«Mastrella è un criminale d'istinto: rubava appena ne aveva l'occasione»
«Mastrella è un criminale d'istinto: rubava appena ne aveva l'occasione» Dura requisitoria del P. M. al processo di Terni «Mastrella è un criminale d'istinto: rubava appena ne aveva l'occasione» Il magistrato ricorda che iniziò la carriera di funzionario di dogana con un furto e che continuò sino a rendersi colpevole del più grave peculato che la storia giudiziaria italiana ricordi - Aperti due nuovi procedimenti per chiarire se le acciaierie "Terni" sono responsabili di corruzione e per scoprire chi strappò il registro delle telefonate a Roma - Oggi il rappresentante dell'accusa chiede la condanna (Nostro servizio particolare) Terni, 3 luglio. Il pubblico ministero dott. Elio Siggia non ha concluso , oggi, come si riteneva, la requisitoria contro Cesare Mastrella e gli altri imputati. In compenso, però, ha anticipato che saranno aperti due nuovi procedimenti. Il primo si riferisce ai rapporti intercorsi fra Cesare Mastrella e la società « Terni > a proposito del famoso «rimborso spese» di 50 mila lire che l'ex ispettore riceveva mensilmente: è evidente che si possa sospettare come questo strano compenso abbia potuto dar luogo ad altri reati, poiché se un privato i paga un pubblico ufficiale con il quale è in rapporto in ragione dell'ufficio di quest'ultimo, è lecito dubitare che lo faccia con fini ' illeciti. Di qui l'apertura del procedimento «contro Cesare Mastrella e contro ignoti » per i reati di corruzione e dì contrabbando. Il secondo riguarda la manomissione dei duo registri telefonici esistenti presso il centralino della circoscrizione do/ganale di Roma. Come si ricorderà, quando il Tribunale volle svolgere indagini per identificare la persona che preavvertiva Mastrella dell'arrivo degli ispettori, scoprì che i registri erano stati manomessi. Ecco dunque la necessità di indagare più a fondo ed ecco l'apertura di un prò cedimento, anch'esso « contro ignoti ». Dopo il saluto al Tribunale e l'elogio per l'attento lavoro «severo e coraggioso, che non ha risparmiato niente e nessuno » svolto dai giudici, il dott. Siggia ha difeso l'istruttoria formale facendo presente che, se è vero che il dibattimento ha dovuto integrarla in numerosi punti, non bisogna dimenticare che il giudice istruttore ha avuto un tempo assai limitato per sviscerare la complessa e difficilissima materia. D'altra parte, Cesare Mastrella, il quale in un primo tempo aveva premesso la sua piena collaborazione, in realtà si è trincerato dietro l'ambi guità e la reticenza. Anche l'unica vera rivelazione che egli ha fatto, quella che si riferisce allo < stipendio > mensile ricevuto da parte della «Terni », in realtà è stata, a giudi zio del P.M., imprecisa e sub cola: per questo il dott Sig già ha voluto mettere in liiaro questa strana situazione, e dal dubbio, che è la « professione del pubblico ministero », è nata l'apertura del primo proce dimento penale < contro Mastrella e contro ignoti »: le indagini, sui risultati delle quali il P.M. ha detto di essere ottimista, dovranno proprio accertare se l'ex doganiere è stato corrotto e se da questa corruzione abbiano avuto ori gino altri reati. Ma l'attacco del P.M. non s è limitato alla « Terni »: anche 10 Stato ha avuto la sua parte. Dopo aver espresso la prò pria soddisfazione per l'annuncio dato ieri dall'avv. Ciardul- 11 "della prossima apertura di procedimenti disciplinari nei confronti di tutti i funzionari delle dogane che saranno ritenuti responsabili quanto meno di negligenza, il dott. Siggia ha notato come Cesare Mastrella abbia adottato un comportamento diverso nei confronti dei vari ispettori che si sono succeduti sul banco dei testimoni: ha, dì volta in volta, accusato, appena sfiorato 0 ignorato i suoi colleghi e superiori. « Ebbene — ha detto il P.M. — gli uomini dei quali io ho maggiormente sospettato sono stati proprio coloro per i quali Mastrella ha taciuto ». Anche in questo campo, dunque, è necessaria una indagine per accertare chi ha strappato 1 famosi registri telefonici. In questo personaggio, per ora ancora sconosciuto, deve infatti identificarsi il funzionarlo statale che avvertiva Mastre! la Per questo procedimento, che si riferisce a un episodio indubbiamente accaduto a Roma, il dott Siggia ha detto di sentirsi competente a svolgere l'indagi-.e, poiché probabilmen te l'epióodio stesso non è altro che il proemio di altri accaduti a Terni; naturalmente, se ciò non dovesse essere accertato la pratica sarà tempestivamen te trasmessa alla Procura di Roma. A un'osservazione dell'avv Sbaraglini, il P. M. ha poi ribattuto non escludendo l'even tualità di una denuncia per falsa testimonianza sempre in relazione alla manomissione dei registri. Proseguendo la sua requisitoria, il P. M. ha quindi pole ni izza to con l'avvocato Ciar dulli, affermando che a suo avviso non si può escludere una responsabilità in quanto è avvenuto nella legge doganale vigente: « Il sistema sarà forse buono — ha detto — ma io non posso fare a meno di constatare che esso non ha im pedito che si verificasse il più grave peculato della storia giù diziaria italiana». Anche nella determinazior/é delle imputazioni da rivolgere a Mastrella il P. M. non si è dichiarato completamente Rac¬ csdfmtrnCddilsosdlobcSginhatpmddluezpinsvtcrumttMpsdt—ccsncncdLtnnveInmtncpPpsduulbtaanel cordo con Clardullì: malversazione per tutti 1 154 milioni dell'« ultimo conto » nei confronti della società « Terni », ma — secondo Siggia — certamente peculato per tutto il resto. Durissimo, il P. M. è stato nell'esame della personalità di Cesare Mastrella. « L'imputato deve essere considerato un mediocre, come ha dimostrato con il suo comportamento processuale; ma noi lo vediamo così oggi, sotto il peso dell'accusa, spinto dalla necessità di difendersi. Possiamo dire che quello che è qui davanti al Tribunale sia lo stesso Mastrella che ha rubato un miliardo allo Stato? ».. < Secondo me — ha proseguito Siggia — Mastrella ha in sé l'istinto della criminalità: ha cominciato a rubare non appena ha avuto la possibilità di farlo. L'uomo, dunque, può essere mediocre, ma il criminale è senza dubbio grande: sentiva, per istinto, meglio di persone più intelligenti di lui, le situazioni in cui poteva estrinsecare questa sua vocazione al furto ». Da ciò non si può trarre una più benevola interpretazione di ciò che Mastrella ha fatto. Né si può invocare un'attenuante nel fatto che si possa dimostrare una carenza di controlli. Dopo aver esaminato la storia dei ricatti, che ha definito una favola senza alcun fondamento, il dott Siggia è passato alla posizione di Aletta Artidi. Per lei, come per Anna Maria Tomasselli della quale parlerà domani, il P. M. ha sostenuto la responsabilità in or dine al concorso nei reati at tribuiti a Mastrella. «Questo — ha detto — perché per la configurazione del reato di concorso è sufficiente la consapevolezza della consumazione del crimine principale e certamente non si può soste nere che Aletta Artloli non conoscesse la provenienza del danaro che il marito le dava. La donna, infatti, sapeva molto bene che le sue aziende erano pesantemente passive e no nostante questo si abbandona va a spese pazze ». La requisitoria sarà ripresa e conclusa domani mattina. f. a.
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