposte. Per una buona metà, i tedeschi vengono da queste parti per imprecisatl « motivi personali », tra cui si può annoverare ogni cosa, dall'amore per l'arte alla spinta filogenetica verso il mare e il sole. Un'alta percentuale degli interpellati è al suo secondo, terzo viaggio, e ce ne sono molti, davvero Inguaribili, che non passa un anno senza che scendano a farci visita. E il bello è che la prima volta che vennero in Italia fu tanti anni fa, a spese del Terzo Reich, in uniforme e con lo schioppo. SI potranno avere tante prevenzioni sugli stranieri, potrà essere misterioso il movente esatto della loro predilezione per l'Italia: un fatto è certo. A fine d'anno, per abitudine ormai inveterata, la bilancia commerciale italiana pende dalla parte dei debiti. SI va a vedere nel cassetto delle < entrate Invisibili » e si scopre un bel mazzo di dollari. Nel 1957 le entrate in dollari di provenienza turistica saldarono il disavanzo commerciale, che era al culmine. Negli anni seguenti, lo coprirono sempre più largamente: cinquecentodieci miliardi di lire in valuta estera furono il souvenir lasciatoci da venturi milioni e 150 mila turisti stranieri in visita presso di noi nell'anno 1962. Dove vanno a finire questi quattrini? Buona parte, come abbiamo detto, viene a pen¬ nello per saldare certa tendenza a fare debiti qua e là; un po' per tutti 1 ministeri, non fa male a nessuno. Il guaio è che il ministero per il Turismo, di quest'enorme beneficiata, non raccoglie che le briciole: un miliardo e mezzo per la propaganda all'estero, tre miliardi per pagare gli stipendi al personale, quattrocentoventi milioni per «manifestazioni varie », centocinquanta per il «turismo sociale». Non si parla di bellezze artistiche da tutelare, di musei da aprire nelle ore serali, non di attrezzature da mettere in piedi con un certo programma. «Il governo — ripete mestamente il ministro Folchi — fa giocare il Turismo in serie B! ». Il ministro Folchi è uno sportivo, e con questa frase esprime la sua costernata rassegnazione allo stato- di minorità cui il suo bilancio è confinato. La preoccupazione dei massimi responsabili del turismo in Italia è questa: il nostro paese, fortunatamente, è una centrale inarrivabile di « calore umano», per cui siamo veramente al vertice nel gradimento del forestiero. Ma altri paesi incalzano; la Grecia per esempio, la Spagna, la Jugoslavia hanno indici di affluenza turistica che migliorano d'anno in anno, e indici di costo della vita inferiori al nostro. Nulla di tragico, s'intende: ma qualche allarme comincia a farsi sentire, qua e là. Per esempio, nei primi sei mesi del '63 si sono avuti meno forestieri di quanti se ne aspettassero. Era stato previsto un dodici-tredici per cento in più dell'anno precedente: se ne è avuto solo il nove. In termini di valuta, novanta milioni, anziché' i novantasei milioni di dollari che ci s'attendeva. Che siano state le avversità stagionali? Gli esperti ne dubitano: piuttosto, spiegano, è da tener conto che mentre gli altri paesi continuano a spingere sulla pompa aspirante della propaganda, il nostro invece è costretto a diminuire i suoi sforzi in questo settore, perché 1 fondi non bastano. Inoltre, per quanto sensibile al «calore 'umano» degli italiani, pare che il forestiero1 cominci a seccarsi di certe abitudini in uso nel Bel Paese, come ad esempio lo strepito iiriiitrii» TfiitTiiiiiiiTiiiriiisiitiitiiiTtiiiiiiiir nelle strade, 11 superaffollamento delle spiagge e il prezzo «a sorpresa» nel ristoranti e negli alberghi. Ha risposto una grande agenzia di viaggio all'interrogativo del nostri esperti: « E' sempre più difficile ai nostri clienti fare un preventivo esatto della spesa per un soggiorno in Italia. Perciò, molti dirottano oppure riducono le giornate di permanenza ». Da un lato vi è saturazione delle disponibilità: il porto di Genova rifiuta l'ingresso ai panfili e ai motoscafi; quelli di ■lllIIIIIIUlllIllllllllllllllltIt llllllllllll M Nizza e di Cannes sono invece al lavoro per Ingrandirsi, e accoglierne sempre di più. Sulla riviera romagnola, non c'è più un metro per costruire un albergo; grossi capitali italiani e internazionali migrano ogni anno investiti per l'edilizia alberghiera in Africa del Nord e nei Paesi mediterranei. Nello stesso tempo, mancano strade d'accesso, mancano condutture, mancano le basi del vivere confortevole in regioni incantevoli della penisola i non ancora aperte alla scoperta del forestieri. fiqvnlMllllllllllllllIlllllllllllllllllMlllilllllllillllllllllllll In tutto il mondo, la moda del viaggiare si diffonde, i redditi si espandono e si allarga dovunque la sfera del «tempo libero»' per 1 lavoratori. Se non farà un po' d'ordine nelle sue idee in fatto di turismo, l'Italia arriverà in una situazione di caos e di stanchezza al grande traguardo che si profila per l'umanità: la conquista di sempre più lunghe vacanze, con sempre più danari in tasca e sempre più veloci mezzi per girare il mondo. Gigi Ghirotti llllIII ii1iiimii1i [IIITIIIMMKlIIIIIIIMIIflllinill II

Persone citate: Augusto Premoli, Folchi