La madre di Raoul Ghiani scrive una lettera disperata ai giudici

La madre di Raoul Ghiani scrive una lettera disperata ai giudici La madre di Raoul Ghiani scrive una lettera disperata ai giudici « Non chiedo pietà né misericordia: giuro che mio figlio è innocente » - Oggi il patrono del "sicario" conclude l'arringa (Nostro servizio ■particolare) Roma, 4 luglio. «Illustrissimi signori giudici popolari, sono una madre disperata ed angosciata per l'orrenda e triste odissea del mio figlio innocente, sono la mamma che-non chiede pietà e misericordia. Lo giuro ancora sul Crocifisso che il mio Raoul non si allontanò da Milano 11 7 e il 10 settembre 1958. Sono una mamma che invoca dalla vostra coscienza giustizia nella verità». In questi drammatici termini la madre di Raoul Ghiani, signora Clotilde Guatteri, si è rivolta con una lunga lettera a coloro che entro luglio dovranno decidere la sorte di suo figlio ed in particolare si è rivolta ad uno dei giudici popolari, la signora Iolanda Attona, insegnante di scuola media, che abita in uno stabile in via Severano, a cento metri dalla casa dove la notte del 10 settembre 1958 fu uccisa Maria Martirano. «Fisso dei punti — ha scritto la signora Guatteri che alcuni, giorni fa aveva inviato una. identica lettera al P. G. — non certo per dare suggerimenti e consigli, né per chiedere pietà e misericordia per il mio disgraziato figlio accusato di un delitto infame che non ha commesso, ma per far luce su fatti e circostanze che a mio parere possono avere un giusto peso nella valutazione finale del processo ». La lettera è pervenuta alla signora Attona un attimo prima che cominciasse l'udienza e che uno dei difensori di Raoul Ghiani, l'avv. Franz Sarno, prendesse la parola per pronunciare la sua arringa. Il presidente della Corte dott. D'Amario, al quale oggi è stata comunicata la sua promozione a presidente di Sezione della Cassazione, ha allegato agli atti del processo la lettera nella quale la signora Guatteri ricorda: 1) che il figlio non ha mai violato né la legge civile né quella morale; 2) che, interrogata dal giudice istruttore nel novembre 1958, venne minacciata di arresto se non avesse detto la verità e che non ammise mai che il figlio Raoul dopo il delitto si sia tagliato i capelli, come invece sostiene Egidio Sacchi; 3) che il giudice istruttore minacciò di arrestare chiunque si fosse presentato a testimoniare in favore di GtfsmnltntlScen Ghiani, ottenendo cosi il risultato che nessuno depose in favore del figlio. «Il .quarto punto si riferisce all'alibi — ha proseguito e concluso la madre di Ghiani —; io mi- chiedo e mi permetto di chiederlo ai signori giudici popolari (senza alcuna insinuazione maligna) come mai gli altri imputati, e lo stesso famoso ragionier Sacchi, hanno a suo tempo presentato alibi di ferro, mentre mio figlio non li aveva e non li ha. Non è questa una prova decisiva della estraneità e di conseguenza la prova lampante dell'innocenza del mio Raoul?». Subito dopo l'avv. Franz Sarno ha iniziato la sua fatica prendendo in esame uno degli elementi che è alla base delle accuse mosse al giovane elettrotecnico milanese: le dichiarazioni di Reana Trentini la quale dice di averlo visto entrare la notte del delitto nella casa di Maria Martirano. « E' un riconoscimento — ha detto l'avv. Sarno — al quale non si può annettere alcun valore perché la signorina, prima di indicarlo al giudice istruttore, aveva avuto la possibilità di vedere Raoul Ghiani in fotografia e quindi potrebbe essere stata influenzata e suggestionata». La medesima critica l'avv. Sarno ha poi rivolto a Bernardo Ferraresi il quale sostiene di aver incontrato Ghiani la notte del delitto sulla « Freccia del Sud » di ritorno a Milano. « Io non dico che Ferraresi sia in malafede — ha commentato l'avv. Sarno — dico soltanto che può essersi sbagliato. Voi, giudici, non potete prenderlo in considerazione. Egli ha detto di aver incontrato in treno un giovane elegante, tranquillo. E' impossibile pensare che se l'uomo notato da Ferraresi sulla « Freccia del Sud » fosse stato l'assassino, costui, commesso il delitto, potesse avere l'animo così sicuro da conversare, senza nessuna preoccupazione, col primo sconosciuto». Poi l'avv. Sarno ha interrotto la sua arringa che verrà conclusa domani, g. g.

Luoghi citati: Martirano, Milano, Roma, Sarno