Invulnerabili anche ad un attacco atomico i missili americani che proteggono l'Occidente

Invulnerabili anche ad un attacco atomico i missili americani che proteggono l'Occidente Visita alla base di Rapici City delle forze armate Usa Invulnerabili anche ad un attacco atomico i missili americani che proteggono l'Occidente I razzi (Atlas, Titan e Minuteman) sono nascosti entro giganteschi pozzi di cemento: il solo portello pesa 100 tonnellate - Per farli salire sulle rampe di lancio bastano quattro serventi e 15 minuti di tempo - Oltre ai missili, lo «Strategie Air Command» dispone di 1200 bombardieri a reazione, alcuni sempre in volo giorno e notte (Dal nostro inviato speciale) Bapid City, luglio. Nel cuore degli Stati Uniti, dove le praterie del South Dakota s'insinuano fra le montagne cui è rimasto il nome indiano di « Colline Nere » sorge un tipico centro del West, Rapici City, squadrato come il forte attorno al quale so anni fa s'accampavano pionieri, cercatori d'oro e soldati. Fino a ieri le sue attrattive erano i monti che gli stanno a ridosso, i bisonti, i pellirosse Sioux e Cheyenne di numerose « riserve» e 'il ricordo del generale Custer o di Calamity Jane. Oggi — e nessuno ne fa mistero in America, nemmeno i dépliants turistici — il suo orgoglio è la grande base del « S. A. .C. Strategie Air Command », io poderosa forza aeromissilistica che possiede V80 per cento dell'arsenale atomico del mondò libero e costituisce il principale deterrente degli Stati Uniti e dei paesi della Nato. L'armamento del « Sac », che dispone di numerose basi lincile all'estero, è fra i più impressionanti: 1200 aerei da bombardamento a 6 e 8 motori a reazione, ai quali un numero quasi uguale di giganteschi quadrigetti-cisterna consente di stare in vólo senza {imiti, e 41 squadroni di missili intercontinentali, con testate atomiche- € parecchie migliaia di volte più. potenti della bomba di Hiroscima ». L'inventario comprendeva fino a pochi mesi fa centinaia di missili Atlas e Titan. Ora si va arricchen¬ do anche di Minuteman, capaci di centrare un bersaglio a oltre 10 mila chilometri d\ distanza. Al ritmo di uno al giorno, questi terribili ordigni vengono calati in munitissimi pozzi per distruggere i quali un eventuale aggressore dovrebbe dar fondo a quasi tutta la sua polveriera atomica. La corazza delle rampe, la potenza delle ogive nucleari, il numero dei missili sono un segreto militare. Un esperto svizzero ha tuttavia scritto: <I1 governo americano conta di metterne in linea 750. Per distruggere il 90 per cento delle loro rampe, un eventuale aggressore dovrebbe lanciare qualcosa come 20 mila ordigni, con una carica nucleare di un megaton ciascuno. Ciò malgrado, la potenza distruttiva dei rimanenti 75 missili basterebbe per ridurre in rovina parecchie dozzine di città e centri strategici ». Oli uomini del « Sac » — 79 mila, tra ufficiali e soldati — non pensano tuttavia die il 90 per cento dei loro missili possa essere distrutto, neppure se fosse bersaglialo dal doppio degli ordigni indicati dall'esperto elvetico. Gran parte delle unità di bombardieri e di telearmi è infatti in grado di muovere al contrattacco nei 15-20 minuti ohe passerebbero fra l'avvistamento di missili nemici da parte dei più lontani posti di sorveglianza antiaerea e la caduta dei primi razzi sugli obbiettivi. Per gli aerei, più lenti e vulnerabili, 1 stala messa a punto un'organizzazione che consente' di disporre sempre di non meno di due terzi delle formazioni. In ogni ora del giorno e della notte, una parte delle unità è in volo, con bombe e razzi nucleari, e gli equipaggi hanno già le istruzioni sugli obiettivi da attaccare in caso di allarme. I rimanenti bombardieri sono sulle piste in posizione di decollo simultaneo (i più grossi, i « B. 52 », sono lunghi 46 metri, larghi 56 e pesano 200 e più tonnellate) con i piloti alloggiati in bunker confortevoli come alberghi che non distano più di 200 metri dagli apparecchi. . Questo meccanismo, perfetto come un orologio, scatta, s'è detto", in non più 15-20 mimiti. Ogni contrattempo è previsto, anche minimo: che uno dei piloti, per esempio, all'ultimo momento, non possa partire. Per ognuno dei bombardieri e degli aerei-cisterna sono perciò pronti, nei bunker, quasi due equipaggi. Si considera persino l'evenienza più catastrofica: la distruzione del quartier generale del «Sac» ad Omaha, dove l'ormai famoso « telefono rosso » è a un palmo dagli apparecchi radio che dovrebbero dare il « via » a bombardieri e missili. Per impedire che l'improvviso annientamento del cervello dell'organizzazione possa paralizzarla, a turni di 8 ore due vicecomandanti volano ou. un quadrireattore p*v.->t<. ad assumere le funz'jfll di * quartier generalj ». D'I pari perfetta è l'efficienza dei reparti missilistici, che per i rapidissimi « tempi di reazione», la velocità, la maggior possibilità di penetrazione entro le difese nemiche, nel giro di pochi anni sostituiranno i bombardieri. Nel South Dakota, su una diagonale di 240 chilometri, ne sono disseminati tre « squadroni », con 9-10 ordigni l'uno, raggruppati in batterie di 3 o più chiamate « complessi ». Sono vere cittadelle sotterranee, del tutto autonome — con centrali elettriche, termiche, riserve d'acqua, impianti per produrre il ghiaccio necessario alla climatizzazione ri capaci di rimavere isolate dal resto del mondo anche per mesi. Vicino a Rapici City ne abbiamo visitato una, il « complesso 850 A » armato di tre Titan. Per allestirlo, hanno spianato la sommità d'una collina, su una lunghezza di mezzo chilometro. Poi, con tonnellate di calcestruzzo, hanno costruito un labirinto di locali e gallerie nei quali tutti gli impianti — dai cavi ai serbatoi di propellente, ai sostegni dei missili — appoggiano su molle e ammortizzatori, per resistere alle tre¬ mende sollecitazioni provocate dal lancio delle telearmi. Su tutto, infint., 1 bulldozers hanno riportato la terra e la collina ha di nuovo assunto la fisionomia di un tempo, alterata soltanto dai portelloni, pesanti 100 tonnellate l'uno, die proteggono i pozzi. Nei « complessi» (del costo di circa 5 miliardi di lire l'uno, esclusi gli ordigni nucleari) vegliano a turno 12-15 serventi. Ma grazie all'automatismo di tutti gli impianti, ne bastano quattro per azionare i vari congegni. Nel posto di comando del ^complesso 850 A», al secondo dei quattro piani del maggiore dei locali sotterranei — SItlIilllllllllllllllllillillllEIIIIIIIHIIIItllliliiHIl ampio come la cupola della Gran Madre a Torino — il giorno della nostra visita erano di guardia per 24 ore il cap. Yerg, 35 anni, il ten. Knoski, 25 anni, e due sergenti. I quadri luminosi, le leve, i pulsanti, gli schermi televisivi fra i quali si muovevano, davano all'ambiente una atmosfera da fantascienza. Ma è bastato poco per richiamarci alla realtà: gli astucci di plastica che i quattro portavano appesi ai taschini, contenenti capsule di gomma per proteggersi le orecchie se arrivasse l'ordine di sparare i missili. Aldo Vite

Persone citate: Aldo Vite, Atlas, Custer

Luoghi citati: America, Omaha, Rapici, South Dakota, Stati Uniti, Torino, Usa