Diciotto chilometri di fitte attrezzature turistiche una sarabanda di miliardi fondata sulle cambiali di Enzo Biagi

Diciotto chilometri di fitte attrezzature turistiche una sarabanda di miliardi fondata sulle cambiali A RIMINI E DINTORNI LA «STAGIONE» E' COMINCIATA A PASQUA Diciotto chilometri di fitte attrezzature turistiche una sarabanda di miliardi fondata sulle cambiali Ortolani, pescatori, bagnini continuano a trasformarsi in trattori, gelatai, commercianti e padroni di « boutiques » - Lo slancio non conosce sosta : sorgono altri quattrocento alberghi, i « night-clubs » fanno arrivare le attrazioni da Parigi e da Londra - Una vera flotta aerea sbarca ora tedeschi, inglesi, scandinavi - I lapponi avevano inaugurato ad aprile l'epoca dei , bagni, felici nell'acqua gelida sotto la pioggia (Dal nostro inviato speciale) Rimini, luglio. Cercano un simbolo che rappresenti la riviera romagnola, un'immagine da cartolina, qualcosa che rimanga, nella mente del villeggiante, come un ricordo. Andrebbe bene, forse, il castello di Gradara, un po' tetro nelle sere sema luna: si pensa a Francesca, bianca e sconvolta, al tenero Paolo, con i boccolonì biondi e lo sguardo smarrito, alla «passione che lutto travolge», come dicono le guide: chissà cosa ci doveva essere in quel libro tentatore. Ora i due amanti infelici sospirano sulle etichette di un sangiovese, che, in omaggio a Dante, si chiama < Galeotto ». .Ma non va: troppo romanticismo. Meglio la Hocca di Forlì: con Caterina Sforza che si affaccia sui bastioni, e grida al nemico: « Potete uccidere i miei figli, ho quel che ci vuole per farne degli' altri». Vicenda non priva di una sua nobile fierezza; ma l'intrepida donna, come tutti sanno, non aveva proprio né modi né linguaggio delle vere signore. E' opportuno lasciare stare. Scarterei San Leo; in tempi ribassati come questi, Cagliostro non è davvero una figura da riproporre alla generale attenzione. Si conserva la cella dove espiò i molti peccati, alberi e pietre rievocano l'itinerario dei suoi supplizi, ma in fondo il personaggio non è nemmeno tanto suggestivo: è un precursore di Mastrella, con pia fantasia ma con ispettori più, svelti. Scoprirono il trucco. Magari il Rubicone: esige però una preparazione classica, tanto è vero che l'Ente del turismo ha fatto mettere una targa che, se non cita Cesare che corse a cavallo per la pianura, solo, una intera notte, prima di fermarsi sotto un olmo a proclamare: <Zl dado è tratto », fa in compenso noto al viandante chi il fiumicello quasi in secca (si pote- va varcarlo senza nemmeno bagnarsi i piedi), non va preso alla leggera: è € storico ». Fra gli edifici « moderni » non saprei che cosa proporre: la villetta di Beltramelli, con la lapide che dice <Benvenuto, ospite, nella mia casa serena», potrebbe avere anche un significato turistico, ma il povero Antonio è ormai un dimenticato; forse le « roselline » di Giovanni Pascoli che si arrampicano sulla muraglia dell'orto di San Mauro, ma rievocano, più che la poesia delle piccole cose, il catalogo di Sgaravatti; l'umorismo, l'ironia e la vita semplice dì Fanzini (aveva fatto dipingere sul soffitto del tinello la scritta: « Stracci, stracci, stracci», per dire che quella .casetta vicino alla ferrovia se l'era costruita a forza di lezioni di latino e di articoli di giornali, quattro soldi, quattro stracci), ma anche il gusto e le virtù di Fanzini non sono più molto di moda. Credo che i proprietari di un nuovo night-club chiamato < La cave» perché è sistemato in una grotta e ci soffiano dentro Varia condizionata, che hanno scelto come manifesto pubblicitario una cambiale, abbiano interpretato perfettamente la situazione: quel pezzo di carta con scritto « paafterò » potrebbe essere la bandiera, lo stemma, lo statuto di questi paesi rivieraschi che si definiscono La. Perla Verde, La Perla Azzurra, La Perla Arancione dell'Adriatico. Tutti lo conoscono e tutti lo capiscono; ha, come richiedono gli studiosi di psicologia delle masse, i caratteri indispensabili per essere ricordato: è attuale, incombente, semplice dà un punto di vista grafico, emotivo da un punto di vista finanziario. E' sull'effetto che anche quest'anno sono state gettate le fondamenta dei quattrocento nuovi alberghi; è Z'effetto cambiario che permette di alzare ogni mattina le serrande di diciotto chilometri di botteghe, caffè, ristoranti, ■ fiorali-. ore fi-■ cerie, gelaterie, empori di scarpe, di mutande, di vestiti dalle tinte sgargianti per la grigia clientela straniera, o di visoni dai colori tenui per la solida clientela lombarda. E' i'effetto cambiario che permette di distendere sulla sabbia sottile tante sedie a sdraio e tanti ombrelloni, il cui valore si aggira, a parere degli esper- ti, sul miliardo e mezzo. L'effetto cambiario è un trattato fra ex marinai, ex ortolani, ex bagnini che si sono messi a fare gli albergatori, o i padroni di locali notturni, e i loro fornitori: alla fine della battaglia detta dei « cento giorni », perché comincia poco prima della fine di ghigno, e finisce il SI agosto, si contano i morti e i feriti e, naturalmente, i vincitori. Fino ad oggi le cose sono andate abbastanza bene, e ogni anno si aggiungono piani alle vecchie costruzioni, spariscono tratti di arenili, appezzamenti di campo o di collina, si accendono altre migliaia di insegne al neon. Perché la clientela, attratta da questo folle trionfo di luci, di musiche e di frastuono, che fa impallidire la leggendaria visione di Las Vegas, tende nonostante tutto (rincaro dei prezzi, svalutazione della lira, incertezza politica) ad aumentare. Duemiladuecento aerei scaricano in continuità colonne di svedesi, di tedeschi, e di britannici desiderosi di inebriarsi di sole, di pizze e di autentico moscato di San Marino di produzione milanese. I primi ad arrivare sono stati, niente meno, i lapponi, sbarcati sulla spiaggia di Rimini prima di Pasqua, a spese del loro governo, perché davanti a quest'azzurro mare dimenticassero la tundra, i ghiacci eterni e i reumatismi, soffocando in abbondanti scodelle di lasagne o di cappelletti, il nauseante ricordo dell'olio di foca. Purtroppo il tempo non era proprio quello descritto dai dépliants, e 2'Adriatico non aveva quell'allegro aspetto esaltato dalle cartoline illustrate: pioggia, vento, e anche sulla campagna si distendeva quella cappa di vapori che prelude l'autunno. Ma i nostri pastori di renne non si sono sgomentati, e hanno trovato tutto di loro gradimento, anche l'acqua gelida nella quale si immergevano beati, stupiti soltanto di non vedere spuntare fra le onde il testone di' qualche orso bianco. Gli svedesi si trovano tanto bene che hanno aperto a Riccione un loro club, dove tutto ricorda la cara patria lontana: l'aroma del caffè, i quotidiani che arrivano ogni mattina, i panini con la foglia d'insalata e i frutti di mare, i dolci di panna. E' molto frequentato da anziane signore; le ragazze, dando prova di scarso attaccamento al suolo natio, preferiscono le sale da ballo italiane: trovano subito, anche le bruttine, un giovane indigeno di buoni sentimenti, che non nega la sua compagnia. Anche le bruttine, dicevo, perché il motto dei nostri servizievoli giovanotti è quello ili un cinico libertino dell'altro secolo, qui sempre citato con una certa ammirazione: < Vanno tutte bene, purché gli batta il polso ». Anche i tedeschi hanno un loro caffè che sì chiama Munchen, e i camerieri servono birra di Monaco e wurstel di carne bianca, e altoparlanti ■diffondono quei cori che escono verso mezzanotte dalle birrerie di Amburgo e di Norimberga: « O Susanna », dice un ritornello, « la vita è bella », ma forse il richiamo dell'esotico è più forte della fedeltà ai menu nazionali, perché il locale non mi è parso molto frequentato. Chi viene da queste parti vuol provare le emozioni e i piaceri della « dolce vita » italiana. Si balla fino alle due di notte, pti si va a mangiare il brodetto di pesce, poi si va a fare il bagno che l'alba non è ancora spuntata, e lontani si vedono i lumi delle « paranze » e dei motopescherecci; e se l'Albana vera la si beve ormai soltanto dal parroco di Bertinoro, e il Lambnisco arriva da Bari, nessuno protesta. I romagnoli fanno tutto il possibile perché i loro ospiti non ripartano delusi: il cartellone degli spettacoli elenca i nomi più famosi del genere leggero, da Caterina Valente alla Sumac, ad Abbe Lane; anche la piccola Rita Pavone canterà per una sera, e il compenso che chiede è un milione e mezzo per recita. Si esibiscono le orchestre più celebri e i comici più applauditi, ci sono night-clubs sui colli che fan venire i « numeri » per i loro shows, da Parigi, da Londra, dagli Stati Uniti. E ogni anno ci vuole qualche nuova trovata: adesso hanno lanciato gli idro-karts, dei piccoli scafi che si inseguono saltellanti, i cui piloti indossano giubbotti di gomma, come quelli che pcrtavano i marines quando andarono a -iconquistare lo isole del Pacifico. Si è riaperto il dancing denominnto « La stalla » che nella scorsa stagione fece alquanto scalpore perché l'attrazione era rappresentata da una mucca che ruminava tranquilla davanti all'ingresso, fino al culmine della serata, poi la portavano ai tavoli dei clienti che le offrivano whisky o spumante, elevandola al ruolo di invitata. L'invenzione, che sarebbe piaciuta a Caligola, incontrò, ma è probabile che lo strepito del passato non si ripeta. Raccontano- che qualche dispettoso nottambulo, l'altra sera, invece di offrire alla mansueta vacca dello, champagne ha introdotto nel mastello un purgante, guastando irreparabilmente la strampalata atmosfera mondana. Neppure 1 lapponi si sarebbero divertiti. Enzo Biagi